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Come è andato il 2022 in Italia?

Qualche segnale di ripresa, ma troppi periodi senza prodotti importanti. E un cinema italiano che continua a faticare…

E’ stato un 2022 molto complicato, inutile nasconderlo. Ed è stato un anno che ha fornito anche segnali di speranza importanti, spesso però con poca continuità. Partiamo subito dagli incassi di quest’anno, che sono di 306 milioni di euro, e dal confronto con gli anni precedenti, dal 2010 in poi:

Inutile dire, c’è un bel rimbalzo rispetto al 2021, ma ci mancherebbe altro, visto che in quell’anno i cinema sono rimasti chiusi fino ad aprile, con poi incassi bassissimi a maggio e giugno (meno di 13 milioni complessivi). Suggerirei quindi di fare il confronto sui secondi semestri. Dal 1 luglio al 31 dicembre 2021, l’incasso totale è stato di 156,1 milioni di euro, mentre negli stessi sei mesi del 2022 siamo a 165,8M. Praticamente, si è ottenuto lo stesso risultato (circa un 6% in più), con due grossi svantaggi avuti nel secondo semestre 2021: la ripartenza complicatissima (anche solo per far sapere al pubblico che i cinema erano aperti) e il crollo degli incassi nel periodo natalizio per colpa di una campagna di paranoia devastante. D’altronde, basti dire che settembre, ottobre e novembre 2022 hanno fatto peggio degli analoghi mesi del 2021. Messa così, insomma, è difficile essere entusiasti.

Che possiamo dire invece del confronto rispetto agli anni precedenti? Stiamo ovviamente molto lontani da quegli anni, non solo il 2019 (635 milioni) ma anche il peggior anno del decennio, il 2018 (555 milioni).

Vediamo anche perché il box office è andato in questo modo, partendo da un articolo di previsioni che avevo fatto a marzo. Previsioni corrette fino all’estate, visto che dicevo “Avremmo quindi chiuso i primi 8 mesi dell’anno con circa 24-25 milioni di presenze totali” (sono stati effettivamente 25,6 milioni, quindi anche qualcosa in più di quello che avevo pronosticato). Purtroppo, le previsioni sono state sbagliate per quanto riguarda l’ultimo quadrimestre, visto che puntavo a una forbice di 50-55 milioni di biglietti complessivi per tutto il 2022, qualora si fosse perso il 25-30% rispetto agli ultimi mesi del 2019. In realtà, a settembre si è perso circa il 60% di incassi nei confronti dello stesso mese di quell’anno, a ottobre circa il 55%, a novembre poco meno del 50%, mentre questo dicembre siamo su un -45% circa. Ovvio che con queste cifre il mio pronostico non poteva che essere sbagliato. Passiamo ai biglietti venduti:

Purtroppo, non siamo riusciti neanche ad arrivare a 45 milioni di biglietti, nonostante l’enorme spinta data al Mercato da Avatar: la via dell’acqua. Il problema è che, rispetto a quello che sapevamo a inizio anno, diversi film importanti sono slittati (e, in generale, l’offerta di prodotti è rimasta mediocre, nonostante ormai il Covid nel secondo semestre non fosse più un fattore), in alcuni casi anche al 2023. E questo, per il futuro, è un tema fondamentale. Nel comunicato inviato dal Cinetel sui dati annuali, si diceva giustamente “da sottolineare gli importanti segnali di recupero nei periodi di maggiore offerta”. Il che significa però che ci sono stati periodi di minore offerta ed effettivamente in questo senso il periodo settembre-novembre 2022 è stato drammatico. Questa sarà la grande partita da giocare nel 2023: non si tratta tanto di convincere il pubblico a tornare al cinema (anche se in Italia sicuramente c’è una certa resistenza), quanto le major a far uscire prodotto importante e variegato, e non solo grandissimi blockbuster. Ma ne riparleremo presto.

