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Un 2023 importante

E’ stato un anno molto soddisfacente al botteghino, a cominciare da un’estate fantastica e finendo con il fenomeno C’è ancora domani. Tutti i dati…

Non c’è dubbio che il 2023 sia stato, per molti aspetti, un anno confortante e che ci ha ridato fiducia nel potere economico del cinema nelle sale italiane. Per capirlo, basta fare il confronto con gli incassi del botteghino italiano dal 2010 a oggi:

La risalita rispetto al 2022 è talmente evidente, da non richiedere grandi analisi. Dove però troviamo veramente le belle notizie, è nel paragone con gli anni pre-pandemia, che non sono più così distanti come era stato nel 2021 e nel 2022. La distanza con il 2019 è infatti del 22%, sul 2018 addirittura scendiamo intorno al 10% (per la precisione, -10,8%) e sul 2017 siamo a -15,3%.

E’ evidente come la grossa differenza quest’anno sia arrivata dal periodo estivo, veramente eccitante e che dimostra la capacità del pubblico di reagire con entusiasmo ai film importanti, anche quando fanno quaranta gradi.

Nell’articolo di analisi del 2022, si diceva che sarebbe stato centrale un’offerta costante di prodotto variegato tutto l’anno. Anche (ma non solo) per colpa degli scioperi, non è andata così e in questi ultimi tre mesi (almeno per quanto riguarda la produzione americana) ne abbiamo pagato chiaramente le conseguenze.

Lo dimostra purtroppo anche il botteghino relativo a dicembre 2023, come evidenzia la grafica con tutti i dati di questo mese negli ultimi anni:

Siamo poco sopra i numeri del 2022 e decisamente inferiori ai normali dicembre prepandemia, che di solito andavano almeno sopra/vicino ai 70M di euro. Insomma, abbiamo avuto ottobre e dicembre 2023 a livelli mediocri e un novembre 2023 salvato solo dagli straordinari risultati di C’è ancora domani, a conferma che quando manca il prodotto, bisogna affidarsi ai miracoli, questa volta di Santa Paola (Cortellesi).

E’ comunque positivo che, proprio sul filo di lana (con i dati del 30 dicembre), quest’anno sia stato possibile superare il traguardo dei 70 milioni di biglietti venduti, che dodici mesi fa sembrava veramente complicato. Qui possiamo vedere comunque l’evoluzione in questo aspetto negli ultimi 13 anni:

Detto che non sono troppo interessato al parametro dei biglietti staccati (e che era leggermente in calo anche negli Stati Uniti prima del 2020) e che alla fine quello che conta sono i soldi guadagnati, qui la differenza con gli scorsi anni è (un po’) più evidente, ma d’altronde pesa anche la differenza nel costo del biglietto rispetto a quegli anni. Costo del biglietto che comunque rimane molto conveniente, come possiamo vedere qui:

Sì, capisco che qualcuno segnalerà che, per la prima volta, si infrange la barriera dei 7 euro di prezzo medio, ma in realtà significa che l’aumento sul 2022 è di soli 13 centesimi, quindi meno del 2% di maggiorazione da un anno all’altro (e, senza voler essere retorico, trovatemi qualsiasi cosa sia aumentata così poco tra i nostri acquisti).

In realtà, di solito esalto il fatto che i biglietti continuino a essere poco cari, adesso invece mi preoccupo. Spiego subito questa apparente contraddizione. E’ ovvio che è una notizia positiva se si riesce a mantenere il costo dell’ingresso in sala moderato (e decisamente lontano dall’inflazione reale) e permettere a tutti di poter optare per questo acquisto. Ma è ormai chiarissimo che, nel nuovo scenario post-pandemia, il botteghino ha bisogno sì di opzioni ‘popolari’, ma anche di un bel parco sale di alto livello tecnologico, con il prezzo dei biglietti coerente con questa offerta, che peraltro i consumatori più esigenti sono ben disposti a pagare.

Ora, possiamo concentrarci sui 20 maggiori incassi del 2023:

La cosa migliore è ovviamente fare i confronti con l’analoga classifica del 2022:

Più in basso, parliamo accuratamente del cinema italiano, quindi permettetemi di concentrarmi adesso sulle pellicole straniere, che hanno visto due titoli da almeno 28M, una situazione imprevedibile solo dodici mesi fa. Ma è soprattutto importante che ci siano 4 film sopra i 20M, mentre nel 2022 era stato solo uno; e che otto titoli abbiano superato la soglia dei 10M (erano stati sei un anno fa), mentre ben 23 pellicole siano riuscite a oltrepassare i 5M (solo 14 invece nel 2022).

Saltando il 2021 e il 2020 (mi sembra inutile, vista l’enorme differenza di risultati), passiamo alla top 20 del 2019:

E’ buffo, perché anche in quell’anno c’erano tre film che flirtavano con i 30M, per un totale complessivo di 97M (mentre quest’anno C’è ancora domani, Barbie e Oppenheimer sono a 92M). Da sottolineare come i risultati del quarto e del quinto in classifica siano favorevoli al 2023: Super Mario Bros. – Il film conquista 20,4M (nel 2022 era Frozen 2 con 18M), mentre il quinto, ossia lo sfruttamento quest’anno di Avatar – La via dell’acqua, ha ottenuto 17,2M (contro i 15,4M di Aladdin). Quindi, se consideriamo la somma dei primi cinque in classifica, nel 2019 eravamo a circa 130M, nel 2023 invece circa 129M, quindi un pareggio.

