È vero che al momento ne esistono solo poche centinaia, distribuite a selezionatissimi tester, ma l’ultima frontiera dei dispositivi mobili, i Google Glass, hanno già cominciato ad attirare l’interesse di diverse industrie, non da ultima quella dell’intrattenimento. Se diversi organi di informazione, come Elle,  New York Times e CNN hanno già rilasciato le proprie app per gli occhiali connessi in Rete, così come i principali social network, secondo The Hollywood Reporter anche nei piani alti degli Studios si starebbe cominciando a discutere su come sfruttare questa inedita forma di “schermi indossabili”.

Al momento non sembra ci siano stati contatti diretti tra le major e Google su questo tema, ma le fonti consultate dal magazine hanno confermato un certo fermento riguardo al nuovo device. “I contenuti saranno sempre più distribuiti attraverso tutti i mezzi possibili. Perché non dovremmo servirci di un canale che è praticamente già parte di noi?”, ha dichiarato il produttore di Breaking Bad, Mark Johnson, sottolineando le possibilità offerte dai Google Glass in particolare per le forme più brevi dell’audiovisivo, come trailer, corti e servizi giornalistici: tutti materiali per il cui consumo potrebbero sostituire o affiancarsi agli smartphone. Peter Gruber, produttore di Rain Man, immagina invece le loro potenzialità dal punto di vista promozionale: “Andando al cinema potresti vedere un trailer e decidere di comprare i biglietti per quel film. La transazione, l’esperienza e l’informazione saranno mescolate tutte insieme”.

In compenso, c’è già chi non vede di buon occhio la nuova tecnologia, e cioè gli esercenti. Stando a quanto riferito da THR, l’associazione nazionale di categoria negli USA, la NATO, starebbe già valutando l’ipotesi di bandire i Google Glass dalle sale per preoccupazioni legate alla pirateria, trattandosi comunque di un dispositivo in grado di registrare immagini e suoni.

Fonte: THR