E passiamo al prezzo medio del biglietto:

Questo è un tema molto importante, perché come possiamo vedere, il prezzo è rimasto sostanzialmente stabile tra il 2021 e il 2022, passando dai 6,82 euro ai 6,88 euro, con un aumento quindi inferiore all’1%, che definirei ‘ridicolo’ rispetto a tutto quello che abbiamo visto, anche semplicemente entrando in un supermercato negli ultimi mesi. Ma, attenzione, in realtà il prezzo del biglietto medio è sostanzialmente diminuito. In effetti, se andiamo a fare i calcoli dal primo gennaio al 13 dicembre 2022, il prezzo medio è di 6,74 euro. La differenza negli ultimi diciotto giorni, ovviamente, l’ha fatta Avatar 2 e il biglietto 3D più caro. Insomma, si può tranquillamente dire che nel 2022 andare al cinema è stato più conveniente, considerando quanto il film di James Cameron sia un’anomalia (in questo caso, non mi riferisco agli incassi, ma al prezzo del biglietto).

Qui, va fatto un discorso importante, anche se non semplice. Il biglietto costa poco (nonostante c’è chi lo ritiene caro), soprattutto considerando che al cinema non è tornato del tutto un pubblico generalista (magari più sensibile ai prezzi) e che invece chiedere un aumento (anche solo di 50 centesimi) a un pubblico più appassionato non mi sembrerebbe una bestemmia. Certo, bisogna anche capire dove si può fare una cosa del genere (sicuramente in zone più ricche e/o con cinema che offrono esperienze di maggiore livello). Ma ragionarci non mi sembrerebbe sbagliato, anzi.

E veniamo ai 20 maggiori incassi del 2022:

Questi invece i dati per quanto riguarda il 2021:

Il 2020:

E il 2019:

Dopo aver sottolineato nelle valutazioni del 2021 che quell’anno (ma anche nel 2020) c’era soltanto un film sopra i 10 milioni, possiamo dire che quest’anno ne abbiamo avuto ben 6. Inoltre, nel 2022 abbiamo 8 titoli che hanno conquistato tra i 5 e i 10 milioni, nel 2021 erano cinque.

Questo dato, ovviamente positivo, dimostra però che ci si sta ormai abituando a migliorare gli incassi annuali grazie (quasi) soltanto ai blockbuster. Ma, d’altro canto, anche i grandi blockbuster non incassano come un tempo. Se vediamo il 2019, non solo c’erano tre titoli che complessivamente ottenevano quasi 100M, ma ce ne erano anche altri 13 che superavano i 10 milioni (quindi, in totale 16 sopra questa soglia). Anche a prendere come parametro il pessimo 2018, quell’anno c’erano 8 film sopra i 10 milioni (di cui uno sopra i 20, Bohemian Rhapsody), tre titoli tra i 9 e i 10, quattro tra gli 8 e i 9M, altri quattro tra i 7 e gli 8M e sette tra i 5 e i 7M (insomma, diciotto film tra i 5 e i 10M).

E veniamo alle quote nazionali rispetto agli incassi complessivi, partendo da quelle del cinema italiano (comprese le coproduzioni chiaramente italiane, i calcoli sinceramente sono complicati in questo senso, ma sostanzialmente ci siamo):

Ricordo che in verde trovate indicate le quote sopra al 25%, in giallo quelle tra il 20 e il 25% e in rosso quelle sotto al 20% (come l’anno appena passato). Qui, al di là di stare sotto il 20% (ma la differenza con l’anno scorso è minima), c’è un vero problema sulle quote che conviene purtroppo chiarire (come avevo già sottolineato commentando i risultati del 2021) subito grazie a questa infografica:

In effetti, in un Mercato che perde circa il 50% rispetto alle annate prepandemiche, fare una quota simile (diciamo intorno al 20%) significa aver perso la metà degli incassi, il tutto con un numero di film prodotti veramente alto. Anche in questo caso, consiglio di fare il confronto tra i secondi semestri: tra il primo luglio e il 31 dicembre 2021, il cinema italiano otteneva 33,8 milioni di euro, negli stessi sei mesi del 2022 circa 36,7 milioni. Insomma, la realtà è veramente poco confortante ed è difficile parlare di un significativo progresso.

