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Il Podcast di Cineguru: box office, strategie distributive e le ultime sulla questione Paramount

Il box office del weekend, i dati di agosto, le strategie di Apple e le novità su Paramount. Ascolta il nuovo episodio del Podcast di Cineguru!

Nel nuovo episodio del Podcast di Cineguru, Davide Dellacasa e Robert Bernocchi analizzano il weekend cinematografico, che ha visto ancora una volta Cattivissimo Me 4 dominare la classifica, seguito da It Ends With Us e Il Corvo.

Si commentano anche i dati di agosto, che sebbene positivi, lasciano delle incertezze sul futuro. Si approfondiscono poi le strategie distributive, con un focus sul caso di Apple, che ha scelto di limitare l’uscita cinematografica di Wolfs con Brad Pitt e George Clooney, puntando decisamente sullo streaming.

Infine, il podcast fornisce gli ultimi aggiornamenti sulla situazione di Paramount.

Potete ascoltare il Podcast di Cineguru nei seguenti player.

Potete ascoltare il podcast anche ai seguenti link:

Ed ecco anche l’intera trascrizione del podcast:

Questa trascrizione è stata generata tramite un servizio di trascrizione. La versione attuale potrebbe non essere definitiva e potrebbe essere soggetta ad aggiornamenti

Davide Dellacasa

Buongiorno, buongiorno a tutti. Ciao, Robert.

Robert Bernocchi

Buongiorno, come va?

Davide Dellacasa

Bene, dai. Non è lunedì, è martedì. Anche gli ascoltatori se ne saranno accorti. Anche se è martedì diamo un’occhiata a come è andato il fine settimana, ma ci offre anche lo spunto per fare lo spunto, più che lo spunto l’occasione visto che è uscito l’articolo di bilancio sul mese di agosto per parlare di come è andato questo questo agosto che come hai detto giustamente te si continuiamo a guardare i risultati del 23 e del 19 quindi magari uno però poi se facciamo un bilancio più nel lungo periodo come hai detto te, un bicchiere mezzo pieno che mezzo vuoto, perché ottenere questi risultati ad agosto e questi numeri ad agosto non è sicuramente la normalità per il nostro mercato. Ma non lo so, andiamo con ordine, con l’ordine che usiamo di solito, quindi partiamo da questo fine settimana, dove in realtà le nuove uscite non hanno cambiato moltissimo ai vertici della classifica, qualcosina, ma poi in generale Insomma, non hanno avuto. Un peso così importante almeno sulla top ten, giusto?

Robert Bernocchi

Sì, assolutamente non c’è stato un impatto forte, ma d’altronde molto sinceramente non ce lo aspettavamo. Anche il risultato del Corvo dopo quello che era successo in America, insomma, nessuno di noi credo si aspettasse miracoli.

Davide Dellacasa

No, anzi, dopo quello che è successo in America io non speravo neanche nel terzo posto.

