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Cosa ci insegnano E’ stata la mano di Dio, Netflix e Sorrentino

Quanto ha incassato E’ stata la mano di Dio? Ma soprattutto, su che temi importanti deve farci riflettere?

Ultimamente, sta capitando spesso che io e Michele Casula affrontiamo gli stessi argomenti. E magari con punti di vista molto diversi, come capita anche adesso sulla questione “Netflix e il film di Sorrentino”, di cui lui ha già scritto in questo articolo.

L’uscita in sala di E’ stata la mano di Dio ha fatto sicuramente bene al Mercato italiano. Quanto bene, non si può dire a livello ufficiale e con certezza, visto che gli incassi non sono stati comunicati dalle sale al Cinetel (con un po’ di confusione nel primo giorno, in cui alcuni dati sono trapelati). Ma come ormai succede quasi sempre con tutto quello che riguarda Netflix, nel bene e nel male ha tirato fuori tante cose interessanti nel nostro settore.

Iniziamo dalle basi. In queste situazioni, la domanda ricorrente è “perché Netflix non ha concesso una finestra cinema più lunga al film e un maggior numero di copie”? Il punto di vista è interessante: si vede il film in questione come un prodotto per la sala (d’altronde, è diretto dal premio Oscar Paolo Sorrentino!) e quindi si rimane perplessi da una strategia che non la vede come centro indiscusso del lancio. Tuttavia, la realtà è diametralmente diversa: si tratta di un film per una piattaforma, che – da quello che so – ha investito una cifra notevole (cifra che nessun produttore/distributore avrebbe pensato di tirar fuori per un film-cinema) e che quindi vuole rientrare del suo investimento. (piccola nota personale: magari qualcuno troverà contraddittorio da parte mia questa posizione, visto che ho recentemente parlato del pericolo di uscite in day and date o con finestre di sfruttamento sala troppo brevi. Ma un conto è parlare di prodotti per il cinema – e che magari, nel caso dei film italiani, prendono tutta una serie di contributi statali ‘cinema’ – e un conto è parlare di prodotti non cinema, come quelli appunto realizzati da una piattaforma).

Ecco quindi che tre settimane di finestra cinema e 250 copie non sono poche, ma sono esattamente tre settimane e 250 copie in più di quello che conviene a Netflix. Da questo punto di vista, inutile stare a vedere quanto è stato l’incasso reale nei cinema: Netflix ha come unico business quello degli abbonamenti alla piattaforma (che non sono un biglietto ‘unico’, ma un’entrata mensile – potenzialmente a vita – per gli iscritti che rimangono ‘fedeli’) e l’uscita in sala non aiuta in questo senso. Se non fosse per la richiesta dei registi stessi (Scorsese, Cuaron e appunto Sorrentino) per questi film prestigiosi, è evidente che Netflix avrebbe fatto meglio a effettuare un’uscita ‘fittizia’ in pochissime sale.

D’altronde, vi ricordate le polemiche per le puntate de L’amica geniale o di Gomorra presentate con la classica uscita evento nelle sale prima del passaggio sul piccolo schermo e che poi sono arrivate in televisione circa dieci giorni dopo? Non ve le ricordate? E avete ragione, infatti non ci sono state polemiche. D’altronde, perché ci sarebbero dovute essere? Erano prodotti televisivi, che aveva assolutamente senso proporre al cinema (e i dati lo dimostrano), ma che avevano ovviamente un prioritario sfruttamento sul piccolo schermo. Nessuno quindi si è sognato di chiedere una tradizionale finestra cinema per questi titoli.

Qual è invece adesso il problema con Netflix? Si parla molto delle sale che non hanno potuto ottenere il film. Al di là di come sono andate le cose (i punti di vista divergono molto tra distributore, Lucky Red, e alcuni esercenti), non è che sia esattamente la prima volta che piccoli cinema non possono proiettare un film, per varie ragioni. Mi viene da pensare che siamo alle solite: attaccare la piattaforma straniera che ‘danneggia’ il cinema italiano e le sale, perché pensa solo al ‘profitto’ derivato dagli abbonamenti. D’altronde, è quello che ha scritto in un comunicato (in cui si denunciava il fatto di non potere avere il film) la Sala degli Artisti di Fermo:

“È evidente che per Netflix l’unico obiettivo sia aumentare i propri abbonati e l’uscita in sala è solo un dazio da pagare per accedere ai finanziamenti pubblici e per beneficiare del tax credit, o per evitare l’esclusione dei propri film dai festival e dalle candidature Oscar».

Peccato che il film non si è avvalso del tax credit (e quindi ha fatto risparmiare allo Stato diversi milioni), che ormai il passaggio al Festival di Venezia è già avvenuto (e certo non era legato al numero di copie di uscita in sala in Italia) e che le candidature Oscar al massimo richiedono un passaggio del film a Los Angeles, non certo a Fermo. Con le attuali regole, peraltro, la pellicola – anche se avesse preso tutti i contributi possibili – poteva tranquillamente uscire come evento di tre giorni in pochissimi schermi e poi arrivare su Netflix dopo dieci giorni (strada che sempre più titoli italiani – questi sì beneficiari del tax credit – stanno prendendo).

