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Il futuro dei cinema

Mentre le sale continuano a rimanere chiuse, si discute molto se far uscire direttamente i film online. Ma con idee molto confuse…

Cinema Reloaded Cover

Leggo da giorni tante proposte su come distribuire i film in questo momento in Italia. La confusione regna sovrana, l’incoerenza anche, manca molto spesso la matematica. Vediamo tre punti importanti…

Il prezzo
Per i titoli che stavano per uscire nei cinema e che sono rimasti bloccati, sento spesso parlare di un prezzo di 10 euro per vederlo a casa. E già qui è una stranezza, visto che i film che sono usciti direttamente online in questo periodo hanno prezzi ben diversi (circa 20 dollari negli Stati Uniti, da noi su Chili Emma e L’uomo invisibile li trovate a 15,99). Comunque sia, facciamo finta che non ci sia nessun riferimento da seguire e chiediamoci semplicemente se è un prezzo congruo e ragionevole per il consumatore. La risposta è semplice: dipende. Per un film come quello di Verdone sarebbe basso, per tanti titoli che in sala avrebbero faticato parecchio (perché per un pubblico di nicchia) è pure troppo. Il problema vero è: ma veramente pensate che tanti consumatori italiani abbiano tutta questa abitudine a spendere queste cifre nell’acquisto/noleggio digitale, anche per grossi blockbuster? Credo che ci sia una grossa confusione tra il successo (da noi moderato, peraltro) dei servizi streaming (con un costo fisso ‘all you can eat’) e il desiderio di pagare la stessa cifra che spendo per un mese di Netflix per il noleggio di un singolo film. E qui ci colleghiamo al secondo problema…

Mele e pere?
I conti che si fanno sono spesso sbagliati e la cosa incredibile è che saranno almeno dieci anni che noto lo stesso errore. Il ragionamento è questo: in sala il film avrebbe fatto ‘x’ euro, in TVOD farà ‘x’ visioni a tot euro (e come detto, con aspettative spesso irreali), diciamo che siamo più o meno pari, quindi va bene, no? E no. Perché qui paragoniamo un incasso sala che è solo l’inizio di un lungo percorso su vari mezzi di sfruttamento (comprese anche piattaforme digitali e acquisti/noleggi digitali) con un passaggio diretto al digitale, SENZA gli incassi della sala. E ricordando anche che, quando c’è una copia perfetta in digitale di un film, cinque minuti dopo sta anche sulle piattaforme pirata (problema che, per un film in sala – tranne sventurate eccezioni – non avviene certo nello stesso modo). Quindi, basta fare calcoli del genere, non hanno senso. Al massimo, possiamo ragionare su questa emergenza e sulle varie soluzioni che si possono trovare – compresi passaggi online in questi mesi di cinema chiusi e in deroga della legge cinema, con cui da parte dei produttori si cerca comprensibilmente di salvare il salvabile – ma in generale conviene fare ipotesi economiche che stanno in piedi.

Il valore dei cinema
Lasciamo perdere questi mesi e pensiamo a quando le sale saranno riaperte. Molto spesso si è difeso i cinema perché luoghi di aggregazione e di condivisione di un film, per un principio ‘morale’ ed ‘etico’. Personalmente, questa idea non mi ha mai convinto e non la trovavo particolarmente efficace per stimolare lo spettatore, ma poco importa, tanto per almeno uno o due anni non potrà essere utilizzata (direi che non è il momento di ritenere la vicinanza stretta agli sconosciuti come un efficace stratagemma di marketing, che ne dite?). L’unico approccio veramente valido d’ora in poi sarà uno solo e sarà biecamente economico. Semplicemente, come penso di aver chiarito sopra, le modalità di sfruttamento di un film sono ormai due. Una è quella di una visione domestica/privata e nel contesto di questo articolo ci importa poco sapere se avviene sul televisore perché avete un abbonamento Sky o sul tablet tramite una piattaforma online. L’altra è semplicemente la sala. Il punto è che, molto spesso, per un film di successo avvengono entrambe queste visioni, anche ripetute. Ora, a meno che non siate fermamente convinti che con la morte delle sale i mancati introiti verranno recuperati dalla visioni private (e se poi vi sbagliate? Tornare indietro sarebbe impossibile), questo è il momento di difendere a spada tratta i cinema e gli esercenti e di sostenerli in tutti i modi possibili. E no, non lo dobbiamo fare perché la sala ci unisce spiritualmente con le altre persone e perché ci fa sentire più buoni. Ma perché conviene al nostro conto in banca e alla nostra pensione…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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