Robert Bernocchi

Sì, sì, ma assolutamente poteva anche andare peggio in Italia. Mentre ovviamente sono rimasti in testa Cattivissimo 4 e i Tens With Us, secondo me stanno continuando a fare dei buoni risultati, ma lo vediamo soprattutto nell’incasso di ieri, perché per esempio Cattivissimo 3 ha superato ancora i 300 mila euro che Per un risultato di lunedì sappiamo benissimo che non è assolutamente normale. I tends sui tasti supera 200 mila euro, che anche questo appunto non è assolutamente normale. Con buone prospettive per tutti e due, nel senso che secondo me se continua così e non ci sono grosse sorprese, che Attivissimo chiude intorno ai 16-17 milioni, che siano poi 15-8, 17-1, secondo me è un’enorme differenza per il mercato, insomma, ma comunque dovremmo stare da quelle parti. E i Tensuitas ormai è chiaro che supererà i 3 milioni, che in Italia rimane sempre per quello che è un film medio, che poi si è rivelato un’enorme sorpresa, un bellissimo sleeper che funziona in tutto il mondo, però 3 milioni per un film con quel budget è un ottimo risultato anche da noi. Quindi ci ritroviamo sempre a dire che in realtà i film funzionano, perché poi molto spesso i film funzionano e che ce ne stanno pochi. di forti e questo si vede, forse abbiamo anche un po’, lo sto vedendo su alcuni commenti su Cattivissimo Me, l’idea che ci debba essere un salvatore, un Inside Out 2 che arriva e fa altri 45 milioni, o che magari visto che Inside Out 2 ha fatto tutti questi soldi l’ha anche Cattivissimo deve crescere in maniera enorme. Invece non sono aspettative corrette sul mercato, poi se arriva un altro inside out nei prossimi mesi ne siamo tutti felici. non è quello su cui dovremmo puntare. Per esempio a settembre, come notavo nell’articolo di agosto e sulle prospettive che abbiamo a settembre, sinceramente a parte Beetlejuice Beetlejuice non riesco a vedere dei titoli forti che possono incidere in maniera veramente significativa, poi ci sarà qualche sorpresa, ci sarà qualche titolo che funziona meglio di quello che pensiamo. Però ecco, anche qui allora uno deve sperare che Beetlejuice faccia un risultato enorme. Per me, insomma, io spero che funzioni talmente bene che sia il quinto film dell’anno che supera i 10 milioni in Italia. Ma anche se ne fa 7-8, di per sé andrebbe bene. Poi il problema è il resto del mercato, il resto dell’offerta. Non sarà poi… Beetlejuice non deve dipendere tutto da un unico titolo, purtroppo.

Davide Dellacasa

No, non deve e non può dipendere tutto da un unico titolo. Come dici te, il caso Inside Out è uno di quei casi più unico che raro. Così come magari nel guardare i risultati del box office di questi due fine settimana, che ovviamente pesano anche poi sul bilancio di agosto, non ci dobbiamo dimenticare che Cattivissimo Momento 4 si confronta con quello l’anno scorso comunque un risultato fuori dalla norma, soprattutto per un film come Oppenheimer. Non era certo, ecco, nelle aspettative che ottenesse quei numeri e quei risultati data da film da film più che femmini, mi viene da dire. Sono d’accordo con te sull’ottimo andamento che stanno avendo i Tensuitas. Anche cattivissimo me, appunto, il posizionarsi alla fine, almeno dalla traiettoria che è adesso, tra il secondo e il terzo capitolo, insomma, mi sembra un ottimo risultato. Poi, appunto, magari lo diciamo parlando di agosto, ma penso sia arrivato il momento di parlare di agosto, trovo veramente interessante il risultato di Deadpool e Polverine. Insomma, ad un certo punto, almeno io ero indeciso se sarebbe arrivato intorno ai 15 o più intorno ai 20. In questo momento siamo a metà strada, ma chiuderemo più verso i 20, anche se non di troppo. Se lo andiamo a confrontare con la storia dei film della Marvel, Trovo incredibile che sia più che dalle parti degli Avengers, perché poi è dalle parti di tutti gli Avengers, ad esclusione di Endgame, che è stato comunque un caso, insomma, lo sappiamo, è stato il caso più… il risultato migliore di tutta la MCU, costruito poi con anni di lavoro e di costruzione. È ovviamente vicino a Spider-Man, che poi nella storia ha sempre portato risultati incredibili.

