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C’è ancora domani: obiettivo 20-25 milioni di euro

Cerchiamo di capire a quali vette enormi potrà arrivare il film di Paola Cortellesi, ormai un fenomeno enorme…

Non c’è dubbio che C’è ancora domani sia il caso italiano del 2023. E, per certi versi, viste le dimensioni che sta prendendo, il caso tout court (sì, Barbie e Oppenheimer alla fine incasseranno di più, ma sono dei fenomeni mondiali). Si era già capito dalla presentazione alle Giornate professionali di Riccione che avrebbe potuto funzionare molto bene, ma credo che nessuno potesse ipotizzare questi numeri (che sono ancora in divenire), che ormai non si vedevano dai tempi di Zalone. No, quei livelli sopra i 40M non si possono raggiungere, ma altri grandissimi successi invece sì. Come Perfetti sconosciuti, straordinario risultato nel 2016 (17,3M), oltre che film remakato in tutto il mondo. Per capire meglio dove può terminare C’è ancora domani, proprio un confronto con il titolo di Paolo Genovese è utilissimo, in particolare negli incassi cumulati progressivi dei due film giorno per giorno, qui in versione interattiva:

e qui ‘stabile’:

Come si può vedere, Perfetti sconosciuti aveva aperto con quasi 2 milioni in più di C’è ancora domani nel primo weekend (3,4M contro 1,6M) e poi aveva comunque mantenuto un ritmo notevole, dimostrato dall’ottimo moltiplicatore (più di 5) tra weekend d’esordio e risultati finale. Insomma, a quel punto, nessuno avrebbe potuto immaginare che il confronto sarebbe finito a favore della pellicola della Cortellesi. E invece, se guardate il grafico, il sorpasso è già avvenuto con i dati di venerdì scorso e la distanza tra i due titoli si è fatta notevole in questi ultimi giorni. Per capirci:

Terzo giovedì
C’è ancora domani: 415.977 euro
Perfetti sconosciuti: 237.238 euro

Terzo venerdì
C’è ancora domani: 746.601 euro
Perfetti sconosciuti: 407.104 euro

Terzo sabato
C’è ancora domani: 1.449.110 euro
Perfetti sconosciuti: 983.370 euro

Terzo domenica
C’è ancora domani: 1.890.089
Perfetti sconosciuti: 1.011.848 euro

Già adesso, vista la distanza tra i due titoli, superiore al milione e mezzo, se anche C’è ancora domani facesse gli stessi identici risultati di Perfetti sconosciuti dal terzo lunedì in poi, finirebbe a circa 19 milioni. Ma perché invece ritengo che terminerà sopra i 20M, anzi ‘ben’ sopra i 20M? Ovviamente, la differenza di incassi di questo weekend tra i due film incide nella mia valutazione e do per scontato che continuerà a essere a favore del film della Cortellesi anche nei prossimi giorni. Ma non è solo questo.

Da una parte, Perfetti sconosciuti aveva approfittato di una stagione che volgeva al termine (da marzo in poi le uscite italiane non erano tante e fortissime) per mantenere un buon andamento anche dopo i primi 28 giorni. Il fatto di aver conquistato ben 3,5 milioni dopo il primo mese di sfruttamento è notevole, sicuramente avevano anche un po’ aiutato le candidature ai David di Donatello. D’altro canto, novembre 2023 (e le prime due settimane di dicembre, almeno fino al 14) non è certo un mese ricco di offerte italiane ed estere di altissimo livello commerciale, motivo in più per essere fiduciosi nella tenuta del film della Cortellesi.

Un altro confronto può essere molto interessante, quello con Benvenuti al sud (ossia il maggiore incasso italiano di questo secolo con 29,8M, escludendo i titoli di Zalone), che arrivato alla terza domenica aveva conquistato 17.000.912 euro, quindi circa 4 milioni in più del film della Cortellesi. Tuttavia, quel titolo nel suo terzo sabato aveva fatto 1.555.235 euro, mentre il giorno dopo (la terza domenica di sfruttamento) 1.821.658 euro. Insomma, C’è ancora domani ha fatto pari in questi ultimi due giorni con quel fenomeno. Il che fa pensare che anche un risultato finale più vicino ai 25 milioni che ai 20 non sia assolutamente fuori luogo e anzi da ipotizzare seriamente.

Inoltre, sono convinto che le feste natalizie possano fornire un ulteriore, ottimo contributo. Certo, i tanti film importanti in arrivo il 14 dicembre arriveranno in tanti cinema, come è giusto che sia. Ma, come sempre a Natale, c’è chi incasserà bene e chi invece faticherà, perdendo progressivamente sale e spettacoli. Se il film della Cortellesi riuscisse a mantenersi in un centinaio di schermi (anche senza programmazione piena), in particolare nei momenti più caldi (Santo Stefano e primo gennaio), sono convinto che aggiungerebbe almeno (almeno) 2-3 milioni.

