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Il Podcast di Cineguru: Intelligenza Artificiale tra nuovi orizzonti e timori. Ospite Roberto Recchioni

Roberto Recchioni ospite del nuovo episodio del Podcast di Cineguru, in cui si approfondisce il tema dell’Intelligenza Artificiale.

Nel nuovo episodio del Podcast di Cineguru, Davide Dellacasa parla con Roberto Recchioni del weekend cinematografico che si è appena concluso e che ha visto in prima posizione Il Regno del Pianeta delle Scimmie, seguito da Il Segreto di Liberato e dall’horror La Profezia del Male.

Ma al di là delle classifiche, ci sono temi che stanno rivoluzionando l’industria cinematografica e creativa nel suo complesso.
Il riferimento è al mondo dell’Intelligenza Artificiale e il suo impatto sull’industria creativa. Quali sono gli aspetti positivi e negativi di questa nuova era? E qual è il sentimento del pubblico nei confronti dell’IA?

Impossibile non parlare di SORA, un’incognita che promette di rivoluzionare ulteriormente l’industria cinematografica.

E poi, il mondo degli anime, con i giganti giapponesi che puntano a mantenere il controllo creativo senza adattamenti esterni.

In questo scenario in rapida evoluzione, il “Made by Human” diventerà un prodotto di primissima fascia.
Ma cosa sono veramente le Intelligenze Artificiali? E come si paragonano all’umanità stessa? E in un mondo sempre più postmoderno, dove finisce l’arte umana e inizia quella dell’IA?

Potete ascoltare il Podcast di Cineguru nei seguenti player.

Potete ascoltare il podcast anche ai seguenti link:

Ed ecco anche l’intera trascrizione del podcast:

Questa trascrizione è stata generata tramite un servizio di trascrizione. La versione attuale potrebbe non essere definitiva e potrebbe essere soggetta ad aggiornamenti

Davide Dellacasa
Buongiorno, buongiorno a chi ci ascolta. Oggi con me al posto di Robert che si è preso un paio di settimane di vacanza c’è Roberto Recchioni. Ciao Roberto.

Roberto Recchioni
Ciao, ciao.

Davide Dellacasa
Allora, prima di cominciare questa puntata del podcast in cui parleremo soprattutto di altro, un commento veloce sul box office di questo fine settimana. Siamo entrati un po’ nel nostro periodo di pena, abbiamo avuto un inizio d’anno e parte della primavera, così anche con un clima che ha favorito sicuramente il cinema, in cui abbiamo retto bene, in cui il box office è stato superiore a quello del 2023. Iniziato questo periodo in calo, anche questo weekend è in calo, il 20% in meno rispetto all’analogo dell’anno scorso e chiaramente inizia ad assottigliarsi un po’ la distanza tra l’incasso cumulato del 2024 e il 2023, cosa che comunque sapevamo e avevamo anche a mente predetto. Passando alle uscite di questa settimana, è uscito da noi, come negli Stati Uniti, Il Regno del pianeta delle scimmie. Negli Stati Uniti ha superato i 50 milioni di incasso, con un risultato che viene considerato comunque ottimo. Da noi il film è uscito di mercoledì e ha superato il 1.100.000 di incasso solo grazie al contributo della giornata di anticipo, perché altrimenti con solo il weekend sarebbe rimasto sotto il milione. Diciamo che è un risultato buono, interessante, ma non confrontabile con quello americano e anche vicino e sotto agli episodi precedenti, agli ultimi due episodi della franchise del Pianeta delle Scimmie. Quindi un bene, ma non benissimo. Avrebbe potuto andare meglio, ma abbiamo avuto probabilmente il primo weekend di vero bel tempo di tutto questo periodo. E infatti è stato un weekend con un incasso anche per i film in testa in calo. Al secondo posto abbiamo invece un evento. È la seconda settimana che c’è un evento in classifica e sul podio. La settimana scorsa era toccato a Sarò con te, questa settimana è al secondo posto Il Segreto di Liberato. È partito fortissimo il 9 maggio, considerando anche dell’incasso le anteprime della notte precedente, e ha continuato, diciamo, su buoni livelli fino ad arrivare al fine settimana. Ha totalizzato 661 mila euro nel fine settimana e 685, quindi considerando le anteprime. Insomma, questi eventi, che sono chiaramente eventi mirati, con un pubblico ben preciso eccetera, dimostrano non solo di ottenere buoni risultati, che in questo momento danno un importante contributo al weekend, ma anche di poter avere una tenitura un pochino più lunga. Al terzo posto abbiamo La profezia del male, che non partiva con aspettative enormi, ma si è comunque portata a casa un ottimo risultato di oltre 400 mila euro. Roberto, io non ho avuto occasione ancora di vedere Il Segreto di Liberato, tu visto che ne hai parlato sui social, hai visto, ci racconti qualcosa di questo titolo?