Robert Bernocchi

Sì, assolutamente. Sono molto d’accordo sul risultato di Deadpool e di Wolverine, perché da come aveva iniziato e dalla tipologia di finché pensavo fosse molto front-loaded e quindi non avesse, come direbbero in America, molte gambe per andare avanti e continuare a incassare. come dicevi giustamente tu, sta arrivando vicino a quei 18 milioni che erano il risultato di un Avengers, ha superato un precedente Avengers. Sto parlando ovviamente dei risultati italiani. Non era una cosa assolutamente prevedibile ed è stata veramente una bella sorpresa. Credo ecco che rappresenti l’ennesima bella sorpresa che è capitata quest’anno, perché diciamocelo francamente, avevamo tutti paura che tra gli scioperi, tra una proposta di film che in certi periodi francamente era imbarazzante, soprattutto all’inizio dell’anno e soprattutto ovviamente da parte delle grandi meggiori americane, pensavamo francamente che in confronto anche semplicemente col 2023, non parliamo del prepandemia, ma sarebbe stato bruttino, invece stiamo sostanzialmente alla pari e questo da una parte ci conforta, dall’altra però ci deve far ricordare che questo essere sostanzialmente alla pari al 2023 vuol dire che se anche chiudiamo bene l’anno Probabilmente staremo sui 75 milioni di biglietti, se proprio lo chiediamo benissimo forse un po’ più vicino agli 80. Stiamo però ancora lontano da quello che vorremmo ottenere, insomma, un ritorno ai dati del prepandemia che in questo momento non sembra così facile da ottenere. E questo poi è il vero problema, perché poi possiamo fare essere contenti che giugno è stato il miglior giugno della storia, che appunto gennaio e febbraio hanno avuto dei titoli a sorpresa che ci hanno soddisfatto, che quest’estate è stata la migliore della storia per l’Italia e tutto quanto, però stiamo sempre su livelli che rendono anche un po’ difficile la sostenibilità del mercato, o almeno diciamo una sostenibilità naturale che non sia molto aiutata dai fondi pubblici. Speriamo per il 2025 un bel cambio di rotta.

Davide Dellacasa

Io sono chiaramente d’accordo con te, l’analisi del mese di agosto, come hai messo in evidenza, per quanto la coda di Inside Out Deadpool e Polverine, la chiusura di Mesa con Cattivissimo Mè e comunque il contributo di altri titoli tra i quali Alien Romulus, che insomma non abbiamo ancora citato, ma è arrivato a superare i due milioni e mezzo e anche in questo caso quindi ad andare oltre se poi i risultati di alcuni capitoli precedenti. Quello che è mancato è il hai messo in evidenza, se non sbaglio, il prodotto medio tra i 500 mila e il milione e mezzo, che magari in altri mesi di agosto era più presente. È chiaro che, lo sappiamo, ogni tanto è stato anche contestato per quanto mi viene da dire ineccepibile, L’analisi mensile prende in esame quanto i singoli film incassano in quel mese. date di uscita o anche magari dei weekend di mal tempo imprevisto finiscono per influenzare in modo significativo il risultato di un titolo all’interno di un solo mese, di un solo intervallo di tempo. Però ce la dicono appunto e ci raccontano come va quel periodo specifico dell’anno. In questi anni abbiamo parlato tanto dell’impatto della pandemia, poi c’è stato lo sciopero, non è stato semplice e continua a non essere semplice. E la domanda ce la siamo fatta tante volte, anche tu l’hai fatta tante volte, cioè se siamo arrivati a un qualcosa di strutturale in termini di riduzione alla fine dei titoli che arrivano al cinema. Onestamente in questo 2024, anche guardando poi al mercato americano, si può dire Sì, perché chiaramente sono arrivati meno titoli, il 2025 da questo punto di vista mi sembra più nella norma o nelle medie precedenti, almeno da quanto è stato annunciato fino adesso.

Robert Bernocchi

Sì, sicuramente sembra esserci un po’ più di prodotto, la mia preoccupazione è che ci sia una tendenza a lasciare troppo vuoti alcuni mesi, quelli soprattutto iniziali dell’anno, anche un po’ agosto, nel senso che adesso stiamo vedendo anche al botteghino americano una certa mancanza di prodotto, per cui tra agosto e settembre magari non è che proprio si carica le sale di materiale forte e quindi la preoccupazione è un po’ questa, che ci sia paradossalmente anche una tendenza delle mezze americane Quando hanno un titolo forte ammetterlo soprattutto e solo in determinati periodi, anche se magari in altri periodi più vuoti potrebbe anche performare addirittura meglio, proprio perché magari ha più libertà d’azione. Paradossalmente sembra un po’ la situazione italiana che abbiamo a Natale, per cui tutti i film italiani vogliono uscire a Natale, poi si massacrano tra loro, alcuni non hanno proprio diciamo ragione d’essere in quel periodo dell’anno, però c’è questa idea che bisogna andare a Natale perché a Natale la gente va al cinema, poi se sei il decimo film però del Natale forse vieni smontato subito. Quindi ecco, è un po’ questa tendenza a un affollamento di certi periodi e invece un voto di altri che mi preoccupa ancora un po’, spero di sbagliarmi ovviamente.

