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La situazione delle sale nel mondo: dove sono aperti i cinema (e dove no)?

Mentre in Italia si attende il 15 gennaio, andiamo a scoprire la situazione di aperture e chiusure nel resto del mondo

Manca ormai una settimana allo scadere del Dpcm di dicembre e alla data che molti speravano avrebbe portato la riapertura delle sale. È troppo presto per fare previsioni, anche se tutto fa pensare che gli attuali provvedimenti verranno confermati. Ma qual è la situazione nel resto del mondo?

Regno Unito e Irlanda

Sappiamo che nel Regno Unito i cinema sono in buona parte chiusi. In Inghilterra è stato ordinato il terzo lockdown per far fronte a un importante aumento di casi (oltre 50 mila al giorno), dovuto a una nuova variante molto contagiosa del coronavirus. Tutto il Paese è ora in Tier 5, il livello più alto di allerta, che porta con sé la chiusura delle sale. Misure analoghe negli altri territori del Regno Unito che si gestiscono da sé, come Irlanda del Nord (che dovrebbe riaprire il 6 febbraio), Galles e Scozia. Due cinema sull’Isola di Man e uno sull’isola di Guernsey sono aperti. In Irlanda, i cinema potrebbero riaprire il 31 gennaio.

Europa continentale

In Francia i cinema sono chiusi e la ministra della cultura Roselyne Bachelot ha ammesso che difficilmente riapriranno in gennaio. Prima di Natale, la Federazione Nazionale dei Cinema Francesi (FNCF) ha portato in tribunale il proprio caso, per protestare contro la chiusura delle sale in un periodo in cui i negozi non essenziali erano aperti. Il caso è stato respinto.

Cinema chiusi anche in Germania, almeno fino al 10 gennaio, mentre in Spagna le sale sono aperte e lo sono state sin dalla fine del lockdown in primavera, a parte chiusure limitate al livello regionale.

Estremo Oriente

In Cina la maggior parte dei cinema è aperta, anche qui con la possibilità di chiusure regionali. In Giappone è stato dichiarato un nuovo stato di emergenza a Tokyo e nelle vicine prefetture di Saitama, Chiba e Kanagawa, che entrerà in vigore l’8 gennaio. I cinema, come altri luoghi di socialità, verranno invitati a tenere aperto con orari ridotti e chiusura alle 20. La catena Toho Cinemas e altri esercenti hanno già annunciato che da venerdì 8 inizieranno a vedere solo biglietti per il giorno stesso.

Cinema aperti anche in Corea del Sud, ma la situazione è tutt’altro che ideale. La catena CJ CGV ha programmato la chiusura del 30% delle proprie sale nell’arco dei prossimi tre anni. La catena Lotte Cinema ha seguito l’esempio pianificando la chiusura del 20% dei propri cinema nei prossimi due anni. Entrambi hanno alzato il prezzo dei biglietti.

Medio Oriente

Egitto, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Bahrein, Iraq, Palestina e Tunisia sono i Paesi mediorientali in cui i cinema restano aperti. Sale chiuse invece in Algeria, Giordania, Kuwait, Libano, Libia, Marocco, Oman, Qatar e Sudan.

Australia e Nuova Zelanda

La Nuova Zelanda ha praticamente debellato il Covid-19 e infatti ha registrato uno dei cali più contenuti nel box office a livello globale: “solo” il 47,6%. I cinema sono aperti in buona parte, così come in Australia, dove dal 2 gennaio le mascherine sono diventate obbligatorie in tutte le aree al chiuso, cinema compresi.

Stati Uniti e Canada

Negli Stati Uniti non c’è un ordine federale di chiusura per le sale, che dunque possono aprire se i governatori dei singoli stati lo concedono. Nonostante ciò, anche dove è possibile tenere aperto alcuni operatori hanno scelto di non farlo, vista la mancanza di titoli. Regal, catena che fa parte del gruppo britannico Cineworld, ha annunciato che riaprirà 536 cinema a marzo.

Anche in Canada sono le dieci province e i tre territori a decidere, localmente, se aprire o meno. Quebec e Ontario, dove vive il 60% della popolazione canadese, terranno chiuso fino all’11 e 23 gennaio, rispettivamente. Nel resto del Paese i cinema invece possono restare aperti.

One thought on “La situazione delle sale nel mondo: dove sono aperti i cinema (e dove no)?

  1. Sí, ok, ma perché?
    A chi non conviene riaprire?
    Visto che non ci sono evidenze di pericolo e visto che tante attività commerciali con grandi affluenze simili restano aperte con controlli irrisori da parte delle autorità.
    Converrebbe meno ai proprietari delle sale che si riempirebbero moderatamente se avessero un minimo di prodotto da vendere o alle major che senza sold out continui vedrebbero i loro profitti scendere notevolmente ma non azzerarsi?
    E in tutto questo il governo che pensa di fare? Aspettare. Mah..

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