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L’appeal pubblicitario della sala cinematografica

La sala cinematografica può essere, oggi, un media di comunicazione pubblicitaria efficace? A questa domanda risponde un interessante articolo pubblicato da Prima Comunicazione e firmato da Mario Abis e Giuliano Noci (ConMe, Laboratorio sulla convergenza mediale). L’articolo , dal titolo “La sala cinematografica, un mezzo da riscoprire” sostiene che nonostante il calo di spettatori degli…

La sala cinematografica può essere, oggi, un media di comunicazione pubblicitaria efficace? A questa domanda risponde un interessante articolo pubblicato da Prima Comunicazione e firmato da Mario Abis e Giuliano Noci (ConMe, Laboratorio sulla convergenza mediale). L’articolo , dal titolo “La sala cinematografica, un mezzo da riscoprire” sostiene che nonostante il calo di spettatori degli ultimi anni, la sala non è affatto un mezzo pubblicitariamente in via d’estinzione, anzi oggi «può paradossalmente diventare un mezzo molto più moderno ed efficace di altri».

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A sostegno di questa tesi Albis e Noci portano alcuni fattori. Il primo è costituito dal fatto che il pubblico cinematografico ha un alto valore pubblicitario: «molte ricerche dimostrano che esiste un valore d’ingaggio di questo pubblico almeno quattro volte superiore a quello televisivo. Numeri piccoli ma moltiplicatori,di efficacia forse unica nel panorama mediale». Il secondo fattore è il rapporto tra contenuto pubblicitario e esperienza della sala: «Il film può fungere da contesto narrativo su cui agganciare efficacemente lo sviluppo di un contenuto pubblicitario». In terzo luogo la sala è dotata di una sua centralità ed vista come il «veicolo pivot di tutte le esperienze crossmediali». Infine la sala è un luogo fisico che diventa media e «possiede un tempo lungo di intrattenimento».

In base a questi fattori la sala può diventare, secondo gli autori, protagonista di un suo rilancio competitivo nel mercato pubblicitario. A patto che il linguaggio della comunicazione pubblicitaria sia creativo e non standardizzato secondo modelli televisivi e che la sala diventi «un luogo di qualità che valorizza, intercetta e amplifica il tempo lungo del pubblico» attraverso attività varie di intrattenimento e servizio.

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