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Palinsesti à la carte e abbonamenti flessibili: ecco cosa vogliono gli spettatori tv USA

Una ricerca di PricewaterhouseCoopers mette in evidenza il mix di canali, tradizionali e online, di cui gli utenti americani si servono per soddisfare le proprie esigenze di intrattenimento domestico.

Un abbonamento tv “à la carte”, composto dall’offerta di più operatori e assemblato dal singolo utente a seconda delle sue specifiche esigenze. È questo il desiderio espresso dagli spettatori americani del piccolo schermo secondo una ricerca condotta da PricewaterhouseCoopers, in cui ben si evidenzia anche il complesso mix di offerta tradizionale e on demand di cui i consumatori si servono attualmente per  soddisfare la propria domanda di intrattenimento domestico.

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Dei più di mille intervistati dall’istituto di ricerca, il 73% ha infatti espresso il desiderio di maggior flessibilità nella creazione del proprio bouquet di canali, da non legare ai pacchetti attualmente confezionati dalle grandi media company, diventati per altro oggetto di una bozza di legge che sta girando in questi giorni nel Parlamento statunitense e che ne vorrebbe l’eliminazione. Gli utenti nella fascia 50-59 sono quelli che vorrebbero avere accesso anche a più di 10 canali, mentre solo la metà degli gli spettatori più giovani, tra i 18 e i 24 anni, necessita della stessa varietà. Per quanto riguarda i costi, più del 60% dei soggetti sentiti si è detto disponibile a pagare fino a 2,99 dollari per canale, mentre il 72% non salirebbe oltre 1,99 dollari. Secondo le stime attuali, tuttavia, il costo medio di un abbonamento alla tv via cavo è destinato a  crescere fino a  toccare i 200 dollari al mese entro il 2020.

Centrale nella ricerca appare anche il ruolo dei servizi di streaming on demand, ormai parte integrante della fruizione dei prodotti audiovisivi da parte degli spettatori USA:  Netflix, in particolare, è il servizio più utilizzato in quasi tutte le fasce d’età dopo la tv via cavo, non solo prima di operatori concorrenti quali Amazon e iTunes, ma anche prima del satellite. Un risultato non secondario se si considera che, stando a quanto rilevato PricewaterhouseCoopers, l’offerta del leader americano dello SVOD (video on demand ad abbonamento), sarebbe utilizzata complessivamente  dal 41% dei consumatori televisivi, vale a dire 2 su 5. Una quota ancora lontana da quel 70% degli abbonati all’offerta televisiva tradizionale, ma comunque in grado di segnalare un cambiamento non secondario nelle abitudini di consumo del pubblico d’Oltreoceano.

 

Fonte: PwC 

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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