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Spettacolo: i 9 punti dell’Agis per le politiche del 2013

Migliore coordinamento delle risorse, reintegro del FUS, incentivi fiscali e lotta della pirateria. Sono alcune delle istanze urgenti che il settore avanza in vista delle elezioni, auspicando il riconoscimento del ruolo della cultura nell’economia e nella vita sociale del Paese.

Con l’avanzare della campagna elettorale, anche il mondo dello spettacolo ha messo nero su bianco le istanze che, secondo gli operatori, dovrebbero rientrare nell’agenda dei candidati alla guida del Paese. L’Agis, l’organo associativo del settore, in particolare ha elaborato un programma con nove urgenze da sottoporre all’attenzione dei futuri legislatori. Si parte  dalla necessità di una normativa organica che regoli lo spettacolo dal vivo e il particolare status dei lavoratori del comparto, fino a nuove certezze sul FUS, il Fondo Unico dello Spettacolo di cui viene ritenuto necessario un ampliamento, dopo i continui tagli operati negli ultimi anni.

Più in generale, l’associazione chiede il coordinamento delle risorse rivolte al settore, un patto tra lo Stato e le Regioni per permettere anche alla cultura di godere dei fondi strutturali stanziati dall’Europa per il periodo 2014-2020, l’estensione degli incentivi fiscali attualmente previsti per il cinema anche allo spettacolo dal vivo, oltre che la loro proroga nel tempo e una più ampia revisione dei balzelli che gravano sulle imprese di questo mercato. Immancabile inoltre il riferimento alla lotta alla pirateria audiovisiva e alle modifiche al quadro normativo sul diritto d’autore. Presenti, infine, anche la valorizzazione delle sale cinematografiche e teatrali quali luoghi fondamentali dia aggregazione civile e sociale, il sostegno alle imprese giovani e alla formazione.

Ai candidati premier, l’Agis chiede dunque “non certo interventi per la sopravvivenza, per la sussistenza”, ma di valutare l’importanza culturale ed economica del settore quale risorsa per il Paese, anche in virtù del suo ruolo nel promuovere l’aggregazione e la vitalità del tessuto sociale.

“Lo spettacolo italiano – dichiara l’associazione –  per crescere e svilupparsi ha bisogno di politiche concrete, per il mercato del lavoro, di tipo fiscale, industriale, di sostegno e promozione, di maggiore coordinamento dei ministeri e dei vari livelli dello Stato”. Anche per questo, e in ottemperanza del nono articolo della Costituzione,  si chiede al futuro Governo la nomina di un sottosegretario allo spettacolo nel contesto del ministero per i Beni e le Attività Culturali,  di cui per altro si auspica il ritorno al nome ufficiale di  Ministero della Cultura, “come affermazione e riconoscimento dei valori di cui essa è portatrice”.

 

 

Fonte: Giornale dello Spettacolo

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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