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Arene estive e Covid: la sfida è (anche) burocratica

Non solo distanziamento e mancanza di film: il Covid porta con sé anche una più complessa burocrazia e costi più elevati

Dal 15 giugno, data in cui il governo Conte ha reso possibile la riapertura dei cinema, poche sale hanno effettivamente riaperto l’attività. A un mese dalle prime riaperture, sono quasi esclusivamente le arene estive a dividersi gli incassi. Parliamo di un 18% delle sale aperte nello stesso periodo l’anno scorso, e del 5% dei biglietti venduti. Finora, parlando dell’ovvia lentezza nella ripartenza, abbiamo citato prevalentemente problemi legati alle misure di sicurezza troppo restrittive o alla scarsità di uscite, ma c’è un’altra faccia della questione che va esaminata: la burocrazia, complicata dalle ramificazioni della pandemia.

Ne abbiamo parlato con Silvano Varsalona, ingegnere che si occupa di gestire la parte burocratica dei grandi eventi, incluse le arene estive e, quest’anno, i drive-in dell’iniziativa CineDrive, di cui vi abbiamo già parlato. In sintesi, il problema è che, contemporaneamente alla riduzione delle capienze per questioni di sicurezza, sono aumentati i costi degli allestimenti e della gestione “di un 25-30%”.

Partiamo dall’allestimento. L’arena, ci spiega Varsalona, è un cantiere “sui generis”, perché viene allestita in poco tempo: “Lavoro quattro giorni con cento operai anziché cento giorni con due”. E dunque garantire il distanziamento è una questione complessa, e le attuali norme di sicurezza prevedono che tutti gli strumenti di lavoro vengano igienizzati costantemente. “In più ci sono costi aggiuntivi per il fatto che devo garantire un elevato numero di bagni e la loro igienizzazione continua. Prima il rapporto era un bagno ogni 250 persone, ora è in genere uno a cento”.

L’aumento del personale

La conseguenza più evidente di questo è l’aumento del personale. “I costi dello sbigliettamento sono aumentati di quattro volte”, a causa delle misure aggiuntive, come il controllo della temperatura. “Se prima le persone in fila si affollavano, ora devono mantenere la distanza”. Per evitare che le file si allunghino troppo, “devo aumentare il numero degli ingressi e quindi il personale”.

Stesso discorso per la somministrazione di cibi e bevande, che nei CineDrive prevede operatori che “con tutte le tutele e i dispositivi di protezione individuali, prendono l’ordine dalla singola macchina, vanno al punto ristoro, preparano il vassoio tutto mono-porzioni, inscatolato come se fosse ristorazione da asporto, e lo portano alla macchina”. “Se prima potevo servire 15 macchine in 10 minuti, ora in 20 minuti ne posso servire due o tre. Per garantire lo stesso servizio devo aumentare il personale”.

Nuove problematiche

Senza contare che, come si suol dire, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. “È facile fare un decreto, ma applicarlo nella realtà è complicato”. Varsalona si riferisce a tutta una serie di problematiche che si stanno presentando di volta in volta in questa situazione senza precedenti. “In fase di sbigliettamento va rilevata la temperatura a tutti. Immaginiamo che a uno venga rilevata una temperatura di 37,6° e gli si dica di non entrare dopo che ha pagato il biglietto…”.

Una situazione resa ancora più difficile da limitazioni che Varsalona giudica “assurde”. E ci fa l’esempio dei teatri: “Non si può imporre un affollamento massimo di 200 persone, perché ci sono teatri da 200 posti e teatri da 1500. Se ho un teatro da 1500 posti, a 400/450 ci si arriva e già inizia a essere uno spettacolo praticabile. Con 200 persone neanche accendo le luci, perché ci rimetto. Ed è al chiuso. All’aperto è veramente ridicolo: in arene con 10 mila posti ho dovuto riempirne 1000”.

La questione dei permessi

Per ottenere i permessi necessari ad aprire un’attività come quella di un’arena all’aperto, il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS) prevede che si passi da una fase di controllo da parte di una commissione di vigilanza, o di un tecnico sostitutivo per gli eventi al di sotto delle 200 persone. In questo caso, non è obbligatorio il sopralluogo finale, ma l’iter è lo stesso. Questo iter, ci spiega Varsalona, dura circa due mesi, in genere, senza contare “le difficoltà di convocare la commissione a distanza, in videoconferenza”, che si sono aggiunte quest’anno per ovvie ragioni. Per organizzare eventi estivi, è dunque indispensabile presentare tutta la documentazione per febbraio/marzo. “Se volessi organizzare qualcosa adesso, arriverei con il primo spettacolo a fine agosto, non prima”. La conclusione è che “si potevano fare procedure più snelle, come le hanno fatte per tante autorizzazioni. Ai pub, ad esempio, tanti comuni hanno dato la possibilità di allargarsi all’esterno, fino al marciapiede di fronte”.

Domina l’incertezza

Contestualmente, abbiamo anche ricontattato Davide Fontana, titolare della multisala Augustus di Velletri e tra gli organizzatori di CineDrive. Le difficoltà, come abbiamo visto, sono concrete, e ad esse si aggiunge la questione uscite, decisamente carenti. “Dobbiamo fare un po’ i circensi per qualche mese. È come se ci avessero bombardato le sale e ora potessimo lavorare solo all’aperto”. I problemi principali sono due: il periodo estivo in Italia è sempre stato difficile, la gente preferisce andare al mare piuttosto che al cinema. E poi ovviamente mancano i blockbuster, che normalmente portano al cinema le famiglie.

Sono infatti film in seconda visione quelli proposti in tutto il Paese nella arene estive, come si evince nei nostri report quotidiani sul box office italiano, in cui stiamo assistendo da un po’ a un testa a testa tra Parasite, Jojo Rabbit e Favolacce. La promessa della ripartenza con titoli come Onward e Tenet sta rapidamente sfumando. Il film di Christopher Nolan è stato rinviato a fine agosto, e probabilmente verrà spostato ancora una volta. Il film Pixar, previsto per il 22 luglio, è stato rimandato.

Qualche spiraglio in tutto questo c’è. Da un lato, CineDrive dovrebbe ottenere un finanziamento della Regione Lazio. “Siamo stati convocati insieme al CNA per definire la parte contributiva per partire con le nostre location. Se andrà bene, speriamo di partire con tutto”.

Dall’altro, Gli anni più belli di Gabriele Muccino, che proprio in questi giorni è stato re-distribuito, potrebbe spingere qualche sala al chiuso a riaprire. Al momento, purtroppo, non sembra questo il caso: non resta che incrociare le dita e aspettare.

#CinemaReloaded è un messaggio di ottimismo aperto a tutti per testimoniare, condividere e sostenere le iniziative di rilancio del cinema in sala. Scopri di più e aderisci sul sito Cinemareloaded.it

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