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Thomas Bertacche (Tucker Film) “è necessario un confronto sulle regole per lo streaming”

Dopo l’annullamento del’anteprima web sulla piattaforma Streaming di My Movies MyMoviesLive! di Class Enemy , a causa delle proteste degli esercenti, Thomas Bertacche, ad di Tucker Film (che distribuisce il film nelle sale a partire da domani) commenta a Cineguru quanto accaduto. «L’idea di proporre Class Enemy in anteprima streaming su MYmovies  – speiga – era…

Dopo l’annullamento del’anteprima web sulla piattaforma Streaming di My Movies MyMoviesLive! di Class Enemy , a causa delle proteste degli esercenti, Thomas Bertacche, ad di Tucker Film (che distribuisce il film nelle sale a partire da domani) commenta a Cineguru quanto accaduto. «L’idea di proporre Class Enemy in anteprima streaming su MYmovies  – speiga – era nata dalla convinzione che, trattandosi di un bel film (o, almeno, così lo valutiamo noi), questo potesse aiutare a generare un passaparola positivo».

class enemy

Per Bertacche «Gli utenti di MYmovies, in particolar modo di MYmovieslive, sono utenti molto motivati, che pagano un abbonamento per vedere soprattutto film di qualità. Una platea che, dal nostro punto di vista, si avvicina molto al pubblico di riferimento di Class Enemy». Ma quali sono le possibili soluzioni da adottare per superare le sempre più frequenti impasse che si crrano tra esercizio e distribuzione quando si parla di distirbuzione digitale? «Vedendola dal punto di vista dell’esercizio cinematografico ci troviamo in un periodo dove pochi film riescono ad attrarre il pubblico, e la fruizione di cinema via internet viene vista in contrasto con lo sfruttamento in sala. Senza dimenticare che, purtroppo, la pirateria è fortissima ed è molto facile scaricare illegalmente anche film di prima visione» dichiara Bertacche. «Noi pensiamo sia necessario un confronto tra esercenti, distributori e MYmovies sulle regole da darsi per le proiezioni in streaming, anche perché perdere la capacità di penetrazione nel pubblico d’essai del sito in questione sarebbe dannoso soprattutto per il cinema di qualità e i distributori indipendenti».

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