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Torino Film Industry: nel futuro del cinema italiano ci sono ancora le sale

In due panel del TFI, si è parlato di nuovi ruoli per i distributori e delle regole per la riapertura e il rilancio delle sale

Torino Film Industry ha ospitato, nel corso del pomeriggio, due panel che hanno cercato di dare uno sguardo a quello che sarà il futuro della filiera cinematografica oltre il Covid.

Da distributori a editori cinematografici

Il primo, intitolato “Ripartenza: il ruolo degli Editori Cinematografici – i primi target del think tank Anica distribuzione”, ha visto un importante intervento del presidente nazionale distributori Anica Luigi Lonigro. Insieme al general manager di I Wonder Pictures Andrea Romeo, da alcuni mesi a capo della commissione Anica di studio, innovazione e promozione sul ruolo della distribuzione, Lonigro ha parlato del ruolo centrale del distributore cinematografico, e della necessità di ribadirlo attraverso un cambiamento di nome da “distributore” a “editore cinematografico”, verso cui Anica sta spingendo. Ne parliamo in dettaglio QUI.

Nuove regole per ripartire

Il secondo panel, “Le sale cinematografiche / Cinema muti, nuove regole per tornare al sonoro”, è stato invece occasione per un incontro tra vari professionisti coinvolti nella filiera cinematografica, per capire come ripartire dalla situazione di stallo attuale.

Al panel, moderato da Steve Della Casa, hanno partecipato Luigi Boggio, Presidente Agis-Anec Piemonte e Valle d’Aosta; Anna Laura Orrico, Sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Gaetano Renda, Presidente Nazionale vicario UECI e Presidente UECI CNA Piemonte; Gianluca Curti, Presidente CNA – Cinema e audiovisivo; Manuele Ilari, Presidente Nazionale UECI – CNA; Umberto Marroni, UECI CNA Lazio; e Claudia Pampinella, Presidente Doc/it, Associazione documentaristi italiani.

La centralità della sala

Dagli interventi è emersa sopra a tutto la centralità della sala cinematografica, messa ovviamente in discussione dall’accelerazione di una tendenza che comunque tutti si aspettavano sul lungo periodo, ovvero la crescita delle piattaforme streaming dovuta alla pandemia. Per Luigi Boggio sarà necessario “ripartire e programmare per bene per non fermarsi più”. Boggio ha presentato i temi che stanno venendo discussi nel tavolo tra filiera e Direzione Generale Cinema del Mibact, già aperto. Tra questi: dei listini con presenza di titoli nazionali e internazionali di forte richiamo. Una campagna di comunicazione per ribadire la sicurezza sanitaria delle sale. Sgravi vari su accise e tasse, IVA da sbigliettamento e imposte locali. E il necessario stanziamento di nuove risorse per le chiusure dell’autunno/inverno, che dovrà andare di pari passo con un chiarimento sulla natura emergenziale del fondo. Come spiega Boggio: “Il fondo emergenze dovrebbe essere emergenziale, quindi non tassato. Quello attuale è tassato”.

Temi simili vengono sollevati da Umberto Marroni, in rappresentanza di UECI CNA Lazio. Nel documento che verrà consegnato alle istituzioni sono state individuate tre fasi: la centralità della sala, la necessità di stanziare risorse per “far riabituare gli spettatori al cinema”, magari anche con la creazione di un festival del cinema italiano promosso dal Mibact. E infine la definizione di regole a tutela delle sale, tra finestre e tassazione adeguata delle piattaforme.

Una sfida per il futuro delle sale

Portando il punto di vista del Mibact, Anna Laura Orrico ha chiesto di “lanciare una sfida per il futuro delle sale”. La proposta è quella di “costruire, insieme alle associazioni di categoria, le istituzioni e le film commission, un grande progetto formativo a carattere nazionale, provando a valorizzare le professionalità, imprenditoriali e manageriali, legate sia alla produzione che all’esercizio”. E inoltre invogliare le nuove generazioni ad andare al cinema attraverso “progettualità che premino le scuole che decidano di andare nelle sale e costruire progetti con le sale per educare i giovani al mondo del cinema”.

“Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio”, afferma il presidente della CNA Gianluca Curti, citando L’odio di Mathieu Kassovitz. E suggerisce di aiutare anche i produttori “con un piccolo ristoro” contro i danni derivati dalla mancata uscita in sala dei film, che non perdono solo l’incasso, ma anche la creazione di valore successiva, il cosiddetto “escalator”.

Nello scenario peggiore, quello della mancata riapertura delle sale e del dominio definitivo delle piattaforme streaming, per Curti “centinaia di produzioni chiuderebbero”. Non solo, ma verrebbero a mancare la sperimentazione, la ricerca di nuovi talenti, produttori e autori. “La sala resterà al centro, non chiuderà mai”, conclude Curti. “Resistete, passerà”.

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