Roberto Recchioni
Sì, è un film anomalo perché in parte live action e in parte cartone animato, ma sarebbe il caso di dire anime perché è realizzato da Lorenzo Ceccotti, LRNZ che è probabilmente l’artista più influenzato d’Italia dal mondo dell’animazione giapponese. È un film che fa una promessa, cioè di rivelare il segreto di Liberato, e effettivamente la realizza, nel senso racconta il segreto di Liberato, che non è quello che tutti possono aspettarsi, cioè la sua identità, ma il perché Liberato è Liberato, come arriva a essere Liberato, che era una storia mai raccontata. Alla regia c’è Lettieri che è il regista di video di Liberato, diventa famoso per i video di Liberato, alcuni per un po’ hanno sospettato che lui stesso fosse Liberato, non è così. Lettieri che ha fatto un paio di film su Netflix molto interessanti che non riesce ancora avere un enorme esordio cinematografico in sala con un film narrativo, qui però fa un lavoro spettacolare. La particolarità del film appunto è la produzione, il fatto che contiene un 35 minuti di animazione di altissimo livello realizzata da Giuseppe Squillaci, regia co-regia, sempre di Ceccotti, che mostra come possa esistere una via diversa all’animazione italiana, con un tipo di approccio produttivo diverso, un tipo di design diverso. Funziona tantissimo, si sapeva che a Napoli sarebbe andato incredibilmente bene come è stato, il lancio è stato molto buono anche nel resto d’Italia, la tenuta sembra che ci sia, l’interesse sembra che ci sia, è stato anche accompagnato da un bellissimo video Il 9 maggio, il giorno di Liberato, è uscita la nuova canzone e il video che l’accompagna è realizzato con le parti animate del film. Sembra un bel progetto che speriamo possa dare seguito a qualcos’altro.

Davide Dellacasa
Bene, sì, io mi sono visto il video che, vabbè, sono un fan di Lorenzo Cecotti e come si può non esserlo mi sono visto il video e chiaramente è salita tantissima curiosità anche di andare a vedere il film. Senti, il motivo per cui sei qui oggi appunto è perché era da tanto tempo che volevamo farlo. Nel frattempo mi sembra che sia probabilmente passato un anno da quando ne parliamo. Era da tanto tempo che volevamo farlo e nel frattempo ne sono successe talmente tante di cose che probabilmente abbiamo anche occasione di avere le idee più chiare. Prendo quasi spunto da quello che abbiamo appena detto, da quello che ci hai appena raccontato, dal tema della creatività e dell’animazione e di quello che un po’ incombe su tutta, mi viene a dire sull’industria creativa ma non solo, perché in realtà incombe più o meno su tutti, molti più catastrofisti dicono, su tutti i lavori intellettuali del mondo, che è il tema dell’intelligenza artificiale e dell’impatto dell’intelligenza artificiale. Ora, senza andarci ad occupare dell’impatto su avvocati e altro, l’impatto sull’industria creativa. C’è già stato, mi sembra, già c’è, non si hanno ancora le idee chiare su dove si potrà arrivare e su come gestire tutto questo. È una preoccupazione che ha anche caratterizzato, se vuoi, lo sciopero degli attori e degli sceneggiatori dell’anno scorso. Usciamo da due settimane di trimestrali di tutta l’industria, chiaramente non solo dell’intrattenimento, ma quella della tecnologia chiaramente ha l’intelligenza artificiale al centro dell’attenzione, gli investimenti sono enormi, insomma dicci qualcosa tu.

