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Il box office francese resta a galla grazie ai titoli locali

L’assenza di blockbuster americani è stata un duro colpo, ma incentivi e fondi speciali stanno aiutando distributori francesi ed esercenti a sopravvivere

Nonostante i risultati cinesi siano ben lontani, anche il box office francese si sta tenendo a galla grazie ai titoli locali, che si sono riappropriati del calendario in assenza dei blockbuster hollywoodiani.

All’annuncio del rinvio di No Time to Die alla prossima primavera, Gaumont ha immediatamente programmato per l’11 novembre Aline, il biopic di Céline Dion scritto, diretto e interpretato da Valérie Lemercier. Tra i titoli che stanno sostenendo il box office ci sono il film d’animazione Bigfoot Family e le commedie La bonne épouse, Divorce Club e La daronne.

In Francia, le sale hanno iniziato a riaprire in luglio e agosto e i risultati sono stati piuttosto buoni. L’anno è ovviamente iniziato molto male: nei primi nove mesi del 2020, gli ingressi si sono ridotti del 62% rispetto al 2019. Un dato in linea con quello italiano (-60%) e spagnolo (-67%).

Gli incentivi dello stato

Lo stato stesso è però intervenuto per dare una mano al settore. Il Centre national du cinéma ha approvato mesi fa un pacchetto di provvedimenti per aiutare produttori e distributori e incoraggiarli a distribuire i loro film. Le misure sono state rinnovate fino alla fine del 2020. Inoltre, sono stati creati due fondi per sostenere gli esercenti: uno, da 50 milioni di euro, copre le perdite al box office. L’altro, da 34,3 milioni, servirà ad aiutare i cinema a restare a galla.

“Chiaramente non è La vie en rose, ma va abbastanza bene”, ha dichiarato Nathanael Karmitz, amministratore delegato della catena MK2. “Ci manca la fetta di mercato che i film americani di solito si prendono, ma il resto dell’offerta, sia francese che di titoli stranieri, sta andando bene”.

Nel 2019, la Top 10 francese comprendeva sette film americani e due locali. Oggi invece ci sono sei film francesi nella Top 10 e altri quattordici nei primi venticinque posti.

Jocelyn Bouyssy, amministratore delegato della catena CGR Cinemas, non vede tanto di buon occhio l’assenza di titoli americani, senza i quali i biglietti staccati settimanalmente sono diminuiti tra il 50% e il 60% dalla riapertura. “Ogni giorno accusiamo botte alla testa dagli studios americani, e il rinvio di [No Time to Die] è stato un duro colpo al nostro morale”. La catena, la seconda più grande in Francia, non chiuderà sale. Ma tutti gli investimenti, spiega Bouyssy, sono stati congelati.

Fonte: Variety

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