Davide Dellacasa

A proposito di prodotti meno che arriva in sala, poi io sono chiaramente condizionato sempre un po’ troppo. Mi sembro un po’ come parlo ad Analytics, che sono un po’ troppo condizionato dal rumore che vedo sui social media, che non necessariamente, ci siamo detti tante volte, si riflette. si riflette poi sui risultati, anche se mediamente mi pare spesso a dire così, però quello che volevo dire è che avendo visto lo show che i due hanno messo in piedi sul carpet a Venezia, i due sono, non siamo io e te ovviamente, ma sono Cluney e Brad Pitt, Mi viene da dire che forse Apple, di tutti i film che ha lanciato negli ultimi mesi, forse proprio su questo fare un passo indietro non so se è stata un’idea geniale, non lo so. Perché anche i commenti o le recezioni che ho letto velocemente sul film non mi sembrano così male, quindi o non lo so se è stata proprio la decisione migliore.

Robert Bernocchi

No, sembra una decisione più dettata da una certa paura di fallire. che però forse è proprio il problema dell’approccio che hanno alcune aziende, anche Amazon francamente, perché poi anche Amazon aveva promesso 12-15 film teatrici all’anno, non mi pare di vedere almeno in questi numeri. C’è questa idea ovviamente che se tu fallisci sulle piattaforme non se ne accorge quasi nessuno perché sono cose da analisti di mercato che appunto non escono sui grandi mass media. Se fallisci al cinema invece hai fallito, la cosa appare molto evidente e quindi a livello d’immagine è un problema, però se hai questo approccio sì. Secondo me non è solo che non devi pensare a fare film teatricano, ma forse devi proprio valutare se vuoi se vuoi lavorare nel mondo dell’audiovisivo che è fatto come come tanti anche altri ambienti imprenditoriali soprattutto dei fallimenti quindi se vuoi mantenere un’immagine vincente che sia Amazon che sia Apple forse non è non è il campo giusto e francamente insomma Per quanto sarebbe un peccato, perché comunque, voglio dire, ovviamente queste aziende hanno portato tanti soldi al mondo audiovisivo, della produzione, quindi fanno comodo a tutti noi addetti ai lavori, però se l’atteggiamento è questo, forse più che fare un passo indietro, ne farei tanti indietro, ma forse un passo indietro definitivo vorrei dire.

