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Guerre dello streaming: come la fusione Warner-Discovery alza la posta in gioco

AT&T ha ceduto a Discovery WarnerMedia e HBO Max, una fusione che promette di aprire un nuovo capitolo nella battaglia al dominio di Netflix

Le guerre dello streaming sono appena entrate in una nuova fase. La fusione tra AT&T e Discovery Inc., che diventerà effettiva a metà del 2022, riunirà sotto lo stesso tetto canali televisivi come CNN, TBS, TNT, HGTV, Food Network e Discovery Channel, nonché lo studio Warner Bros. e le piattaforme streaming come HBO Max e Discovery+.

Nasce dunque un colosso che ha la potenzialità di battersi con Netflix e Disney nello stesso campo da gioco, e che nel 2023 dovrebbe sfoggiare ricavi per 52 miliardi di dollari, di cui 15 dovrebbero provenire dai servizi direct-to-consumer, vale a dire lo streaming. Vale a dire, cioè, HBO Max e Discovery+, due entità che fino a un anno fa non esistevano e che ora diventano sorelle. Nel caso di HBO Max si parla di 44 milioni di utenti, anche se la cifra è cumulativa tra il servizio streaming e la rete via cavo HBO. Discovery+ ha raccolto circa 13 milioni di adesioni sin dal suo lancio in gennaio.

Il patto tra i due giganti è stato paragonato a quello tra Disney e Fox, e in effetti si tratta in entrambi i casi di mosse strategiche, in vista di un futuro in cui sarà fondamentale possedere librerie di contenuti estese e ricche di marchi importanti. Ciò vale per Disney/Fox e vale per Warner/Discovery. Da un lato, Warner Bros. possiede franchise come Harry Potter, l’Universo DC e Game of Thrones. Dall’altro, Discovery ha una libreria di prodotti “unscripted” e possiede il canale Eurosport, che, combinato con i diritti di NBA e Major League Baseball in mano a WarnerMedia, potrebbe fare faville.

L’accordo

WarnerMedia e Discovery si fonderanno attraverso una manovra azionaria chiamata Reverse Morris Trust: AT&T dovrebbe ricevere $43 miliardi in contanti e titoli di debito, e il mantenimento di alcuni debiti di WarnerMedia. Gli azionisti di AT&T dovrebbero ricevere azioni che rappresentano il 71% della nuova società, quelli di Discovery il 29%. La nuova compagnia cambierà nome, ma per ora questo non è stato annunciato.

L’altra novità molto importante è che David Zaslav, CEO di Discovery, sarà il nuovo CEO al posto dell’uscente Jason Kilar. Quest’ultimo ha ricoperto la carica per tredici mesi, durante i quali il mondo è stato colpito da una delle più gravi crisi del secolo. Durante l’inverno del Covid, Kilar si è ritrovato a prendere una decisione senza precedenti nell’industria: l’uscita simultanea di tutti i film Warner nelle sale e su HBO Max.

Il polso di Hollywood

La cosa aveva sorpreso l’ambiente dello spettacolo americano, perché Warner è uno studio che tradizionalmente ha sempre messo gli autori e la qualità dei contenuti davanti a tutto. E ora si ritrovava contro proprio gli autori e i produttori, irritati dalla decisione unilaterale. Gente come Christopher Nolan, senza dubbio il regista più importante nella scuderia Warner, ma anche collaboratori come Legendary Pictures, che non aveva visto di buon occhio che film da essa finanziati, come Godzilla vs. Kong e Dune, fossero destinati allo streaming. La mossa era stata vista, insomma, come avventata, frutto della decisione di un CEO che non aveva realmente il polso della situazione e una conoscenza approfondita delle dinamiche di Hollywood. E questo nonostante, alla fine, la scommessa abbia ripagato: Godzilla vs. Kong è diventato il maggior successo hollywoodiano durante la pandemia, con un incasso di oltre 400 milioni di dollari nel mondo e 95 in patria.

Al contrario di Kilar, Zaslav è molto apprezzato nell’ambiente: si è formato in televisione, avendo iniziato oltre trent’anni fa alla NBC, per poi essere assunto nel 2007 a capo di Discovery. È dunque percepito come un uomo del settore, che conosce intimamente. E ha già promesso che passerà molto tempo a Los Angeles e che la sua squadra rimarcherà “la cultura creativa nei media”. La priorità agli autori sembra dunque restaurata, mentre riavere la loro fiducia sarà un processo più complicato che passerà, forse, dalla rinuncia ad alcune uscite day-and-date (come quella di Dune, che potrebbe esordire a Venezia per poi uscire in esclusiva nelle sale americane).

Zaslav ha supervisionato il lancio di Discovery+, ed è riuscito a farlo senza alienarsi gli operatori del via cavo e stringendo accordi con Roku e Amazon per la distribuzione della app nei loro dispositivi, accordi che WarnerMedia ha invece faticato a ottenere.

Ma HBO Max ha anche un problema di costo mensile: l’abbonamento alla piattaforma costa 15 dollari ed è decisamente più caro di quello dei principali rivali. Ciò è dovuto alla presenza di HBO, che costa la stessa cifra: sarebbe strategicamente difficile giustificare un prezzo inferiore per HBO Max senza minare il servizio via cavo. Discovery+ costa invece 7 dollari al mese per la versione senza pubblicità, e 5 per quella con la pubblicità. Zaslav ha detto che si prenderà qualche mese per osservare le due piattaforme e capire come integrarle.

Investire in contenuti

Zaslav ha inoltre promesso che verranno aumentati gli investimenti in contenuti. Ma dovrà fare i conti con un debito stimato di 55 miliardi di dollari che Discovery erediterà con la fusione (attualmente il debito della compagnia è di 14,7 miliardi). Fusione che però dovrebbe anche generare 8 miliardi in free cash flow che dovrebbero permettere di ridurre il debito abbastanza rapidamente. Ma per gli investimenti grossi ci sarà probabilmente da attendere.

E proprio questa attesa potrebbe rappresentare un punto debole per il nuovo colosso. Come detto, l’accordo non dovrebbe concludersi prima di metà 2022, e questo costringerà sia WarnerMedia che Discovery a uno stop che darà il tempo a competitor come Netflix, Apple e Amazon di rilanciare.

L’accordo tra AT&T e Discovery ha spinto Evan Shapiro, CEO di O(1) Labs, ad aggiornare la sua mappa dello scenario media, che si avvicina sempre più a una mappa di guerra in cui le “bolle” grandi mangiano quelle piccole.

Lo scenario si fa sempre più agguerrito, dunque, e le guerre dello streaming proseguono: Amazon sta valutando l’acquisto di MGM, mentre, in Francia, Groupe Bouygues e RTL Group hanno annunciato la fusione delle emittenti leader TF1 e M6 per formare un nuovo gigante televisivo europeo. La combinazione delle piattaforme MyTF1e 6play potrebbe dare vita a un nuovo competitor globale nella guerra al dominio di Netflix.

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