Roberto Recchioni
Intanto è un discorso complesso perché come al solito l’Italia fa poi un po’ gioco a sé, esiste un tema reale dell’intelligenza artificiale, del suo utilizzo nell’ambito creativo e peraltro non solo creativo ma impatterà sul cinema a tantissimi livelli, penso anche il doppiaggio, le traduzioni saranno probabilmente il primo settore a vederne gli effetti non positivi per chi lavora al suo interno, positivi per chi cerca un modo per ottimizzare i costi. Il problema però, dicevo, è l’Italia, nel senso che in Italia noi siamo capacissimi di trasformare un po’ tutto in una barzelletta. In questo momento c’è una grande infatuazione per il termine “intelligenza artificiale” che porta a determinate cose che non sono affatto magia, che non si possono ricondurre a quell’idea di magia dell’intelligenza artificiale ma una sorta di mezze truffe. Faccio l’esempio del video di LRNZ perché ne stavamo parlando. Nello stesso giorno dell’uscita del video di di Liberato e quindi di LORNZ, che è un video realizzato con tecniche tradizionali, animazione relativamente tradizionale, nel senso come si fa oggi l’animazione che è completamente assistita dal digitale ma è realizzata da estremi, ma è uscito anche un video di Dito nella piaga, sbandierato, interamente realizzato in intelligenza artificiale e in animazione. che ha lasciato perplessi tutti quelli un po’ esperti, perché noi sappiamo dov’è in questo momento il soffitto di vetro dell’intelligenza artificiale, che adesso per la realizzazione di video è un’intelligenza artificiale generativa, non ancora rilasciata commercialmente, a cui non si può accedere facilmente, che realizza effettivamente risultati molto interessanti, spaventevoli secondo alcuni, ma nessuno ha accesso a SORA, di sicuro non Dito nella piaga. Il video è una sorta di morphing, di immagini concatenate insieme, di vera animazione, non ha niente. Però è bastato il concetto di “è fatto con l’intelligenza artificiale” per portare Dito nella piaga a parlare un po’ ovunque, nelle testate giornalistiche, in radio, in televisione e tutto il resto. E questa è la menzogna, nel senso che in questo momento ci sono mostre di artisti che lavorano con intelligenze artificiali, interi progetti, interi produttori che si stanno lanciando su questa cosa, in realtà stiamo assistendo a quel momento in cui ti vendevano gli televisori HD Ready, cioè quel televisore che ti diceva sono HD, poi non erano HD, erano pronti per l’HD, ma poi quando fosse arrivato l’HD dovevi comprare un vero HD, nel senso le cose che ci stanno vendendo su cui, un po’ come col Metaverso, I più furbi e veloci stanno cercando di capitalizzare soldi e prendere soldi dallo Stato sostanzialmente. Non sono quello che è l’intelligenza artificiale, anzi creano un’illusione anche negativa di quello che l’intelligenza artificiale può fare. Poi ci stanno altri temi, differenti intendimenti. Penso per esempio alla campagna americana, che poi ha riguardato anche l’Italia, di Civil War, in cui un film che rifletteva sulla realtà, sul testimoniare la realtà e sul testimoniare il racconto, ci ha portato ad avere dei poster realizzati in intelligenza artificiale male, peraltro, perché poi le intelligenze artificiali si possono usare bene o male, e in quel caso era stata usata abbastanza male, che ha generato un ritorno negativissimo per A24 che si è vista ai social bombardati di commenti negativi per oltre una settimana perché era un’idea sciocca, sciocca per il contesto del film, non ben realizzata, in più non si è ancora capito il sentiment del pubblico che sembra molto negativo nel confronto delle immagini palesemente raccontate nell’intelligenza artificiale in determinati contesti, quindi la situazione è questa. Dove andiamo a parare? Andiamo a parare verso SORA. SORA è questa intelligenza artificiale con cui hanno realizzato un primo corto, effettivamente impressionante, live action. Live action per modo di dire, comunque, che sembra vero, mettiamola così. SORA presumibilmente impatterà molto. Come? È tutto da capire. I più realisti che sanno un po’ come funziona l’intelligenza artificiale sanno che probabilmente una grande fetta del lavoro che sarà nell’inizio dell’intelligenza artificiale non sarà quello di darci il film fatto interamente in intelligenza artificiale, anche se sul brevissimo una qualche cosa orribile Così uscirà, che sarà assolutamente deleteria tanto per l’intelligenza artificiale quanto per il lavoro, ma poi diventerà uno strumento di produzione, nel senso andrà a sollevare i carichi di lavoro nella color correction, andrà a sollevare i carichi di lavoro nella creazione di visual che poi andranno a loro volta elaborati. Dove impatterà tanto, in particolare nei paesi che sono molto forti nel doppiaggio, il primo posto sarà sicuramente nel doppiaggio. Una cosa che stanno facendo molto bene in questo momento le intelligenze artificiali è la simulazione della voce e l’idea, alle major, l’idea di poter girare un film, schiacciare un tasto e avere praticamente in tempo zero lo stesso film doppiato in tutte le lingue con la voce di Tom Cruise, che è la voce di Tom Cruise tanto in America, quanto in Inghilterra, quanto in Giappone, quanto in Germania e quanto in Italia. è abbastanza affascinante. Andremo verso un futuro in cui il file del film probabilmente sarà unico, sarà inviato direttamente dalle major e eliminerà tantissimi aspetti che oggi ci sembrano inalienabili, tra cui appunto il doppiaggio.

