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IN BREVE 14/07/15 – Parisi (Chili Tv) su Netflix e regolamentazione; l'audience al tempo dello streaming

Le ultime news su cinema, business, innovazione e tecnologia. In evidenza oggi: VIDEO ON DEMAND “Non abbiamo affatto paura dell’arrivo di Netflix”: lo ha assicurato Stefano Parisi, fondatore e AD della videoteca online Chili Tv, intervenendo alla tavola rotonda “Politiche dell’audiovisivo e diritto d’autore” organizzata dalla Commissione Europea. E questo non solo perché la piattaforma italiana non compete nel…

Le ultime news su cinema, business, innovazione e tecnologia. In evidenza oggi:

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VIDEO ON DEMAND

“Non abbiamo affatto paura dell’arrivo di Netflix”: lo ha assicurato Stefano Parisi, fondatore e AD della videoteca online Chili Tv, intervenendo alla tavola rotonda “Politiche dell’audiovisivo e diritto d’autore” organizzata dalla Commissione Europea. E questo non solo perché la piattaforma italiana non compete nel campo dello SVOD (subscription video on demand), bensì in quello dell’acquisto e del noleggio dei singoli titoli. La sicurezza di Parisi deriva soprattutto dall’effetto di apertura del mercato che l’operatore americano ha avuto in altri contesti europei come l’Olanda, dove ora il business del TVOD (transactional video on demand) vale 100 milioni di euro per soli 5 milioni di abitanti, contro i 60 milioni italiani. Il vero tema, semmai, è la creazione di un sistema di regole valido per tutti i giocatori in campo (level playing field), vigente non solo a livello nazionale bensì europeo, soprattutto per quelle aziende comunitarie che vogliano consolidarsi espandendo il proprio business oltre le frontiere locali:

“Al momento per diventare una piattaforma europea dobbiamo stipulare 28 contratti con ciascuna Major, fare l’encoding in 24 lingue, avere rapporti con 28 SIAE diverse: questo comporta un 60% di costi in più rispetto ad una piattaforma americana. Ci stiamo facendo le ossa in un mercato domestico molto frammentato, poco dinamico perché ci scontriamo con normative locali e non comunitarie”.

Per quanto riguarda altre questioni attualmente all’occhio dei regolatori dell’audiovisivo, come i minori, la minaccia secondo Parisi  non viene tanto da piattaforme ben radicate sul mercato quali Netflix, bensì dalla pirateria, unico vero nemico comune:

“Rappresenta un rischio troppo elevato per i minori e non siamo ancora in grado di controllarlo, oltre che a togliere ricavi ai produttori e ai distributori.”

OTT

Kabel Deutschland adegua i suoi sistemi di misurazione dell’audience per lo streaming: la maggiore emittente via cavo tedesca ha implementato la tecnologia utilizzata per quantificare il proprio pubblico online e monitorare la qualità delle trasmissioni. Lo ha fatto in collaborazione con la piattaforma di video intelligence americana IneoQuest Technologies, ideata pe raccogliere informazioni dai dispositivi su cui avviene il playback dello streaming ed elaborare i dati, anche sul comportamento di visione, in forma immediatamente fruibile dall’emittente televisiva. “Per sapere se siamo all’altezza delle aspettative dei nostri spettatori – ha detto a proposito Bernd Hansen, team leader e responsabile del service management a Kabel Deutschland – è cruciale misurare in tempo reale la qualità del servizio che stiamo offrendo, su tutti i nostri network”. Operazione,  ha specificato, che viene svolta rispettando l’anonimato degli spettatori e consentendo un inedito flusso di informazioni necessarie alle scelte di business della rete. Una sorta di analytics su modello YouTube, insomma, ma in un campo estremamente più redditizio dal punto di vista degli introiti pubblicitari come la tv. (Broadband TV News)

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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