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Il web? Non ha bisogno di cani da guardia ma di cani da caccia: al via MediaHound.

Un sito con un’idea semplice ma funzionale: aggregare a beneficio degli utenti tutti i link e le informazioni sui prezzi di film e serie tv noleggiabili legalmente online. Ma riuscirà a ottenere il necessario appoggio delle distribuzioni hollywoodiane e dei network?

Tra i protagonisti della pirateria, attualmente, ci sono gli aggregatori di link alle pagine in cui poter vedere in streaming o comunque fruire di contenuti lesivi della proprietà intellettuale. Al successo e alla diffusione di queste pratiche, come abbiamo già avuto modo di sostenere (l’articolo qui) contribuiscono fattori non solo culturali ma anche strettamente pratici, come le difficoltà dell’offerta legale a incontrare le esigenze dei consumatori, vuoi per un gap informativo, vuoi per la rigidità dei modelli distributivi ancora perseguiti da molti detentori del copyright. Vi abbiamo fatto l’esempio di un utente medio (statunitense, ovviamente) che voglia vedere Game of Thrones online, destinato a scontrarsi contro il muro di HBO che dà la possibilità di noleggiare la serie ai soli abbonati della tv via cavo e che allo stesso tempo non sembra aver concesso i diritti a nessuno dei portali più gettonati dello streaming e del download, come iTunes, Netflix e Hulu. La pirateria, dunque, a volte vince per velocità e semplicità, erodendo utenti all’offerta legale. Ed è proprio in questo spazio che intende inserirsi un nuovo servizio: si chiama MediaHound, ed è un portale volto ad aggregare tutte le informazioni su come è possibile vedere legalmente un film o una serie tv online e in DVD.

 

L’idea è semplice, cioè consentire ai naviganti di avere un unico punto di riferimento anziché scegliere l’offerta limitata di un solo provider di contenuti o spendere il proprio tempo nella ricerca tra Netflix, Hulu, iTunes, YouTube o i siti internet delle distribuzioni. Il modello è quello dello one-stop shop per tutti i contenuti audiovisivi fruibili o acquistabili in rete, con l’unica differenza che su MediaHound (che come logo presenta la rielaborazione dell’immagine stilizzata di un cagnolino) non è possibile vedere nessuno di questi prodotti, ma solo informarsi sui portali dove si può andare per noleggiarli in streaming o comprare una copia digitale o in home video.

La soluzione, ha spiegato a The Wrap il fondatore e manager Addison McCaleb, non è particolarmente innovativa ma punta molto sull’estrema semplicità del sistema, comprensibile tanto dagli adolescenti cresciuti a pane e Internet quanto “dai loro nonni”. MediaHound, inoltre, essendo una web app, è accessibile da chiunque abbia una connessione, a differenza di un player come quello di Roku che invece permette di effettuare ricerche su una pluralità di canali come Netflix, Hulu Plus, Amazon Instant Video, HBO GO e NBA Game Time, ma solo a chi possiede una smart tv. Sono poi in arrivo le applicazioni di MediaHound per dispositivi mobili, mentre è già possibile condividere le informazioni ottenute sul sito tramite i principali social network.

Per capire dove andare a cercare il film o la serie tv a cui si è interessati, basta digitare nella search bar il titolo e subito compare la scheda dell’opera, con tanto di sinossi e due riquadri con prezzi  e link (vediamo qui l’esempio di L’Arte di Vincere – Moneyball) allo streaming o a store come BestBuy. In alternativa, MediaHound propone anche sue playlist (ad esempio quella dei candidati agli Oscar nelle diverse categorie), e ha già stretto una partnership con Miramax, che così presenta un canale interamente dedicato alla propria library. “È un’opportunità unica per i distributori di promuovere il proprio marchio portando i loro contenuti in uno spazio riservato e altamente funzionale” – ha sottolineato McCaleb“abbiamo costruito una piattaforma e un prodotto che, dal punto di vista dei consumatori, risolve molti dei problemi che riscontrano nell’accedere ai contenuti, e allo stesso tempo può risolvere le difficoltà degli Studios nell’intercettare i loro clienti”.

Il primo obiettivo è dunque quello di coinvolgere più case di distribuzione, ma anche star che prestino il proprio norme alle playlist. L’unico problema? Il progetto è ancora in fase estremamente iniziale e, per ammissione dello stesso fondatore, ha lo stesso budget di un’impresa fondata da quattro amici in un garage. Vedremo se il “cane da caccia” del web sarà aiutato dalla lungimiranza delle major statunitensi del cinema e della tv o se rimarrà un tentativo isolato di aggiornare il modello dell’offerta legale in Rete.

Fonte: The Wrap

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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