Davide Dellacasa
Sì, il doppiaggio che già ora è meglio perché mi viene sempre da pensare al confronto, per chi se li ricorda, con i film doppiati dalle compagnie aeree. Non so se ti ricordi quando in aereo riuscivi a vedere dei film che comunque non erano ancora usciti. Unica pecca è che il doppiaggio era un doppiaggio fatto fatto in economia dalle compagnie aeree ed era abbastanza raccapricciante. Il doppiaggio fatto all’intelligenza artificiale già oggi è molto avanti rispetto a quello… Avanti.

Roberto Recchioni
E soprattutto fa gola anche agli attori perché per la prima volta potranno essere loro in ogni nazione. Noi comunque viviamo della percezione di attori che sono diversi, al di là di me che non tollero il doppiaggio, però la gente è abituata a pensare che Stallone recita come Pacino, che recita come De Niro, perché avevamo una serie di doppiatori molto caratterizzati, molto forti, che imponevano moltissimo la loro visione e quegli attori sono così. Per la prima volta si può iniziare a ipotizzare un’idea che sentiremo la voce di Tom Cruise solo che parlerà in italiano. Altro tema che è un tema importante perché anche in termini di segmento commerciale è enorme è quello degli anime. I giapponesi stanno gettando a testa bassa sulle traduzioni fatte con intelligenza artificiale, i grandi gruppi industriali giapponesi dell’animazione e del manga hanno fatto un’enorme società per eliminare l’idea che devi far tradurre i tuoi fumetti a qualcun altro, devi farli adattare a qualcun altro, devi doppiarli a qualcun altro. Crunchyroll sta investendo tantissimo nell’ambito di traduzione. Noi sappiamo che presumibilmente l’ambito di traduzione, adattamento e doppiaggio sarà il primo ambito dove veramente impatterà nel settore. Poi gli altri effetti che stiamo vedendo nel settore in questo momento sono un po’ più un’infatuazione del momento, appunto come quando tre anni fa tutti facevano Metaverse o come 5-6 anni fa tutti facevano NFT. poi un po’ evapora. In maniera più invisibile invece nell’industria si affermerà.

