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Kung Fu Panda 3 e la strategia incentrata sulla Cina

DreamWorks Animation si prepara a distribuire l’ultimo capitolo del franchise nella Repubblica Popolare in due versioni, una animata appositamente per il mandarino, con una data di uscita pensata soprattutto per le vacanze invernali e il capodanno cinese.

Nonostante il clima avverso e forti competitor stranieri come Star Wars, lo scorso weekend Kung Fu Panda 3 ha confermato il successo del franchise nel Celeste Impero. In attesa dell’uscita di venerdì prossimo, infatti, lo scorso 23 gennaio il governo ha concesso una finestra di tre ore pomeridiane (cioè un paio di spettacoli) per mostrare il film in anteprima al pubblico cinese: il risultato è stato il maggior incasso della giornata, pari a 6,4 milioni di dollari, che anticipano una buona performance sul mercato locale e cominciano a premiare la strategia seguita da DreamWorks Animation, fortemente imperniata sulla Cina.

KFP3-kung fu panda 3

Basandosi sul successo dei capitoli precedenti, lo studio di animazione ha infatti scelto di distribuire il film in due versioni, una originale in inglese e una in mandarino. A differenza di ciò che avviene di solito, tuttavia, le scene della seconda versione sono state cambiate in modo che i movimenti delle bocche dei personaggi e i movimenti del corpo si adattassero alla lingua e all’espressività  cinese, in un esperimento unico nel suo genere per un blockbuster americano. Come spiega The Hollywood Reporter, l’obiettivo della major è esplicitamente quello di suscitare a tal punto la curiosità degli spettatori da spingerli al cinema due volte per confrontare le versioni.

Altro chiaro indizio della centralità della Cina è la scelta della data di uscita internazionale, il 29 gennaio. Se il periodo è relativamente debole al box office americano, risulta assolutamente cruciale nel Celeste Impero dove si incrocia con le vacanze invernali, proprio a ridosso del Capodanno cinese (quest’anno previsto per l’8 febbraio). Il franchise, d’altra parte, vanta una lunga tradizione di successi nel Paese asiatico: il primo capitolo nel lontano 2008 incassò 26 milioni di dollari, cioè una somma significativa considerando un botteghino complessivo annuale pari a circa un decimo di quello attuale (6,78 miliardi di dollari nel 2015). Kung Fu Panda 2, invece, tre anni dopo mise a segno un record locale come maggior incasso per un film di animazione, chiudendo a 92,2 milioni di dollari.

Il terzo installemnt si distinguerà inoltre per essere il primo titolo distribuito da Oriental DreamWorks, la joint venture formata nel 2012 dallo studio con China Media Capital e Shanghai Media Group. Una società con base appunto a Shanghai e nata con lo scopo di creare film d’animazione legati in qualche modo alla realtà cinese ma di qualità hollywoodiana. Secondo alcune analisi, la versione in mandarino di Kung Fu Panda 3 sarebbe stato anche un modo per accrescere l’expertise della nuova società senza compromettere la tabella di marcia di DreamWorks. Una scommessa di sicuro sui generis, che potrebbe costituire un precedente in uno scenario globale in cui il peso del box office cinese si fa sempre più preponderante.

Sui nostri schermi il film arriverà il 17 marzo, distribuito da 20th Century Fox Italia.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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