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Offerta legale e autoregolamentazione dei siti, ecco i punti cardine della nuova normativa Agcom contro la pirateria

Niente di simile all’Hadopi, niente persecuzione degli “scariconi” o del P2P, ma una procedura graduale e in contraddittorio per favorire la pronta rimozione dei materiali piratati. Così si presenta il nuovo schema di regolamento adottato dall’Authority e incentrato anche sulla promozione dei canali legali per lo sfruttamento delle opere dell’ingegno sul web.

Dopo la lunga attesa di un aggiornamento del quadro normativo italiano in materia  di antipirateria, l’Agcom presieduta da Angelo Marcello Cardani ha inifine risposto alle esigenze degli operati dell’industria culturale adottando uno schema di regolamento per la tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica. Si tratta di un documento volto a definire prima di tutto l’ambito di intervento dello stesso Garante in materia di difesa del copyright sul web, nonché a stabilire tanto le procedure per la denuncia delle violazioni, quanto i provvedimenti da attuare in mancanza della cessazione dei comportamenti lesivi della proprietà intellettuale.

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Diversi i punti innovativi e di interesse in confronto a quanto prospettato in precedenza dalla stessa Authority: il testo approvato, attualmente oggetto di una consultazione pubblica di 60 giorni, si apre difatti con il riconoscimento della centralità della promozione dell’offerta legale, ancor prima che con le nuove regole antipirateria. Un segnale che indica da una parte il ritardo su questo fronte degli operatori italiani, ma anche la consapevolezza, finora non sempre così esaltata, dell’urgenza di aggiornare il mercato alle nuove tecnologie, rafforzando e ampliando quei sistemi di distribuzione digitale cui finora la violazione del copyright ha risposto in maniera quasi sostitutiva.

Altra premessa dello schema di regolamento, è il rispetto delle libertà che in passato alcuni hanno visto minacciate dai tentativi di legiferare sulla tutela del diritto d’autore online, quali la “libertà di manifestazione del pensiero, di cronaca, di commento, critica e discussione”. Ma ciò che più conta sono i confini tracciati già in partenza per l’intervento del Garante, che escludono esplicitamente “i downloader”, nonché le applicazioni e i programmi “attraverso i quali si realizzi la condivisione diretta tra utenti”, vale a dire il P2P. Una presa di posizione molto netta, che allontana ad esempio l’ipotesi dell’adozione di un modello simile all’Hadopi, il sistema francese – tra l’altro in corso di dismissione da parte del governo Hollande – che prevede invece tre avvisi prima della disconnessione dell’utente trovato a praticare violazioni del diritto d’autore. In Italia l’attenzione dell’Authority si sposta dunque sui grandi siti e sui portali, con occhio particolarmente rivolto alla segnalazione delle violazioni e alla canellazione spontanea dei contenuti da parte dei servizi che li ospitano, senza passare necessariamente per il coinvolgimento degli utenti.

Nella nota con cui ha presentato il provvedimento, l’Agcom ha voluto mettere in luce in particolare come il procedimento a tutela del copyright “ possa essere avviato solo su istanza del soggetto legittimato, non d’ufficio, e dopo aver rivolto, senza esito positivo, una richiesta di rimozione al gestore della pagina internet”. L’iter che ne segue è stato inoltre improntato in modo tale da garantire tempi brevi di risoluzione della controversia, ma anche il principio del contraddittorio, “in modo da consentire a tutti i soggetti interessati di far valere le proprie ragioni”. Gli operatori web, in pratica, non solo avranno la possibilità di stabilire o seguire i propri codici di autoregolamentazione per la rimozione del materiale lesivo del diritto d’autore, ma saranno garantiti loro diversi passaggi  prima che si arrivi, in estrema ratio, a un’azione amministrativa da parte dell’Autorità per le comunicazioni ed eventualmente, in caso del persistere di una violazione grave, a una sanzione di tipo pecuniario. Come si legge nella nota stampa, le misure cardine a disposizione dell’Authority rimangono in sintesi:  “rimozione selettiva o disabilitazione dell’accesso ai contenuti illeciti – e saranno improntate a gradualità e proporzionalità, tenendo conto della gravità della violazione e della localizzazione del server”.

Il nuovo quadro sembra perciò ricalcare l’attuale normativa americana e in particolare il Digital Millennium Copyright Act, incentrato esattamente sull’idea della notifica delle violazioni da parte dei detentori del copyright e sul principio per cui non è possibile porre in capo a portali e siti di hosting l’onere di vigilare sulla liceità dei contenuti caricati dai propri utenti. Altra novità non di poco conto introdotta dall’Authority è infine l’istituzione di un  Comitato per lo sviluppo e la tutela dell’offerta legale di opere digitali, che si occuperà di monitorare lo stato e promuovere la nascita di nuovi canali leciti per la fruizione online dei prodotti culturali.

Per il testo completo dello schema di regolamento, vi rimandiamo al sito dell’Agcom.

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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