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Come è andato Cinema in Festa?

Numeri molto importanti, non solo come presenze, ma anche per gli incassi. In certi casi, aspettative poco realistiche, ma che sono sintomatiche di problemi più gravi. Un bilancio…

La sala Imax

Per capire meglio come è andata Cinema in festa, l’iniziativa che per cinque giorni ha permesso di vedere film al prezzo scontato di 3,5 euro, partiamo proprio da come sono andate quelle giornate, prima, durante e dopo.

Come siamo arrivati a Cinema in festa
Il confronto con gli anni precedenti è già partito bene, considerando che la giornata di sabato 17 settembre (l’ultima a prezzo ‘pieno’) non aveva visto cali sensibili. In effetti, giovedì 15 settembre perdeva circa il 62% rispetto all’analoga giornata del 2021, venerdì 16 si calava del 50% e sabato 17 solo il 25%. Vero che il confronto era contro Dune (partito forte già nel primo giorno), ma se gli spettatori avessero voluto puntare solo al biglietto ridotto, la giornata di sabato 17 sarebbe andata deserta.

Cinema in festa: 18-22 settembre
Domenica 18 (la prima dell’iniziativa) era già partita forte (+48% sul 2021), cosa che in altre edizioni dei Cinema Days non è avvenuta (con molti spettatori che arrivavano inconsapevoli del biglietto scontato). Ma, soprattutto, è cresciuta in maniera forte nei giorni successivi, arrivando a un giovedì 22 da +256% sul 2021 (ovviamente il dato di Dune era meno forte, ma si tratta comunque di un risultato molto importante e significativo). In totale, 4.043.751 euro di incasso e 1.142.016 presenze. Numeri così alti significano che, a differenza magari di altre occasioni, non c’è il danno di aver generato magari meno incasso del normale, perché quando si aumentano così tanto i biglietti venduti, i conti tornano anche a livello economico (anche se non dovrebbe essere quello l’obiettivo principale dell’iniziativa). E dati molto significativi soprattutto al sud (come ha evidenziato Stefano Radice nel suo pezzo di qualche giorno fa) e che fanno capire come la difficoltà di tante famiglie nel far quadrare i conti hanno un impatto anche sulla frequentazione delle sale. Ovvio che poi ci sono anche forti differenze tra regione e regione (agli estremi, un +630% della Sicilia da una parte e un +233% della Sardegna dall’altra) e andrebbero approfonditi per capire le ragioni.

La tenuta post-Cinema in festa
Era normale aspettarsi un calo evidente tra i cinque giorni di iniziativa a 3,5 euro e il weekend successivo (venerdì 23 – domenica 25). In realtà, da diversi dati possiamo capire che questa flessione non ci sia stata. Per esempio, il confronto con il 2021: nei primi giorni del weekend 15-18 settembre, si stava molto sotto a quel periodo, mentre negli ultimi giorni di questo fine settimana (appunto da venerdì a domenica) il confronto è stato positivo (+15,9% a livello di incassi, aiutato ovviamente anche dal giovedì forte a prezzo ridotto, ma comunque con sabato e domenica che hanno fatto meglio delle analoghe giornate del 2021). Inoltre, anche i paragoni con altri Paesi europei per quanto riguarda i film più importanti usciti, vedono l’Italia messa molto bene per quanto riguarda Avatar (sostanzialmente uguale alla Francia, molto meglio della Germania) e Don’t Worry Darling (abbiamo battuto Francia, Spagna e Germania e sarei curioso di vedere quante volte è capitato qualcosa del genere negli ultimi due anni). Magari, ha anche influito il tempo non fantastico degli ultimi due giorni del fine settimana, che ha decisamente ridotto la possibilità di andare al mare. Ma di sicuro possiamo dire che la frequentazione nei cinema non è crollata in questi ultimi giorni, come magari capitava dopo certe promozioni (il mercoledì a due euro, in questo senso, era drammatico).