Davide Dellacasa
Hai toccato molti punti, cominciando da quello dell’intelligenza artificiale, come hai messo il dito nella piaga con l’intelligenza artificiale come strumento di vendita che chiaramente è diventata una parola chiave che si infila in qualsiasi cosa perché oggi se non hai l’intelligenza artificiale in quello che fai non sei insomma allineato col tempi e via dicendo e quindi è chiaro che è una keyword, una buzzword anzi, che ti permette di vendere e quindi viene usata ed abusata. Nel campo dei servizi tecnologici, insomma, me ne capitano tutti i giorni di siti che offrono dei servizi che sono rimasti bene o male uguali a ieri, soltanto che ora in homepage c’è il fatto che usano l’intelligenza artificiale. Ed è anche vero che chiamiamo intelligenza artificiale il risultato di algoritmi di elaborazione dei dati che bene o male forse esistono da più tempo di chatGPT o meglio della popolarità di chatGPT ed è sicuramente un tema, dobbiamo capire e forse in Italia è peggio che altrove non lo so in realtà perché magari serve da noi per andare a prendere soldi dallo Stato, ma altrove serve comunque per andare a prendere soldi. E chiaramente hai fatto un veloce excursus su dove l’intelligenza artificiale generativa, che è poi quella di cui stiamo parlando, nello specifico, perché anche lì ci sono un sacco di malintesi su cosa si intende per intelligenza artificiale. Quella con cui ci siamo confrontati, più o meno tutti, non so chi è che non ci ha giocato, anche perché è arrivata sui telefoni di tutti con delle app che bene o male generavano i tuoi ritratti o le tue facce in qualsiasi epoca della storia recente, e il nodo è proprio per quanto riguarda la nostra realtà un pochino il rapporto con la creatività. Me l’hai raccontata ma volevo qualcosa di un pochino più personale, te proprio come rappresentante dell’industria creativa come la vivi nel senso che io la vedo ad esempio in ufficio dove mi trovo spesso e volentieri a dire alle persone “Ma usala fai prima!” per determinate cose, per determinati task e io per primo mi ritrovo ogni tanto a dire vabbè lo faccio così e ho sempre un rapporto un pochino che mi sembra che devo mettere da parte il mio ego per usarla e poi però il risultato mi convince, non sempre. E te come lo vivi il tuo rapporto con uno strumento che può scrivere al posto tuo, mettiamola così?

Roberto Recchioni
Ma sai, il discorso è che dipende dal lavoro. Io come artista, fumettista o sceneggiatore mi vedo nel prossimo futuro come quelli che fanno il vino doc di origine controllata e noi faremo fumetti e opere di origine umana controllata sostanzialmente, Made by Human. Il che significa che ci sarà un prodotto di primissima fascia che verrà garantito perché fatto dagli esseri umani, magari con l’aiuto dell’intelligenza artificiale sulle cose noiose, e poi un prodotto che potremmo definire mass consumer invece interamente o largamente realizzato dall’intelligenza artificiale. Io non mi sento particolarmente minacciato dall’arrivo dell’intelligenza artificiale, se non fosse per quei lavori che so, che non avendo la necessità di un human touch particolare, andranno a perdersi. C’è tutta una serie di lavori della grafica, una serie di lavori del disegno business to business, cioè quel disegno di produzione che non arriva al grande pubblico, ma rimane per esempio dietro alle spalle di un film in cui l’intelligenza artificiale sta in effetti dilagando, ma ripeto, sta dilagando perché stiamo nella fase di innamoramento, poi incominciano tutti a rendersi conto che i prodotti arrivano tutti fatti in una certa maniera, sono molto omologati, anche cambiando l’intelligenza artificiale generativa, comunque i risultati stanno dentro una più precisa sfera, diventa è solo una questione di prendersi il proprio tempo e non farsi prendere dal panico. In altri lavori sono comode, nel senso che ci sono degli aspetti del mio lavoro che mi annoiano, che le intelligenze artificiali fanno abbastanza bene e quindi ottimo. Ci sono altri aspetti del mio lavoro, per esempio, torniamo al discorso delle traduzioni, una cosa che le intelligenze artificiali fanno davvero bene sono le traduzioni e questo mi ha permesso di entrare in contatto con editori con cui prima avevo fortissimi problemi linguistici, per esempio i giapponesi, dove l’intelligenza artificiale diventava uno strumento fantastico perché sto parlando alla pari con persone con cui invece prima solo per scambiarci una mail diventava complicato. Detto questo, una cosa che hai toccato che secondo me è anche importante, c’è anche una percezione di che cosa sono le intelligenze artificiali che è un po’ un ballerina, nel senso oggi ancora sentiamo il luogo comune delle intelligenze artificiali non sanno fare le mani quando fanno immagini, non sanno fare le scritte. Sì, quelle gratis. Nel senso, il problema vero è che anche tante aziende non si prendono neanche lo scrupolo di andare a pagare le AI evolute a pagamento, cioè le versioni più nuove utilizzano quelle che trovi appunto sul cellulare. Quelle lì stanno molto indietro rispetto a dove siamo effettivamente. Dove siamo effettivamente sotto molti aspetti è davvero impressionante.