In questo caso, temo che l’esserci abituati a incassi pessimi per il cinema italiano nel 2021, abbia fatto sopravvalutare alcuni risultati tricolori quest’anno. Quest’anno abbiamo avuto solo quattro titoli sopra i 3 milioni: La stranezza (5,4M, tredicesimo incasso assoluto), Il grande giorno (4,3M, quindicesimo), Me contro te Il film – Persi nel tempo (3,5M, diciottesimo) e Belli ciao (3M, ventunesimo). Personalmente, le ritengo quattro commedie (sì, anche La stranezza, d’altronde Ficarra & Picone hanno un impatto fondamentale). Segnaliamo anche Il colibrì (2,9M) ed Ennio (2,8M), che sono i migliori risultati sul fronte d’essai puro. Nell’orrido 2018, c’erano undici titoli nazionali sopra i 3 milioni, tra cui A casa tutti bene (9,1M), Benedetta follia (8,4M) e Come un gatto in tangenziale (7,6M, che in realtà aveva aperto nel 2017 e ha chiuso quindi a 9,6M). Anche per quanto riguarda il cinema per un pubblico più adulto/meno generalista, segnalo Napoli velata con 4,2M, il primo capitolo di Loro con 4,1M (il secondo aveva ottenuto 2,6M), Ella & John (3,3M) e Made in Italy (3,1M). Tra l’altro, era andato bene anche Dogman con 2,6M. Insomma, è ovvio che le grosse differenze di incassi dipendono in larga parte dalle commedie, ma non è che nel 2022 il cinema ‘adulto’ italiano ottenga risultati migliori degli anni prepandemici, anzi.

Vediamo invece il confronto tra il cinema italiano e quello americano:

Siamo insomma su cifre molto stabili rispetto all’anno scorso, anche per quanto riguarda la terza classificata, l’Inghilterra, con il suo 11,11% (era 12,23%) e con i soliti titoli che sarebbe forse più opportuno considerare statunitensi, come The Batman e Matrix Resurrections (già sul nuovo Animali fantastici sarei più indulgente).

Chiudiamo con l’impatto dei film evento:

Alla fine, ce la abbiamo fatta. Dopo che per anni è girata questa leggenda metropolitana degli “incassi che si concentrano su pochi titoli” (non era vero, basta guardare il grafico sopra), è diventato effettivamente così e con percentuali monstre. I primi dieci titoli infatti hanno ottenuto il 39,6% di tutto il botteghino. Da notare come, in quattro annate precedenti, questa percentuale non veniva raggiunta neanche considerando i migliori 20. A questo riguardo, i 20 maggiori incassi hanno raccolto una quota di mercato del 54%, che per capirci significa l’8,3% in più del precedente record. Ma, d’altro canto, se ormai nei cinema escono i grandi blockbuster e un numero insufficiente di prodotti piccoli/medi, ecco che le quote non possono che orientarsi su un numero ristretto di film.

D’altronde, se veramente fosse una questione di pubblico che vuole sempre di più vedere solo i grandi eventi, almeno i titoli principali dovrebbero incassare più del prepandemia. Invece, come abbiamo visto nelle classifiche sopra, anche i maggiori incassi non sono al livello del 2018 o del 2019. Ma se poi tutto il resto ottiene risultati miseri, ovvio che le percentuali sono a favore dei grandi blockbuster. Ennesimo segnale che il vero, grande obiettivo del 2023 sarà quello di avere nei cinema tanto prodotto di tutti i tipi. Obiettivo, a scanso di equivoci, non semplice da raggiungere…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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