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Cinema digitale: esercenti e distributori USA temono la scomparsa precoce della pellicola.

Dati allarmanti giungono dallo Showeast 2012, in corso in Florida, dove l’industria americana del cinema guarda con preoccupazione alla situazione societaria di Kodak e all’assottigliarsi degli stock di celluloide. Ma nel mondo sono ancora molte le sale ancora non attrezzate per le proiezioni in digitale.

Uno dei temi in cima all’agenda del mercato cinematografico italiano, è il processo di digitalizzazione delle sale, che procede a rilento rispetto ad altri Paesi europei e soprattutto sembra riguardare in modo particolare i multisala con più schermi e i multiplex. A differenza delle strutture di dimensioni maggiori, i cinema monosala e i piccoli multisala mostrano infatti maggiori difficoltà ad affrontare l’’investimento, reso necessario dall’intenzione delle distribuzioni di abbandonare definitivamente la pellicola (ovviamente più costosa) in tempi brevi.  E se in Italia il mondo dell’esercizio comincia già a dubitare della fattibilità della scadenza del 2014 per la conversione dell’intero parco sale nazionale, la situazione non sembra rassicurante nemmeno a livello internazionale, come mostra anche lo Showeast 2012, una delle convention dedicate all’esercizio statunitense, attualmente in corso in Florida.

 

I dati con cui si è aperta questa edizione dell’evento, sono potenzialmente preoccupanti: secondo quanto dichiarato a The Hollywood Reporter dal fondatore di MKPE Consulting, Michael Karagosian, la fine della pellicola potrebbe intervenire molto prima del previsto, addirittura entro l’anno, e non per volontà dei distributori. A pesare su questo scenario è l’incertezza in cui versa uno dei principali produttori del supporto, cioè Kodak, ora dipendente dalle decisioni di un giudice fallimentare. Le sue concorrenti, su cui erano riposte le aspettative degli Studios, non sono da meno: la Fuji ha infatti accettato i suoi ultimi ordini, ma porrà fine alla produzione entro marzo, e lo stesso dovrebbe accadere con Agfa. Il risultato, è una riduzione dello stock disponibile che sta suscitando ansie anche negli Studios, come ha confermato allo Showeast anche Mark Chistiansen, vice presidente esecutivo delle operazioni a Paramount Pictures:

“Non so quando sarà la fine della pellicola, ma potrebbe essere domani. E non per nostra decisione” – ha affermato il manager – “Il giudice potrebbe imporre in qualsiasi momento a Kodak di dismettere il 35mm e allora andremmo incontro a un serio problema di scorte”.

 

Il processo di digitalizzazione è cominciato nel 1999 con film quali Star Wars Episodio I: La minaccia fantasma, Tarzan e Un marito ideale. Da allora, nel mondo sono stati installati più di 80 mila proiettori digitali, ma rimangono una porzione ancora limitata rispetto al parco sale globale, che si stima conti 125 mila schermi.

Secondo i dati (aggiornati a giugno 2012) di Media Salles, in Europa gli schermi già convertiti sono ora quasi 22 mila, pari al 60,5% del totale. L’incremento, rispetto all’ultimo semestre 2011, è stato di oltre il 17%, in linea con il trend tracciato l’anno scorso. L’Italia, tuttavia, risulta piuttosto indietro rispetto alla media europea, con una percentuale di sale digitali del 47%, che non regge nemmeno il confronto con Inghilterra (86%), Francia (80%), Germania (54%) e Russia (72%). Ma se tutti i multiplex e le multisale avevano completato o iniziato la conversione già al primo gennaio di quest’anno, per quanto riguarda le sale tradizionali, a inizio 2012, il digitale non era presente che nel 23% degli schermi.

 

Fonte: The Hollywood Reporter

Davide Dellacasa
Publisher di ScreenWeek.it, Episode39 e Managing Director del network di Blog della Brad&k Productions ama internet e il cinema e ne ha fatto il suo mestiere fin dal 1994.
http://dd.screenweek.it
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