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Cinema e digitale: la Francia stanzia 100 milioni per l’aggiornamento tecnologico dei suoi classici

Firmato a Cannes l’accordo tra Stato e società cinematografiche per la digitalizzazione di 10 mila pellicole. Intanto il Governo discute le modifiche alla tassa di scopo sui provider.

Il 2010 sembra essere stato un anno proficuo anche per il cinema francese: in occasione del Festival di Cannes il CNC (Centre national du cinéma et de l’image animée) ha presentato un bilancio che vede il Paese d’Oltralpe in testa al consumo di film in sala con più di 206 milioni di ingressi. La media è pari a 3,4 per abitante, e si staglia ben al di sopra dei 2,2 della Spagna, dei 2,8 della Gran Bretagna e soprattutto dei 2 dell’Italia. Ma le cifre parlano anche di una produzione record di pellicole (261 tra coproduzioni e film interamente francesi), della conversione al digitale del 33,2% degli schermi, di una crescita sostenuta del video on demand e persino della stabilizzazione del mercato home video, in cui si registra un lieve ma significativo +0,1%.

Cifre che ovviamente vengono anche dalla fortissima tradizione nel finanziamento pubblico al comparto audiovisivo, dove nel 2010 il CNC ha operato con un budget di 575,88 milioni di euro. Budget che ora sembra destinato addirittura ad aumentare con la gestione di 100 milioni di euro stanziati dal Governo per la digitalizzazione delle opere cinematografiche. Lo ha annunciato lo stesso ministro francese della Cultura e della Comunicazione Frédéric Mitterrand che, insieme al titolare dell’Industria, dell’Energia e dell’Economia Digitale Eric Besson, ha firmato domenica sulla Croisette un accordo quadro tra lo Stato e le maggiori società francesi detentrici dei cataloghi (tra cui Gaumont, Pathé, SND, Studio 37, StudioCanal, TF1 Droits Audiovisuels).

Il programma, che verrà gestito dal CNC e che risulta finanziato in parte dal piano di investimento pubblico Grand Emprunt, prevede la conversione di 10 mila pellicole, a cominciare dai lungometraggi posteriori al 1929 e dai film di autori come Jean Cocteau, Julien Duvivier e René Clair, ma anche Alain Resnais.

“La digitalizzazione dei contenuti culturali è un’opportunità eccezionale per il nostro patrimonio e i nostri autori. Nel mondo globalizzato la cultura francese, con tutta la sua ricchezza e la sua diversità, o sarà digitale o non sarà affatto”, ha dichiarato senza mezzi termini Mitterrand, ricordando anche come il suo Paese sia “tra i primi a mettere in atto un programma completo di investimenti” per la conversione della propria library nazionale.

Il piano, fortemente sostenuto dalle società cinematografiche firmatarie dell’accordo, è però aperto a tutti i detentori di cataloghi di film, e sarà accompagnato anche da un fondo complementare messo a disposizione dal CNC per le opere cosiddette “difficili” e dalla minor appetibilità commerciale, come i film muti e un’accurata selezione di cortometraggi.

La Francia, che ha già investito 125 milioni nella digitalizzazione delle sale, continua così a guidare a livello europeo la configurazione di un nuovo, stretto, rapporto tra cinema e tecnologia, e non solo sul piano della conservazione e della distribuzione digitale.

È comparsa infatti ieri su Le Figaro la notizia del rinvio a luglio della decisione del Governo riguardo la tassa di scopo applicata agli Internet provider, che finora si stima abbia portato alla settima arte e alle industrie della creatività “un supplemento tra i 150 e i 200 milioni di euro”. Una “manna finanziaria”, come la definisce il quotidiano francese, il cui meccanismo è stato messo in discussione da un aumento dell’Iva sui servizi triple play che dovrebbe portare allo Stato più di un miliardo, e su cui anche la musica e lo spettacolo dal vivo chiedono ora di avere voce in capitolo.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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