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Agcom: le critiche al testo che dovrebbe intensificare il contrasto alla pirateria

Mancano pochi giorni alla fine della consultazione pubblica che precede l’entrata in vigore del regolamento per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica, approvato dall’Authority a fine luglio. Ecco i punti più controversi, criticati dagli oppositori del provvedimento.

Nessuna penalizzazione degli utenti, bensì un occhio più severo verso le violazioni “di massa” del copyright; garanzia del contraddittorio e nessuna restrizione ai diritti fondamentali dei naviganti della Rete, in particolare alla privacy ma anche alla libertà d’espressione del pensiero. Queste le premesse con cui l’Agcom, l’Autorità garante per le comunicazioni ha approvato a fine luglio uno schema di regolamento per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica, attualmente oggetto di una consultazione pubblica di 60 giorni. Nonostante questo periodo di vaglio stia ormai giungendo al termine, non sono mancate le proteste e le critiche al nuovo quadro normativo, che secondo alcuni esperti e soprattutto secondo i provider non assicurerebbe affatto quelle che l’Agcom ha descritto come le premesse del regolamento. Il rischio denunciato, in particolare, è che gli utenti della Rete finiscano comunque nel mirino dell’Autorità, se non in qualità di downloader, in quella praticamente speculare di uploader di contenuti lesivi del copyright, e che di conseguenza i grandi operatori del web siano costretti, nei fatti, a un controllo delle informazioni scambiate dai privati sul web.

pirateria download

Nei giorni immediatamente successivi all’adozione dello schema di regolamento, Assoprovider si è spinta a definire il provvedimento come “ammazza Internet”, convinta che un modello come questo, basato sulle denunce di violazione inoltrate dai detentori del copyright, sia insostenibile per i fornitori di servizi della Rete. Secondo l’associazione, non essendoci limiti di alcun tipo agli avvisi che si possono inviare a difesa del proprio presunto diritto d’autore,  gli ISP potrebbero essere costretti ad analizzare tutto il traffico presente sulle reti italiane, finanche quello generato da clienti non propri. In caso il contenuto notificato al provider si trovasse su un sito straniero, inoltre, non potendo agire selettivamente sul singolo materiale, si sarebbe costretti a oscurare l’intero sito o blog, con tutto ciò che una simile azione comporta in termini di libera espressione del pensiero.

Lo schema è stato poi bocciato senza riserve dall’avvocato Guido Scorza, che ha obiettato prima di tutto in merito alla competenza dell’Agcom a produrre una normativa antipirateria invece di occuparsi semplicemente dell’applicazione di regole che dovrebbero essere stabilite dal Parlamento. Altro punto critico sono le procedure previste per il contraddittorio, che si sostanzierebbero in un accorciamento inaccettabile dei tempi garantiti per la difesa. Di uguale parere l’esperto Fulvio Sarzana, che ha sottolineato in particolare come lo schema di regolamento, prevedendo la rimozione selettiva dei contenuti pubblicati ovunque, anche da un singolo uploader, fondamentalmente fa rientrare appieno nel suo ambito di applicazione anche il P2P, al contrario di quanto più volte dichiarato all’arena pubblica dall’Authority. Oggetto di critica anche la mancata introduzione del concetto di fair use, ben noto invece nel diritto anglosassone, che prevede  la possibilità di derogare alla regolamentazione sul copyright nel caso di infrazioni meno gravi, magari occasionali e prive di scopo di lucro. Senza contare la brevità dei tempi previsti per contestare una rimozione, con procedure che possono arrivare a costare svariate migliaia di euro, ma solo per gli uploader “incriminati”.

In primo piano, infine, è la previsione che impone di rimuovere non solo i materiali piratati ma anche qualsiasi incoraggiamento, anche indiretto, alla fruizione di opere digitali lesive del diritto d’autore. Norma che, secondo gli oppositori del regolamento, può spingersi a includere anche articoli giornalistici, perfino di cronaca, oltre che le opinioni pubblicate in Rete su qualsiasi sito, pagina, forum o blog, con conseguenze potenzialmente dirompenti sul  diritto di critica e sulla libertà di espressione. Non a caso, partendo proprio da tali considerazioni, la settimana scorsa l’eurodeputato dell’Idv Niccolò Rinaldi ha inviato al Parlamento comunitario un’interrogazione sulla delibera dell’Agcom, definita come una seria minaccia per alcune delle libertà fondamentali tutelate dalla UE.

Lo schema di regolamento per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica è stato adottato lo scorso 25 luglio, e manca perciò solo una settimana alla chiusura della consultazione pubblica che potrebbe modificarne alcuni passaggi, rispondendo magari alle critiche mosse in questi mesi dai suoi detrattori.

 

Fonte: FULOG, Punto Informatico, Il Fatto Quotidiano, Ansa

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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