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Dobbiamo sostenere tutte le sale? Sì (almeno per ora)

Siamo ancora nel pieno dell’emergenza per i cinema con un mercato che perde oltre il 50%. Alle viste l’introduzione di nuovi meccanismo di sostegno per gli schermi

Mi ha fatto molto riflettere l’editoriale sul sostegno alle sale scritto da Robert Bernocchi e pubblicato il 4 luglio. Mi ha fatto riflettere perché pone un tema vero, quello della responsabilità rispetto alle risorse pubbliche e al loro utilizzo che deve – dovrebbe – essere sempre virtuoso, evitando di sperperare quelli che sono i soldi dei contribuenti.

In linea di principio è giusto che lo Stato si ponga il problema di chi sostenere e con quante risorse. Il tema, però, è se ci troviamo di fronte a una situazione che permetta alle istituzioni di agire in questo modo. Come ben sappiamo la fase che stanno affrontando i cinema è ancora molto delicata. Veniamo da due anni abbondanti di crisi legata alla pandemia. Vero che gli esercenti, fortunatamente, hanno ricevuto importanti ristori dai governi per il 2020 e stanno aspettando l’ultima tranche di quelli relativi al 2021 che dovrebbe essere autorizzata entro l’estate. La delicata traversata nel deserto per tutta la filiera, quindi, sta continuando anche quest’anno con un mercato che è indietro di oltre il 50% rispetto al 2019.

In tema di meccanismi di sostegno ai cinema siamo alle viste di un importante cambiamento. Un nuovo provvedimento – che dovrà essere accompagnato da un decreto attuativo che speriamo non richieda tempi troppo lunghi (abbiamo ancora in mente i mesi che furono necessari per i decreti relativi alla legge cinema voluta dal ministro Franceschini nel 2016) – prevede per le strutture l’introduzione di un tax credit in base ai costi effettivi sostenuti da un cinema (costi di gestione, del personale, dell’energia). Un meccanismo che prevederà aliquote diverse a seconda che si tratti di micro, piccole o grandi imprese. Cinema d’essai a parte, probabilmente si andrà verso una possibile revisione del tax credit per la programmazione. Se questo scenario si confermerà, per me si tratterà di un passo avanti perché non ci troveremmo di fronte a sostegni pubblici indiscriminati e a pioggia su tutte le sale ma di uno strumento che permetterebbe agli esercenti di poter ottenere un minimo di ossigeno per poter andare avanti, partendo proprio dalle spese effettive sostenute.

La mia idea personale è che finché ci troviamo di fronte a una situazione ancora emergenziale, finché non si tornerà ad avere un numero di spettatori sufficiente affinché il mercato cinematografico possa reggere, sia giusto che tutti coloro che stanno provando, con fatica, a mantenere in vita il loro cinema, possano accedere a questi meccanismi di tax credit. Verrà poi il momento in cui sarà giusto e corretto che il “mercato faccia la sua parte” decretando quali sono i cinema che economicamente hanno la forza di reggere e, di conseguenza, verso quali strutture indirizzare le risorse pubbliche. Fino ad allora – magari si dovranno aspettare due o tre stagioni – provare a sorreggere tutto il parco sale italiano che, come ricorda Robert Bernocchi sta già affrontando pesanti chiusure, mi sembra la strada più equa da seguire. Avremo inoltre il tempo di misurare l’efficacia o meno del nuovo meccanismo di sostegno alle sale che potrà permettere alle istituzioni pubbliche di fare ulteriori valutazioni sperando che la prossima legislatura, che inevitabilmente avrà un governo diverso da quello attuale, non smantelli quanto di buono costruito in questi anni.

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