Davide Dellacasa

Non lo so, spero di no, perché comunque molte delle cose che fa Apple, anche se le vediamo in pochi, mi piacciono. Anche loro hanno cominciato a farne tante, parlo soprattutto di serie TV. Mi sembra che siamo arrivati quasi al momento di loro picco, perché escono una quantità di nuovi titoli che poi non è che lasciano necessariamente l’impronta perché anche lì se andiamo a fare un’analisi a ritroso ci sono alcune cose che sono entrate nell’immaginario collettivo, mi viene da dire soprattutto Ted Lasso, però probabilmente in proporzione a quelle di altre piattaforme non sono così tanti i titoli di grande successo. Anche al cinema comunque ho sempre trovato dei prodotti che avevano il loro senso anche se probabilmente sproporzionato rispetto ai budget investiti. Lì mi viene da dire no, probabilmente Apple dovrebbe fare la tara. Poi sai che io sono scarsamente propenso a criticare la Apple così proprio per motivi quasi religiosi, però chiaramente Un film del genere fa veramente strano non vederlo arrivare in sala come era stato deciso all’inizio. Forse è veramente soltanto una contingenza. Il fatto che abbiano deciso un pochino di rivedere tutta la strategia e che questo film sia capitato in mezzo mi viene da dire rispetto rispetto a questo penovelo. Sulla considerazione che fai te del se non sei pronto a sopportare alla fine, perché lo avevamo detto, probabilmente la cattiva stampa o comunque che tutti parlino di flop, di qualcosa che comunque è un tuo prodotto e quindi insomma Apple non è certo abituata a sentir parlare dei suoi prodotti come flop. Hai ragione, nel senso che quando ti confronti con quest’industria devi anche essere abituato ai titoli di… non lo so, ai titoli di giornali mi viene da ridere perché… giornali, boh, vabbè. Però comunque sì, ha la cattiva stampa che non è più stampa, comunque ha un passaparola, mettiamola così, che parla e associa al tuo marchio a un flop più di quanto sia in tutto il resto, in tutti gli altri casi che sono casi in cui controlli molto di più quello che comunichi alla fine, perché poi dici giustamente te i risultati sulle piattaforme, ma se pensiamo ad Apple o ad Amazon eccetera, nonostante abbiano degli obblighi di comunicazione al mercato di un certo tipo in quanto società accotate poi comunque controllano sempre molto bene quali sono i numeri che rilasciano, soprattutto perché hanno dei grossi aggregati dietro ai quali possono nascondere le magagne dei singoli prodotti o delle singole iniziative non andate esattamente come si sarebbe voluto.

Robert Bernocchi

Il discorso di Wox è particolare perché ovviamente è un fin alto budget anche solo per la presenza di quelle star anche se poi le suddette star hanno messo in discussione certe cifre che erano state fatte sui giornali del loro compenso. È stato interessante che ultimamente è uscito un articolo del New York Times che ha fatto un po’ di conti in tasca su i risultati di The Instigators, che è un film con Matt Damon che è uscito su Apple TV a inizio agosto, credo sinceramente che se ne siamo accorti in pochi.

Davide Dellacasa

Io l’ho anche visto, ce ne siamo accorti in pochi.

Robert Bernocchi

Però anche nella nostra bolla social non mi pare che proprio sia stato un fenomeno, anche ripeto, semplicemente tra noi appassionati, addetti ai lavori e tutto quanto. New York Times, non so esattamente da dove abbia preso questo dato, diceva che è un film che ha portato 50.000 nuovi abbonati in più. È evidente che su queste cifre recuperare il budget magari da 100-150 milioni è assolutamente folle perché stiamo parlando di entrate, di abbonati che se anche rimanessero per un anno ti portano veramente cifre infinitesimali rispetto a quel budget. Quindi è ovvio che anche a livello economico il modello faccio quel tipo di produzioni e poi solamente per la piattaforma se lo può permettere di fare Netflix che tra l’altro non sembra che poi sia molto convinta ancora di andare avanti con grandi produzioni, blockbuster. nonostante abbiano appunto 280 milioni di abbonati e quindi ha sicuramente più senso fare operazioni del genere. Questo insomma mi sembra il problema che rimane anche a livello economico e che in un’azienda che comunque ci tiene ovviamente ai fatturati, ai bilanci, a tutto quanto, prima o poi viene a galla, poi lo sappiamo, volendo insomma Apple può permettersi come Amazon di fare mecenatismo, però insomma Non si capisce bene perché il mondo dell’audiovisivo dovrebbe essere speciale e dovrebbe derogare da banali regole economiche che un qualsiasi amministratore delegato dovrebbe far rispettare.

Davide Dellacasa

Non lo so, perché forse continua a fare glamour e hype, come stiamo vedendo a Venezia in questi giorni, ma a questo punto non credo sia un argomento sufficiente. e credo che siamo ancora in un periodo di definizione di questi modelli. Noi speriamo intanto nei prossimi mesi cinematografici. Senti, cambiando argomento, settimana scorsa abbiamo fatto un po’ insomma quelli che dicevano avremmo la telenovela Paramount per mesi e niente, non abbiamo fatto in tempo a pubblicare la puntata che avevamo registrato che in realtà Siamo stati smentiti, non credo smentiti fino in fondo, perché secondo me comunque qualche causa Paramount gli arriva, però comunque insomma siamo tornati sui binari Skydance molto velocemente, molto più velocemente di quanto pensassimo.