Insomma, come capitato anche nei confronti che abbiamo fatto negli scorsi mesi, la differenza negli incassi complessivi non la fanno tanto i top title, quanto il resto dell’offerta. In effetti, sono ben 16 i film che nel 2019 superavano i 10 milioni, contro gli 8 che abbiamo visto fare lo stesso nell’anno appena trascorso. D’altronde, per stare al ventesimo posto nel 2019, servivano 7,2M (Dragon Trainer – Il mondo nascosto), mentre nel 2023 sono sufficienti 5,3M (Five Nights at Freddy’s). Anche nel 2018, anno disastroso per il box office italiano, trovavamo comunque 8 film sopra i 10 milioni.

Adesso, possiamo passare al discorso produzione nazionale, facendo prima una premessa. I calcoli su quote e incassi del cinema italiano ormai sono resi più complicati dalla suddivisione in Cinetel tra film di “nazionalità italiana” e “coproduzioni”, che quasi sempre comprendono titoli che è logico considerare italianissimi (come Io capitano). Io ho cercato di togliere dalla categoria coproduzioni soltanto i film che non mi sembra corretto considerare italiani (almeno, non a livello maggioritario, anche se non ho necessariamente i dati produttivi in questo senso), quindi non vi aspettate una semplice somma “dati film nazionalità italiana + coproduzioni”. Partiamo dalle quote del cinema italiano in questi anni:

E’ sicuramente molto positivo che siamo tornati sopra quota 20% (e non di poco, visto che siamo a ben il 24,30%), considerando che nel 2022 non c’eravamo riusciti (ed era particolarmente grave, visto che l’offerta americana era molto più debole e almeno a livello di percentuali non avremmo dovuto avere problemi a superare quella soglia). Ma il vero miglioramento lo vediamo negli incassi del cinema italiano in questi anni:

Insomma, quest’anno il cinema italiano ha superato i 120 milioni di euro, facendo molto meglio del 2017 (102,2M), finendo quasi pari con il 2018 (124M) e a poca distanza dal 2019 (131,4M).

Tutto bene quindi? Secondo me, è un po’ più complicato. Quest’anno, abbiamo avuto il maggior risultato di qualsiasi pellicola (italiana o straniera) grazie al fenomeno C’è ancora domani, in grado di far meglio sia di Barbie, 32,1M, che di Oppenheimer (27,9M). Ma poi, per trovare un altro titolo tricolore, dobbiamo scendere al 25esimo posto, Me contro te il film – Missione giungla. Non credo sia corretto dire “se togliamo C’è ancora domani, allora…”, che era un discorso che si sentiva anche con Zalone negli anni scorsi. In realtà, queste ‘eccezioni’ sono sempre capitate nel cinema italiano, forse la differenza è che mai prima d’ora una pellicola non completamente comica (parlerei magari di ‘dramedy’) abbia raggiunto questi livelli.

Tuttavia, c’è un’evidente difficoltà a superare i 5M di incasso, tanto che da marzo 2020 a oggi sono stati solo cinque film (in ordine di risultati, C’è ancora domani, Il grande giorno, Le otto montagne, La stranezza, Me contro te – Il mistero della scuola incantata) a riuscirci. Vero che anche Santocielo riuscirà a farlo, ma avrà bisogno anche degli incassi del 2024 per superare questa soglia e di sicuro non sarà un risultato soddisfacente rispetto alle attese. Un dato che mal si concilia con l’aumento notevole di budget, soprattutto per le produzioni più importanti.

Su numeri assoluti, è evidente il miglioramento sul 2022 anche semplicemente confrontando i 10 titoli sopra i 3M con i soli quattro che avevano fatto meglio di questo traguardo in quell’anno. Nel 2019, quella categoria di incasso vedeva 12 esempi positivi, ma non è tanto questa leggera differenza il problema. Ricordando ancora che C’è ancora domani è l’unico film italiano sopra i 5M nel 2023, bisogna sottolineare come nel 2019 ci fossero due film (Il primo Natale e Pinocchio) sopra gli 11M, mentre quelli che hanno fatto meglio di 5M erano ben 7 (si aggiungono ai due già citati 10 giorni senza mamma, Il giorno più bello del mondo, L’immortale, La dea fortuna e Ma cosa ci dice il cervello).

Adesso, passiamo al confronto tra le quote del cinema italiano e quello americano:

Non è certo un caso se la produzione statunitense sia scesa al 55% di quota, livello che è capitato in alcuni casi negli anni scorsi, ma che richiedeva di solito un risultato più incisivo della nostra produzione. E’ vero che l’Inghilterra è vicina a una quota del 13% grazie a titoli come Barbie, Fast X e Wonka considerati ‘inglesi’, ma casi del genere avvenivano anche negli anni passati. Insomma, si conferma che nel cinema americano ci sia una mancanza di prodotto generale, soprattutto medio, che ancora non permette un vero ritorno agli incassi prepandemia. E veniamo al discorso dei film evento e la loro incidenza sul botteghino complessivo:

Qui, devo citare quanto scritto l’anno scorso:

“Dopo che per anni è girata questa leggenda metropolitana degli ‘incassi che si concentrano su pochi titoli’ (non era vero, basta guardare il grafico sopra), è diventato effettivamente così e con percentuali monstre. I primi dieci titoli infatti hanno ottenuto il 39,6% di tutto il botteghino. Da notare come, in quattro annate precedenti, questa percentuale non veniva raggiunta neanche considerando i migliori 20”

Nel 2023, la percentuale dei primi dieci (ma anche dei primi 20) fa capire due cose. L’offerta di prodotto è decisamente aumentata, cosa che ha permesso di ridurre l’incidenza dei film principali sul totale del box office. Tuttavia, questa rimane ancora molto evidente, considerando che mai prima del prepandemia avevamo visto numeri così alti. Insomma, c’è ancora strada da fare a riguardo e sarebbe importante che i prossimi anni vedano un miglioramento dell’offerta, anche semplicemente dal punto di vista quantitativo…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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