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Una fotografia della ripresa cinese

150 milioni di spettatori in due mesi, 678 milioni di euro di incassi: ecco la performance del mercato cinese dopo le riaperture di luglio

A gennaio, quando la Cina è stata travolta dall’epidemia di Covid-19, il mondo intero ha osservato da distante una sequela di eventi che sarebbero diventati tristemente famigliari qualche mese dopo. Tra questi, la chiusura delle sale cinematografiche come misura precauzionale per evitare la diffusione del coronavirus. Una misura che ha colpito duramente il mercato locale proprio in occasione del capodanno cinese, una delle finestre più remunerative dell’anno. La perdita per le sale cinesi in quel periodo è stata stimata intorno ai 30 miliardi di yuan (circa 3,7 miliardi di euro).

Il copione dei mesi successivi è abbastanza noto: intorno al 20 marzo, la Cina ha tentato la timida riapertura di 500 sale, il 4% delle 70 mila sale cinesi. Ma purtroppo il governo ha fermato subito tutto per paura di una nuova ondata di casi. Inoltre, l’assenza di nuovi titoli, che ha costretto le sale a dirottare su repliche (The Wandering Earth, Wolf Warrior 2, Green Book) non ha aiutato. Le principali catene sono rimaste chiuse e il grosso degli spettatori se ne è restato a casa.

Il 20 luglio è arrivata la vera riapertura, con l’obbligo di ammettere il 50% degli spettatori. Poco dopo si è potuto tenere lo Shanghai International Film Festival e, dal 25 settembre, i cinema hanno potuto operare al 75% della capienza. Altro dato notevole: sin dal 20 luglio, sono usciti, tra novità e repliche, oltre 150 film nelle sale cinesi.

Una ripresa senza eguali

Stando ai dati forniti dalla società di analisi dati sul cinema Dengta e dalla piattaforma di prevendite Taopiaopiao il 20 settembre, dal 20 luglio 150 milioni di spettatori si sono riversati nelle sale, per un box office totale di 5,4 miliardi di yuan (678 milioni di euro). Film cinesi come The Eight Hundred e Love You Forever hanno riscontrato un successo maggior di quello di film esteri come Tenet e 1917. Una ripresa che va ben oltre i risultati del resto del mondo.

I dati riferiscono inoltre che molti più spettatori sono tornati a vedere The Eight Hundred per una seconda volta rispetto a Tenet. E che la fascia d’età che più di tutte ha contribuito al rilancio delle sale è quella dei nati dopo il 1995, che hanno sostenuto sia film locali come Love You Forever che repliche come Harry Potter e la pietra filosofale. In questo caso, il gruppo nato dopo il 1995 ha contribuito il 20% in più rispetto a quello dei nati dopo il 1985.

Il prezzo del distanziamento

L’impatto del coronavirus si è fatto sentire su un’abitudine chiave del pubblico cinese. Prima della pandemia, molti spettatori acquistavano biglietti in gruppo per ottenere sconti. Oggi questa abitudine è scesa del 6%, e gli spettatori preferiscono pagare un prezzo standard pur di mantenere il distanziamento sociale.

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Fonte: Celluloid Junkie

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