Robert Bernocchi

Diciamo che è interessante anche la storia dietro al ritiro dell’offerta di Bronfman Junior, che appunto ci ha preso alla sprovvista perché è arrivata nella notte dopo che abbiamo registrato ma appunto prima della mattina della messa in onda del podcast. È interessante perché quello che si evidenzia in questo caso ma anche in altri casi precedenti è che una volta che poi questi investitori, perché lui comunque diciamo rappresentava una cordata di investitori quindi non era da solo, Quando questi investitori vanno a vedere nello specifico i conti di Paramount e quindi anche cose riservate della società, molti di loro hanno lasciato perdere. In questo caso c’è stato Bank Capital che era ovviamente fondamentale nell’iniziativa, così come Roku, così come altre aziende che appunto dovevano sostenere Bronfman. In passato abbiamo visto dei tentativi disoniche, però pure quelli si sono bloccati, di altri imprenditori come Byron Allen. Una volta che però hanno visto nello specifico quello che c’era dietro, qualcuno ha avuto magari preoccupazioni per la situazione delle PTV, che è sempre molto complicata. è un momento peraltro in cui Paramount ha annunciato che il valore della società è 6 miliardi in meno, che riflette le problematiche soprattutto della P2P. In qualche caso si è detto che qualcuno non si trovava benissimo con l’idea di dover dare a Skydance 400 milioni semplicemente per il fatto che appunto se fosse arrivata una nuova offerta e fosse stata accettata ai vertici di Paramount, doveva essere compensata in quel modo Skydance. Il quadro che viene fuori non è proprio di una Paramount in grandi condizioni economiche, cosa che sapevamo per carità, ma forse è anche più preoccupante di quello che noi sapevamo che ovviamente non è non è tanto rispetto a quello che può sapere un investitore che riceve delle informazioni confidenziali, che fa delle valutazioni che in molti casi, come abbiamo detto, sono state negative.

Davide Dellacasa

Non lo so, nel senso che d’accordo con te, immagino, ho come la sensazione almeno, che questi altri investitori della cordata se ne siano accorti quando oramai la proposta era stata fatta, non lo so. Poi anche lì, chiaramente non ho idea di come funzioni la trasparenza o di come abbia funzionato nel caso specifico la trasparenza nella circolazione delle informazioni, ma forse anche lì siamo troppo abituati a pensare, perché vediamo troppi film, troppa fiction a pensare che ci sia più pensiero di quanto magari in realtà è stato su determinate operazioni e che alla fine, come dici te, ci sia stata una parte di una cordata che ha fatto un passo più lungo della gamba mentre un’altra parte non era per niente convinta perché dopo Tutti questi mesi, se non anni di attenzione sull’industria e su Paramount, mi sembrerebbe strano avere delle sorprese. Ecco, non mi viene neanche da dire sulla solidità dell’azienda, perché la solidità va un pochino oltre determinate cose in questo ambiente, in questo settore, mi viene da dire. Ma hai toccato un argomento che forse non abbiamo commentato nelle settimane precedenti, mentre commentavi questa cosa, cioè che dopo diciamo anni in cui lo si diceva sia Paramount che Warner Bros. Discovery durante l’estate hanno diciamo palesemente ammesso una cosa che in teoria si diceva da tempo, cioè che il valore della parte Cable è è stato, insomma, la valutazione di tutto quello che era, mi viene da dire, pre-internet, pre-IP, che sono comunque business miliardari da sempre, cioè da sempre, da quando esistono, lo hanno tutti e due pesantemente ridimensionato nelle loro trimestrali.