Per quanto riguarda il discorso di non comunicare gli incassi, per me la questione è semplice: il film ha una finestra molto ridotta (rispetto a un film cinema tradizionale), cosa che sicuramente scoraggiava chi ha un abbonamento a Netflix. Nulla vieta ovviamente di vederlo prima al cinema e dopo anche a casa o comunque di volerlo vedere sul grande schermo, ma sicuramente una fetta di spettatori è meno motivata. E poi, c’è l’assenza grave del film nei cinema The Space e UCI (che fanno parte di realtà internazionali, che non accettano finestre così corte), le due maggiori catene in Italia e che rappresentavano circa il 40% dei biglietti staccati prepandemia.

Quindi, in queste condizioni poteva il film raggiungere i migliori risultati di Sorrentino? Secondo me no. Tuttavia, da quello che so ha conquistato un risultato fantastico, ma è ovvio che Netflix non ha nessun motivo di diffonderlo e quindi subire paragoni sfavorevoli con altri titoli dello stesso regista. Quanto fantastico? Marco Giusti su Dagospia dice “a naso, a calcolo facile rispetto a quanto sono piene le sale, dovrebbe essere tra i due milioni – due milioni e mezzo minimo di incasso nel week end”. Temo che questo ragionamento comporti il grosso rischio di fare i conti sulle sale di Roma/Milano ed estenderli anche alla provincia (dove ovviamente il film non incassa allo stesso modo), con una sopravvalutazione dei dati. Ma vediamo invece i migliori esordi di questo regista:

Youth aveva fatto 2,6 milioni nel weekend 20-24 maggio 2015 (con esordio il mercoledì), per poi chiudere a 6 milioni

La grande bellezza 2,3 milioni nel weekend 21-26 maggio 2013 (martedì)per poi chiudere a 7,3 milioni

Loro 1,7 milioni nel weekend 24-29 aprile 2018 (esordio di martedì, con un mercoledì 25 aprile festivo), per poi chiudere con un totale di 4,1 milioni

This Must Be The Place 1,5 milioni nel weekend 14-16 ottobre 2011 (esordio di venerdì), per poi chiudere a 6,1 milioni

Questi titoli uscivano poi in un numero di copie ovviamente molto più alto (Loro 1, per esempio, è arrivato in 540 sale) e potevano sfruttare una finestra cinema regolare. Per fare 2,5 milioni in 250 sale, bisogna fare 10.000 euro di media copia, cosa che sicuramente il film di Sorrentino ha fatto in alcuni cinema di Roma e Milano, ma non certo in tutte le sue copie nazionali. Per capirci, ecco le medie nei primi weekend dei cinque maggiori incassi in questo 2021:

Eternals: 4.286 euro

No Time To Die: 2.680 euro

Dune: 4.493 euro

Venom: La furia di Carnage: 6.811 euro

Me contro te – Il mistero della scuola incantata: 2.041 euro

A dire il vero, alcuni di questi titoli (Me contro te e Eternals) risentono di un’uscita al mercoledì che ha abbassato la media. Ma chiaramente, se questi film hanno faticato ad arrivare a 5.000 euro (con la lodevole eccezione di Venom), non si può chiedere a E’ stata la mano di Dio di fare 10.000 euro di media e senza i cinema di The Space e Uci. Personalmente, da quello che ho sentito in giro, mi arrischio a dire che il film potrebbe aver incassato una forchetta tra il milione e 1,3 milioni. Risultato che, ripeto, sarebbe comunque straordinario.

Tornando al discorso generale, io sono d’accordo con Michele che questo sia “un tema da affrontare nella prospettiva dell’interesse superiore dell’industria” e sarei felicissimo di avere a disposizione dei dati Cinetel accurati, come per tutti gli altri film che escono in sala in Italia (ammesso e assolutamente non concesso che tutti i dati dei film siano accurati e veritieri, facciamo che mi fermo qui), ma non vedo quale soluzione sia possibile. Se per assurdo ci fosse un obbligo di comunicare i propri dati (e/o di prolungare la propria finestra in sala), Netflix molto probabilmente potrebbe decidere di non passarci proprio in sala, cosa che ha tutto il diritto di fare. E certo non sarebbe un vantaggio per il Mercato italiano.

Va anche detto, sinceramente, che i dati di un film del genere, per quanto ottimi per le modalità di sfruttamento scelte (leggi, numero di cinema limitato a 250 e finestra di esclusiva di sole tre settimane), non cambiano certo il Mercato da soli. Insomma, non sarà qualche milione di euro a modificare non dico i dati annuali, ma neanche quelli di novembre 2021, che sono preoccupanti e di cui parleremo meglio giovedì mattina.

Quello che è sicuro è che Netflix ha investito molti soldi su un film, ha concesso il suddetto film alle sale con una finestra di tre settimane (che per i suoi standard non sono poche, anzi) e si ritrova a subire forti critiche, nonostante la boccata d’ossigeno che ha offerto agli esercenti. L’impressione è che, come solito, Netflix è perfetto come capro espiatorio di tensioni che al momento sono molto forti, visti gli incassi generali di questi ultimi due mesi inferiori al 45% rispetto al 2019 e tanti film italiani che non hanno brillato.

Qui, per la cronaca, non si tratta di difendere Netflix, che peraltro si difende bene anche da sola. Ma è importante cercare di fare attenzione a quali sono veramente i problemi del Mercato italiano. E non inventarcene alcuni che non hanno ragione di essere…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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