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Istat, 2012: il cinema forma di intrattenimento preferita, ma calano i consumi culturali

L’Annuario Statistico conferma il calo nella frequentazione di spettacoli fuori dalle mura domestiche. Il cinema guida comunque la classifica dell’entertainment extradomestico, mentre si diffonde l’uso di Internet anche nelle fasce di età più elevate.

Sono stati resi noti i dati sul consumo culturale nel nostro Paese, raccolti all’interno della nuova edizione dell’Annuario Statistico pubblicato dall’Istat. Stando a quanto emerge dalla ricerca, nel 2012 è risultata in calo la partecipazione a spettacoli e forme di intrattenimento al di fuori delle mura domestiche, che ha riguardato il 63,8% della popolazione nazionale sopra i sei anni, contro il 67% registrato nel 2011. In particolare, è cresciuta lievemente la quota di italiani che hanno consumato un solo spettacolo (16%), e quella di coloro che non ne hanno consumati affatto (35%), la più elevata degli ultimi 6 anni. Quasi la metà della popolazione (47,8%) ha però dichiarato di aver assistito a due o più spettacoli, con una leggera prevalenza del pubblico di genere maschile. Nonostante il “generale calo dei consumi culturali registrato nel 2012”, rileva tuttavia l’Istat, il cinema continua a rappresentare la forma di intrattenimento extradomestico più popolare, avendo coinvolto il 49,8% della popolazione dai 6 anni in su.

A seguire la settima arte nelle preferenze degli italiani, si trovano musei e mostre (il 28% li ha visitati almeno una volta), gli spettacoli sportivi (25,4%), siti archeologici e monumenti (21,1 %), discoteche, balere e teatro (tutti intorno al 20%), concerti (19%) e solo all’ultimo posto, abbastanza distaccate, le manifestazioni dedicate alla musica classica, con il 7,8% di spettatori. La tendenza, tuttavia, è al ribasso per tutti i tipi di intrattenimento, compreso il cinema che perde spettatori soprattutto al Sud e nella fascia d’età 35-44 anni, cioè quella più attiva nel consumo di entertainment. I frequentatori più assidui di cinema risultano gli uomini (51,9% contro i circa 47 punti percentuali del pubblico femminile) anche se il primato si ribalta per quanto riguarda la fascia 15-24 anni. Dal punto di vista geografico la frequenza al cinema risulta più alta al Nord e al Centro (rispettivamente 53,8 e 50%) rispetto al Mezzogiorno (47%).

Tra gli altri media la tv continua a ricoprire un ruolo centrale (92,4% di spettatori di cui più dell’89 con frequenza giornaliera), mentre cala a circa il 58% della popolazione l’ascolto della radio. Più della metà degli italiani usa anche pc e Internet, ovviamente con percentuali che tendono a crescere nelle fasce d’età più giovani. Dai 15 ai 19 anni si viaggia intorno all’85% per il computer, la cui fruizione comunque si mantiene intorno ai 17 punti percentuali per gli italiani tra i 65 e i 74 anni, per scendere come prevedibile intorno al 4% per gli over 75. Analogo l’andamento di Internet, mentre rimangono ancora accentuate le differenze di genere, con uno scarto di circa 10 punti percentuali tra l’uso del pc da parte di uomini e donne (rispettivamente intorno a una quota del 57 e del 47%). L’incremento dei navigatori del web, nello specifico, si fa meno accentuato rispetto agli anni passati, passando dal 51,5% della popolazione del 2011 al 52,5% attuale. La crescita riguarda più gli uomini (dal 56,6 a 58,3 punti percentuali) e le persone con più di 44 anni, inaspettatamente anche nella fascia 65-74 anni.

 

Fonte: Istat

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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