Voddler: il VOD che legalizza lo share dei film online Cinema Digitale Distribuzione by Davide Dellacasa - Giugno 4, 20130 Dalla Svezia, un servizio che permette non solo di acquistare e noleggiare film online, ma anche di archiviare una copia virtuale di tutti i titoli nella propria library e perfino di condividerli coi propri contatti. Ma riuscirà ad arrivare in Italia? L’affermazione internazionale di Spotify e di altri servizi per la fruizione di musica in streaming ha dimostrando la possibilità di realizzare, limitatamente all’ambito discografico, un’offerta legale e in larga parte gratuita. Un’offerta sostenuta soprattutto tramite le inserzioni e gli abbonamenti sottoscritti dagli utenti più insofferenti rispetto alle interruzioni pubblicitarie, o da quelli più sensibili rispetto all’opportunità di accedere alla propria library da dispositivi mobili. La domanda sorta a seguito dell’espansione di tale modello è stata inevitabilmente: una simile dinamica può essere trasferita nel campo dei film e della loro distribuzione online? L’urgenza della questione è tale che diverse indiscrezioni sono già cominciate a circolare riguardo alla possibilità che la stessa Spotify espanda il proprio servizio ai video. Nell’attesa che tali piani vengano confermati o smentiti, c’è un’altra realtà che sta prendendo piede a livello europeo e di cui si potrebbe cominciare a sentir parlare con più insistenza, cioè Voddler. Inaugurata in Svezia nel 2010, Voddler è una piattaforma di video on demand che offre una pluralità di servizi, racchiusi in due “pacchetti” principali. Quello denominato LiveShelf consente prima di tutto di noleggiare e acquistare titoli scelti da un catalogo che attualmente ne contiene circa 5 mila. In secondo luogo, LiveShelf funziona come cassaforte digitale in cui racchiudere tutta la propria library personale di film, archiviando anche quelli acquistati in copia fisica o in digitale presso altri siti. Una specie di sistema cloud di storage di film online che ricorda da vicino quello proposto negli USA e nel Regno Unito da UltraViolet, servizio sostenuto da quasi tutte le principali major cinematografiche. Il secondo pacchetto si chiama invece ViewShare e, fondamentalmente, dà agli utenti la possibilità di condividere i film con gli amici, un po’ come un P2P ma senza lo scambio di file bensì lo scambio di “accesso”, o di visione come recita la stessa denominazione scelta da Voddler. L’idea sarebbe quella di permettere fruizioni condivise, come quelle che si potrebbero organizzare per un DVD visto con familiari e amici o prestato agli stessi. Pagando un abbonamento standard, l’utente della piattaforma può invitare alla visione fino a 10 persone, pagando invece un sovraprezzo mensile, il numero di spettatori con cui condividere i film può diventare illimitato. Dagli abbonamenti premium viene quindi prelevata una commissione da corrispondere ai distributori dei diversi titoli per consentire anche ad essi di monetizzare la condivisione. L’insieme di queste due offerte ha portato finora a Voddler 1,2 milioni di utenti, che dal 2011 hanno consumato 18 milioni di video. I ricavi sono stati circa di 2,3 milioni di euro, cifra che la società vorrebbe incrementare attraverso un’ulteriore espansione in Europa. Il portale è arrivato nel 2012 in Spagna, e ha da poco annunciato l’intenzione di lanciare una propria versione in altre aree tra cui l’Italia, almeno stando a quanto riportato da alcune testate nostrane. Voddler non ha risposto alle nostre richieste di commento della notizia, quindi per ora possiamo solo limitarci a notare come l’arrivo di un tale servizio sul mercato italiano del video on demand porterebbe risultare di un qual certo impatto. Non solo per la mancanza assoluta di sistemi di archiviazione online delle copie digitali dei propri film, ma anche per la quasi totale assenza di servizi on demand ad abbonamento, precondizione quasi necessaria per un pacchetto quale ViewShare. Per un quadro dell’attuale mercato italiano dell’on demand vi rimandiamo al nostro speciale VOD. Continuate a seguirci per i principali aggiornamenti su questo settore fondamentale nell’ambito dei nuovi modelli di consumo audiovisivo. Fonte: Corriere.it, TechCrunch