Davide Dellacasa
Senti, è un tema che ha avuto anche, se vuoi, tutto inizia e inizierà e avrà sempre di più chiaramente un aspetto ideologico, un pensiero comunque alle spalle. Il tema è anche quello dell’addestramento dell’intelligenza artificiale, che sappiamo essere stato fatto chiaramente su tutto lo scibile umano digitalizzato in qualche modo, almeno fin dove si doveva arrivare, e infatti è cominciata questa fase che almeno finché non vengono loro stessi sostituiti dall’intelligenza artificiale farà la fortuna degli avvocati nei prossimi anni chiaramente per le violazioni di copyright e via dicendo. Qualcuno sta iniziando chiaramente a pagare per l’accesso ai database con cui si addestrano l’intelligenza artificiale, qualcun altro pone l’argomento su cui c’è stato un po’ da discutere, che in fondo anche gli uomini e le persone si formano guardando a quello che hanno fatto altri. e poi generano un’opera originale. Chiaramente una cosa è un uomo, altri ti rispondono una cosa è un uomo, un’altra è una società. Se non sbaglio era proprio Lorenzo Ceccotti che in un articolo molto bello che scrisse sul tema disse “Una cosa è una società di capitali che lo fa”. Anche qui, come vedi questo aspetto? È giusto paragonare l’uomo e OpenAI per dire che chiaramente Insomma, c’è un discreto confronto tra la quantità di conoscenza che può accumulare ciascun artista, o comunque creativo, insomma, perché continuiamo a parlare di artisti ma è un tema, se vuoi, più ampio, e poi la generazione di un’opera.

Roberto Recchioni
Intanto partiamo dal presupposto: noi nelle nostre banche dati, per usare un termine desueto, con cui addestriamo l’intelligenza artificiale, c’è tantissima roba che noi abbiamo preso nel corso del tempo senza chiedere permesso a nessuno sostanzialmente. è così che funziona e la narrazione quando iniziano a nascere serie polemiche che stanno cercando di impostare con il popolo è “Guardate le meraviglie che vi diamo rubando, se non rubassimo tutte queste cose, strumento meraviglioso che renderà democratica l’arte, cioè permetterà a tutti di farsi il proprio film, il proprio fumetto, la propria illustrazione, la propria canzone, non ce l’avrete mai”. Che è una bella cazzata nel senso, perché poi non è che se vado da loro e dico “Vabbè guarda, tu rubi a me, io rubo a te, dammi il tuo codice sorgente”. Proteggono tutto, mettono sotto copyright tutto, fanno causa a chiunque, anche se solo faccia qualcosa che gli somigli. OpenAI, sono i cattivi del mondo, è un dato di fatto. Detto questo, è sempre una fase di transizione, nel senso è chiaro che le intelligenze artificiali generative sono arrivate prima che la legislazione fosse anche solo vagamente pronta e che quindi siamo in una feroce rincorsa per riuscire ad adeguarci. Ci sono delle cose che corrono parallele, che sono corse parallele nella storia dello sviluppo. Tanti fanno l’esempio, per esempio, della musica, dell’hip-hop, di quella musica che fa del prendere brani di altri, samples di altri, campioni di altri e combinarli in forme nuove. Certo, ma ci sono state discrete cause nell’ambito e si è arrivata a una legislatura per cui se una volta nell’hip-hop era tutto selvaggio, tutti prendevano il sample, la traccia di tutti e tutti facevano quello che pare, adesso devi pagare e è quel punto, bisognerà arrivare a un punto in cui le intelligenze artificiali nel momento in cui accedono a una tua immagine, a un tuo suono, a un tuo qualcosa, ti riconoscano degli infinitesimali centesimi che però poi magari corrispondono a farti uno stipendio. In realtà è anche un’opportunità di lavoro, tantissimi artisti per esempio stanno iniziando a generare cose per intelligenze artificiali. Molte aziende sane che stanno lavorando sull’intelligenza artificiale stanno sviluppando delle cose loro. Poi c’è l’altro tema di capire che cosa ci mettiamo in questi database perché anche come le alimentiamo poi definisce il risultato finale e dà anche il gusto, se vogliamo, dell’intelligenza artificiale. Sul corrispettivo tra l’artista che guarda e integra, prendiamo un film di Tarantino. Un film di Tarantino come Kill Bill non contiene neanche un singolo shot che non sia derivativo da un altro film. È un lavoro di postmodernismo totale che Tarantino fa, una sorta di esercizio artistico per cui ogni singola inquadratura di Tarantino, che sia un film famoso, che sia quel film misconosciuto che ha visto solo lui, deriva da un altro film. Anche su Tarantino c’è una polemica, anche il postpodernismo ha sempre generato la polemica dell'”ok, ma allora tu?” E la risposta è sempre beh, l’allora io, cioè quello che mette l’artista intanto che lo rifaccio e quindi lo rienterpreto secondo la mia sensibilità, ma anche come l’accosto insieme, come lo ricostruisco insieme. Ma stiamo parlando appunto di singoli esseri umani, singoli artisti con cui possiamo andarci a confrontare e caso per caso valutare se hanno fatto un lavoro etico o se stanno a rubare. Nel caso di enormi società, tutto questo discorso decade perché non stiamo parlando del singolo artista, ma di enormi società che fanno questa cosa in maniera industrializzata per fini di lucro, quindi il meccanismo mi sembra un po’ diverso quando qualcuno si lancia in questi paragoni un po’ azzardati.

