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Cannes 2014: specificità del territorio, rapporto coi produttori e apertura all’estero, al Festival si parla delle opportunità delle Film Commission

L’Italian Film Commission compie 10 anni: una decade in cui questi enti territoriali hanno consolidato il proprio ruolo nel sistema cinematografico del nostro Paese, affermandosi non solo come strumento delle Regioni per facilitare dal punto di vista logistico e burocratico il lavoro delle produzioni, ma anche per l’erogazione di fondi destinati a vario titolo ai…

L’Italian Film Commission compie 10 anni: una decade in cui questi enti territoriali hanno consolidato il proprio ruolo nel sistema cinematografico del nostro Paese, affermandosi non solo come strumento delle Regioni per facilitare dal punto di vista logistico e burocratico il lavoro delle produzioni, ma anche per l’erogazione di fondi destinati a vario titolo ai film girati nelle location di competenza. Tante sono però le linee di sviluppo che tali organismi possono ancora perseguire in modo da rendere la propria attività più efficace e più coordinata. Se ne è parlato al 67º Festival di Cannes, in un incontro organizzato dall’IFC – Italian Film Commission.

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A emergere è stata soprattutto l’esigenza di un’ulteriore evoluzione che leghi maggiormente le risorse al territorio. Li ha spiegato il prof. dell’Università di Roma La Sapienza, Bruno Zambardino:

“In Italia le Film Commission si sono sviluppate con un’atipicità di fondo, cioè lo stretto rapporto con i fondi regionali, che in altri Paesi sono affidati a dipartimenti diversi. Anche per via delle competenze attribuite agli enti locali dal Titolo V della Costituzione, da noi si è stabilita questa commistione e forse è arrivato il momento che tali risorse vengano orientate in maniera tale da avere un legame più stretto con le specificità del territorio. L’Alto Adige, ad esempio, mette a disposizione un fondo sostanzioso dedicato al territorio, ma punta in particolare alla postpruzione, non avendo vincolato le risorse alla sede delle società beneficiarie, e a incentivare le coproduzioni per la sua vocazione transfrontaliera. Per lo stesso motivo, il sta Friuli lavorando ampiamente sulle coproduzioni con Paesi vicini quali Slovenia e Croazia. La Liguria, invece, ha un asset importante nella formazione”.

Come avviene in altri ambiti industriali, insomma, il lavoro di questi organismi locali dovrebbe concentrarsi maggiormente sulle eccellenze o comunque sui punti di forza della Regione di riferimento, senza pretendere di seguire una formula valida su tutto il territorio nazionale. importante inoltre risolvere le criticità spesso lamentate dai destinatari del lavoro delle Film Commission, cioè le società cinematografiche:

“Assicurare ai produttori continuità, regole chiare, trasparenza e tempistiche certe è una delle linee da seguire, cui si aggiunge la necessità di ripensare la destinazione dei fondi, di puntare di più sulla fase dello sviluppo, di incentivare le coproduzioni nonché di svolgere una funzione informativa rispetto ai privati, coprendo un ruolo di intermediazione e cerniera in grado di mettere in moto gli investimenti verso il settore cinematografico. In questo modo si potrà assicurare anche un sicuro bonifico al territorio. È dimostrato infatti che se a livello regionale si spende 1 euro, al territorio ne torna 1.60. Non è possibile che si perdano risorse, è possibile invece che si disperdano”.

Le coproduzioni sono un punto importante su cui portare anche secondo Martha Capello, dell’Associazione Giovani Produttori Cinematografici:

“Garantiscono già dall’inizio una distribuzione più vasta, importante soprattutto per i prodotti indipendenti che non riescono ad avere ampia circuitazione nelle sale. Le coproduzioni però hanno un costo che spesso si manifesta nella fase iniziale del progetto, ad esempio per tradurre la sceneggiatura, viaggiare per stringere rapporti e cercare location. Qualsiasi agevolazione pubblica sarebbe di grande aiuto per la fase di partenza delle coproduzioni indipendenti”.

Utili risulterebbero inoltre piccoli strumenti tecnici per favorire e semplificare i meccanismi burocratici, specie quelli di rendicontazione, che come spiega Capello cambiano di Paese in Paese facendo lievitare i costi amministrativi delle pellicole. Anche un’intervento diretto delle Regioni nelle coproduzioni minoritarie, sulla scia di quanto avviene ad esempio in Germania con le autonomie locali, potrebbe avere secondo i giovani produttori un effetto positivo. Il riferimento è soprattutto allo “sviluppo dell’industria e delle professionalità locali, che così avrebbero la possibilità di viaggiare e maturare esperienze internazionali, aiutando nel lungo periodo l’attrazione di società straniere sul territorio”.

Sempre in tema di coproduzioni, questa parte dell’industria cinematografica potrebbe crescere anche grazie ai cambiamenti in arrivo a livello europeo, illustrati dal direttore esecutivo del programma Eurimages, Roberto Olla:

“La convenzione europea in materia è uno strumento creato circa 15 anni per stimolare la coproduzione in Europa e fa in modo che il film sia considerato nazionale in ciascuno dei paesi partecipanti. Entro i prossimi due anni verrà modificata nei per essere aperta ai paesi terzi, cioè non UE. L’Italia ha già diversi trattati bilaterali,per esempio con il Sudafrica e i Paesi dell’ America Latina. Ora ci saranno procedure semplificate per fare in modo che questi trattati diventino trilaterali così da creare un modello di coproduzione capace di affermarsi come il nuovo standard internazionale”.

Altro punto su cui l’Italia dovrebbe riflettere, secondo Olla, è la reciprocità:

“I fondi regionali o nazionali di un Paese non devono sostenere solo i film nazionali ma anche le coproduzioni con partecipazioni minoritarie di produttori italiani. È una tendenza che si rileva in molti Paesi ma non nel nostro. Diventerà invece ancora più importante con il previsto abbassamento delle percentuali minime di partecipazione, attualmente fissate al 10%.

Screenweek è presente anche quest’anno alla 67esima edizione del Festival di Cannes. Rimanete sintonizzati sulle nostre frequenze per tutti gli aggiornamenti dal Festival di Cannes e seguiteci sui social network (Facebook, Twitter, Instangram) tramite l’hashtag #SWCannes.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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