Cosa ci insegna questo Cinema in festa
E’ molto importante che questi risultati siano arrivati senza film fortissimi. In passato c’erano stati Il grande gatsby, Godzilla e Dumbo, solo per citare tre titoli molto importanti. In questo caso il maggior dato è arrivato dalla riedizione di Avatar. Perché ritengo molto importante questo aspetto? Perché in altri casi si aveva sempre l’impressione di aver ‘perso’ qualcosa per film che avrebbero invece incassato di più a prezzo pieno. In questa situazione, invece, la promozione ha spinto tanti film medi e ha permesso di farli conoscere. Cosa che rende anche le società di distribuzione molto più tranquille per il futuro…

Qualche equivoco sugli obiettivi
Sinceramente, mi è capitato di sentire pareri stranianti da parte di alcuni esercenti, su quello che avrebbe dovuto portare l’iniziativa a livello di incassi. Addirittura, a tratti ho avuto l’impressione che avrebbe dovuto risolvere magicamente tutti i problemi tra il nostro settore e il pubblico, decisamente poco frequentante in questi due anni. Fosse così facile, ne saremmo tutti felici. Purtroppo, quello che un’iniziativa del genere deve fare, è riportare le persone in sala e (soprattutto) renderle dei frequentatori abituali anche nei prossimi mesi/anni. Su questo, come ripeto da tempo, servirebbe un’analisi ad hoc, in modo da non vivere di impressioni. Per ora, comunque, i primi dati sembrano incoraggianti, anche se non è facile capire se si tratti soprattutto di ritorni di un pubblico finora ‘assente’ o di una frequentazione maggiore di chi già da tempo è tornato in sala.

In ogni caso, ho notato da una parte dell’esercizio un certo scetticismo, che mi sembra eccessivo. Posso capire per esempio che qualche sala preferisca non fare l’iniziativa, magari perché già di base tiene i prezzi bassi o, al contrario, perché si trova in una zona ricca che non necessita di riduzione del prezzo del biglietto. Ma in certi casi, mi è sembrato che lo scontento (assolutamente comprensibile) per la situazione generale sia stato trasferito su un’attività promozionale che non poteva in cinque giorni riportare costantemente le sale a livelli prepandemici, come se tutti i problemi che abbiamo vissuto (gestiti spesso in maniera schizofrenica dalle istituzioni) dovessero scomparire in meno di una settimana…

Ma il biglietto deve costare meno?
Risposta facile: no, perché costa già relativamente poco. Ed è un costo che negli ultimi vent’anni è aumentato pochissimo, come possiamo vedere qui:

Se consideriamo gli aumenti che tutti noi abbiamo subito a livello di benzina e costi energetici (che hanno inciso ovviamente su qualsiasi settore), è miracoloso che il biglietto per il cinema sia rimasto sostanzialmente invariato. Di sicuro, la nostra è un’industria che deve migliorare il modo di comunicare quanto sia sempre conveniente (e non solo quando è a 3,5 euro) il prezzo del biglietto. E far capire che tutte le sale hanno fatto negli ultimi 10-15 anni investimenti importanti prima nella digitalizzazione e poi (chi più, chi meno) nel migliorare il livello tecnologico e di comfort dei propri spazi.

O si pensa che tutto questo sia ‘sostenibile’ con un biglietto standard sotto i 4-5 euro? No, non è possibile. Anche perché, come dimostrato in passato da alcuni casi di sale a prezzo molto ridotto di base, il pubblico tende ad abituarsi e a non considerarlo più un prezzo conveniente, ma ‘normale’. A quel punto, la frequentazione torna a livelli sostanzialmente standard e il leggero aumento di spettatori non copre la differenza di prezzo. Tuttavia, magari si potrebbe eliminare il balzello di un euro per chi prenota il biglietto online (questo sì poco comprensibile per lo spettatore), quando di solito chi arriva ‘prima’ dovrebbe avere un vantaggio economico. E questa scelta sembra proprio una forzatura ai consumatori e senza che tutto questo venga concordato con i distributori…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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