Davide Dellacasa
Hai toccato un tema e ne hai sfiorato un altro che, allora, fin dall’inizio, quando hai detto OpenAI è il male, mi viene da ridere perché io ho sempre trovato estremamente così suggestivo il fatto che, per chi non lo sa, OpenAI è fortemente, diciamo, sostenuta da Microsoft, che non a caso ha avuto un andamento in borsa, insomma, negli ultimi 12-18 mesi assai interessanti. Ho sempre trovato molto affascinante.

Roberto Recchioni
E lo ringraziamo perché ne siamo azionisti, peraltro.

Davide Dellacasa
Esatto, però ho sempre trovato estremamente affascinante che quella che potrebbe essere la potenziale Skynet del futuro giri su server Microsoft. Non poteva essere altrimenti, insomma, una suggestione che mi invita. E l’altra cosa che hai detto, che poi parlando con te mi fa sorridere più del solito, hai detto che dipende da come viene addestrata e anche lì quando penso ai catastrofisti Se ci pensi, se l’intelligenza artificiale va a leggere la narrativa su come si è evoluto il rapporto tra noi umani e l’intelligenza artificiale, trova solo conflitti. Quindi non so se saprà inventare in caso un esito migliore, perché le storie in cui l’uomo convive bene con l’intelligenza artificiale mi sembrano più uniche che rare in realtà, quindi…

Roberto Recchioni
L’interessante è che qualcuno si è chiesto, ma se mettiamo l’intelligenza artificiale a fronte di tutto il nostro scibile, se si vede per come è rappresentata, non è che penserà, cioè penserà tra virgolette perché lo sappiamo che le AI non pensano, però non è che arriverà alla conclusione che si deve comportare così, cioè che saremo artefici di una sorta di gigantesca profezia autoavverante?

Davide Dellacasa
Eh, c’è un rischio. Bisognerebbe cominciare a fare un po’ di narrativa in cui va tutto bene, ma non so se basta.

Roberto Recchioni
No, bisognerebbe farne un sacco.

Davide Dellacasa
Non so se basta sistemare tutti questi anni di Matrix, chiamiamola così. Senti, vabbè.

Roberto Recchioni
Io ho sempre paura dei robot quando guarderanno come quelli di Boston Dynamics facevano i test sui robot.

Davide Dellacasa
Esatto, sì sì, perché veramente quelle immagini sono sempre i maltrattamenti peggiori, i dispetti gratuiti, gli sgambetti.

Roberto Recchioni
Me lo vedo proprio il film tra duecento anni, quello che vincerà gli Oscar tra duecento anni su sto robot che vede i vecchi video di duecento anni prima di come l’umanità testava i robot e fa guarda come ci trattavano.

Davide Dellacasa
E da lì appunto abbiamo autoavverato che Terminator potrebbe avere le sue buone ragioni, diciamola così.

Roberto Recchioni
Esatto, esatto.

Davide Dellacasa
Senti, potremmo andare avanti per ore, mi sembra che un po’ di riflessioni spero interessanti vi sia arrivate, se non hai nulla da aggiungere ti ringrazio.

Roberto Recchioni
Grazie a voi.

Davide Dellacasa
E a presto.

Roberto Recchioni
Ciao ciao.

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