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Pirateria: associazioni, ISP e giuristi chiedono l’intervento della Camera contro il regolamento Agcom

Licenziare in via definitiva il nuovo regolamento “per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica” entro la fine dell’anno e renderlo vigente nei primi mesi del 2014: questa è l’intenzione dichiarata dell’Agcom, l’Autorità Garante per le Comunicazioni, che si appresta ad adottare una nuova normativa sul copyright nonostante le polemiche che accompagnano…

Licenziare in via definitiva il nuovo regolamento “per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica” entro la fine dell’anno e renderlo vigente nei primi mesi del 2014: questa è l’intenzione dichiarata dell’Agcom, l’Autorità Garante per le Comunicazioni, che si appresta ad adottare una nuova normativa sul copyright nonostante le polemiche che accompagnano il provvedimento sin dalla sua prima comparsa, a luglio. Se nelle premesse e in diverse dichiarazioni pubbliche l’Authority ha più volte assicurato di voler stabilire procedure garantiste per la difesa della proprietà intellettuale, che non ledano il singolo utente web ma solo le violazioni definite “massive”, molte sono le obiezioni sollevate a gran voce, e in modo sempre più serrato, tanto dagli operatori della Rete, quanto da giuristi e associazioni a difesa della libertà d’espressione. Obiezioni che ora tentano di smuovere le acque a livello legislativo con una lettera indirizzata al presidente della Camera, Laura Boldrini, tra i cui firmatari si trovano Dino Bortolotto, presidente di Assoprovider, il direttore di Altroconsumo Luisa Crisigiovanni, il presidente del Movimento Difesa del Cittadino Antonio Longo e il presidente di Confindustria Digitale-Aiip Paolo Nuti. Promotori dell’iniziativa, gli avvocati Fulvio Sarzana e Guido Scorza, da tempo in prima linea nel sottolineare i rischi insiti nel nuovo regolamento per la tutela del diritto d’autore.

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La lettera (il cui testo integrale è disponibile a questo link)  denuncia come “ingiusta, inopportuna ed inappropriata nel merito la procedura di repressione sul web proposta dall’AGCOM, senza il ricorso alla Magistratura, e nutrono serie perplessità circa la sussistenza di una sufficiente legittimazione in materia di diritto d’autore in capo a tale Autorità amministrativa stante la legislazione vigente”.

Come più volte sottolineato dai firmatari, infatti, non solo l’Autorità non avrebbe competenza a emanare quella che si propone, a tutti gli effetti, come una normativa sulla difesa del diritto d’autore, ma si tratterebbe anche di misure viziate da definizioni generiche, non in grado di individuare chiaramente la fattispecie degli illeciti. Si è parlato a proposito dell’indeterminatezza della dicitura “opera digitale”, che sarebbe l’oggetto della tutela del regolamento, ma che non troverebbe ulteriore definizione all’interno della nostra legislazione, così come è stata criticata l’intenzione dell’Agcom di concentrarsi sulle cosiddette “violazioni massive” del copyright, senza tuttavia specificare il significato di una tale classificazione e senza prevedere il fair use, cioè la depenalizzazione delle infrazioni del copyright senza risvolti economico-commerciali.

La lettera, dunque, non vuole essere contro una normativa sul diritto d’autore, ma contro questo regolamento, che prevede la possibilità per l’Agcom di richiedere ai provider l’inibizione dell’accesso a intere pagine e siti senza passare per alcuna autorità giudiziaria, nonché tempi brevissimi per il contraddittorio e la difesa da parte degli uploader dei materiali che si presume violino il diritto d’autore. Come si legge nel testo:

“Solo in Parlamento, grazie alle più ampie prerogative consentite al Legislatore, può essere infatti adottata una riforma del diritto d’autore armonica, equa ed innovativa.  Una riforma della legge n. 633/1941 che affronti, da una parte, con doveroso rigore la repressione delle violazioni a scopo di lucro ancheattraverso strumenti quali il cd follow the money, che impedisce la monetizzazione delle grandi piattaforme di pirateria commerciale senza ricorrere néall’interdizione del servizio a livello DNS, che metterebbe a rischio la libertà d’espressione, né a forme di “rimozione selettiva” che richiederebbero il ricorso a tecniche di ispezione delle comunicazioni (Deep Packet Inspection) incompatibili con l’articolo 15 della Costituzione e ponga, dall’altro, le precondizioni più adeguate per sviluppare finalmente nel nostro Paese un mercato legale dei contenuti online senza dimenticare, infine, di precisare, dettagliare, riconoscere e promuovere i diritti dei consumatori nel nuovo contesto digitale”.

 

 

Fonte: Fulog

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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