Un caso interessante, in questo senso, è stato Bohemian Rhapsody. Dico subito che il confronto è forzato, considerando che quel titolo era uscito a fine novembre e non fine ottobre come C’è ancora domani. E dal momento in cui erano arrivati i titoli natalizi, era stato comunque il secondo maggior incasso, con oltre 11 milioni di euro dal 19 dicembre in poi. Ovvio che non si chiede per Natale e per la Befana quella cifra enorme al film della Cortellesi, ma come detto potrebbe tenere bene anche durante le feste.

A proposito di questi risultati, Massimiliano Orfei, amministratore delegato di Vision Distribution, ci dice:

“I risultati di C’è ancora domani mostrano la forza e la vitalità del cinema italiano e forniscono una risposta sonora e inequivocabile alle polemiche a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi. Per quanto ci riguarda, questo successo premia Vision e le scelte lucide e coraggiose che ha fatto in questi anni, in una delle fasi più drammatiche della storia della nostra industria. Possiamo dire che con il successo di Paola Cortellesi ci mettiamo alle spalle la fase più difficile della crisi iniziata con la pandemia e prende avvio una nuova fase del mercato che, a mio avviso, restituirà definitivamente la leadership dei contenuti alla distribuzione cinematografica nelle sale”.

Intanto, questo trionfo sta portando (assieme ad altri titoli che stanno nei primi posti, come Comandante) a vette degne di gennaio-febbraio 2020 la quota del cinema italiano, che in questi primi 12 giorni di novembre è a uno stupefacente 55,9%, contro il 37,9% della produzione americana.

Detto questo, vorrei anche fare una riflessione su come vengono recepiti certi risultati dal nostro settore. Ogni volta che un film ha successo, viene spesso catalogato come un successo inevitabile, nel senso che soddisfa dei criteri ‘ovvi’… che di solito, a dire il vero, sono criteri ‘ovvi’ soggettivi di chi scrive, più che criteri oggettivi infallibili.

Come scriveva Rolf Dobelli in The Art of Thinking Clearly, in cui analizza tutti i possibili bias cognitivi, “il pregiudizio del senno di poi è uno degli errori più diffusi in assoluto. Possiamo descriverlo come il fenomeno ‘Te l’avevo detto’, per cui, guardando indietro al passato, tutto sembra chiaro e inevitabile”.

In effetti, se fosse così facile, qualsiasi produttore/regista/sceneggiatore realizzerebbe e scriverebbe titoli di enorme successo. Tanto la ricetta per ottenere il consenso del pubblico è chiarissima, giusto? In realtà, non è così semplice e non basta certo dire “bisogna fare un buon film”, concetto quanto mai vago e che non spiega certo tutto (quanti film sono stati considerati ‘buoni’ e poi invece non hanno incassato nulla?).

Io, senza sapere esattamente qual è la ricetta infallibile, sono convinto che se si riuscisse a puntare su tanti target diversi si aumenterebbero le possibilità generali di successo. Se il trionfo di C’è ancora domani dimostra qualcosa, è che la popolazione femminile da tempo non trovava qualcosa di forte da sostenere e non perché questo segmento fosse distratto, ma perché magari l’offerta italiana era veramente scarsa (anche solo da un punto di vista quantitativo) e troppo incentrata su protagonisti maschili over 40 e 50. Perché, invece di cercare formule ‘perfette’ per incassare, non riflettiamo su quali parti di pubblico stiamo perdendo e iniziamo a produrre titoli che possano parlare proprio a questi spettatori?

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.

2 thoughts on “C’è ancora domani: obiettivo 20-25 milioni di euro

  1. Aggiungiamo il prevedibile successo nelle arene estive, tutte lo pragrammeranno. E a differenza degli altri campioni citati (a parte Zalone che però si spende poco “in presenza” promozionale,) Paola Cortellesi quando accompagna, ora, e sicuramente accompagnerà in estate il film, lei è di fortissimo richiamo ,diverte e intrattiene, molto più che l’usuale “il cast sarà presente alla proiezione delle 20.30” . Il pubblico già andrebbe per il film, figuriamoci per vedere e sentire anche lei .. Una bomba !

  2. Con tutto il rispetto per la Cortellesi che da oltre 20 anni vediamo protagonista al cinema, a teatro, in tv e in ogni dove, rendendosi riconoscibile ai più… ma questa è l’ennesima riprova della scontatezza del pubblico italiano, che risponde solo al richiamo (sotto spoglie, anche non mentite, di film impegnato, in bianco e nero con tematica storico / femminista e di denuncia) dell’opera in cui riconosce la protagonista di “Come un gatto in tangenziale” e altri titoli del marito della Cortellesi, Milani, peraltro defilato con un documentario su Gaber per non adombrare al cinema la prima regia della moglie. Non so se il film sia buono o meno ma se richiama così tante persone è sicuramente per l’appeal da donnetta media e io aspiro a un paese dove 20mln non li faccia un dozzinale Zalone, uno scontatissimo “Perfetti Sconosciuti” dei pluriremake, le Cortellesi (con tutto il rispetto) ma i film d’autore veri e che forse non ci stanno da anni in Italia. Non credo ai vari Sorrentino e molte volte neanche a Garrone, come potrei essere intrigata da una Cortellesi? Credo solo in un pubblico migliore che al momento non c’è. E che i soldi dovrebbe spenderli per i film veri. di registi veri.

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