Robert Bernocchi

Sì, questo qualcuno ha ritenuto che sia stata anche una scelta fatta per appunto i possibili investitori, nel caso di Paramount è stato anche abbastanza palese perché Si dice che è stata la stessa schedenza a chiedere questa cosa perché effettivamente anche in un discorso di valutazione di quanto può valere la società, continuare a valutare le divuvie a cavo con dei parametri che magari ormai risalgono agli anni d’oro di 15-20 anni fa, non ha più senso. Ma questa situazione poi in realtà si vede anche in altri eventi, lo stiamo vivendo un po’ in diretta adesso, speriamo che nelle prossime ore prima della pubblicazione del podcast non ci sia un cambiamento, ma lo stiamo vedendo adesso nei rapporti tra Disney e DirecTV, che è un importante operatore di TV via cavo negli Stati Uniti, che ha 11 milioni di abbonati, si è arrivati alla fine del precedente accordo adesso, insomma a fine agosto, e non è stato trovato ancora un nuovo accordo soddisfacente, quindi i canali Disney sono stati tolti dall’offerta agli abbonati DirecTV. È una cosa molto simile a quello che era già successo l’anno scorso, sempre tra Disney e in quel caso con Charter, che è il maggiore operatore di PTV negli Stati Uniti. Ed è interessante perché poi è chiaro che in questa situazione poi si troverà sicuramente un accordo nei prossimi giorni. Peraltro in un momento in cui, soprattutto per quanto riguarda i contenuti di ESPN, era proprio il momento sbagliato perché c’è la settimana finale di US Open di tennis, stanno iniziando le stagioni del college football, inizia soprattutto la stagione della NFL che sappiamo essere nettamente lo sport più visto e più ricco degli Stati Uniti, quindi è ovvio che si troverà un accordo. Però fa capire anche l’enorme tensione che c’è in questo settore, per cui ci sono questi momenti in cui veramente di rottura per cui ci si chiede ma non potevate trovare una soluzione che tanto alla fine troverete in qualche modo nei prossimi giorni senza arrivare a queste drastiche conseguenze, senza un’interruzione del servizio che alla fine fa male a tutti.

Davide Dellacasa

Sembra di no perché se andiamo indietro anche al recente passato se pensi alla questione universal tiktok ad esempio che è un altro territorio, ma limitrofo a quello dell’audiovisivo. A quanto pare spesso e volentieri si deve arrivare a dei punti di rottura di questo tipo, forse per richiamare l’attenzione di chi deve andare effettivamente nella direzione di un accordo, Boh non lo so, mi sembrano metodi quasi medioevali, di ti faccio vedere quanto ti fa male se faccio una determinata cosa, però a quanto pare è ancora così.

Robert Bernocchi

Sì, però dimostra una cosa banalissima, che le risorse stanno diminuendo, perché come sempre in questi casi è sempre una questione di soldi. in settori in cui i soldi ci sono di più, magari queste cose estreme non le vediamo, nella PTV invece le stiamo notando sempre di più ed è l’evidenza e anche l’attenzione che c’è, anche per esempio lo stiamo notando in queste settimane anche nella causa che c’è stata contro Vinu, che ne abbiamo già parlato, cui appunto questa, diciamo, piattaforma nuova deve aggregare i contenuti sportivi Disney, Warner Bros, Discovery e Fox e non piace agli operatori di Pay TV tradizionale che magari non hanno la possibilità di offrire un pacchetto del genere ai loro abbonati. Queste sono situazioni in cui è chiaro che da una parte le aziende produttrici vogliono sempre più fare da soli e non dividere i compensi con realtà terze e degli operatori di PDVU, che a loro volta non si fidano ormai più dei rapporti che ci sono con le major e i risultati sono che si arriva anche in tribunale. Credo che questo processo, se andrà avanti, lo scopriremo tra poco perché mi pare che la prossima evidenza sia il 12 settembre, potrebbe essere veramente un passo importante nei rapporti tra queste realtà.

Davide Dellacasa

Beh sì, forse un passo importante perché lavora, se vuoi, in un ambito che è quello dei bundle, su cui si giocherà molto. delle partite prossime, prossime venture, insomma mi viene da dire questa seconda questa seconda stagione delle guerre dello streaming, mettiamola così, comunque del tema dell’eccessiva onerosità dei diritti sportivi e via dicendo Se vuoi mi viene da dire come se lì si stesse vivendo la necessità di fare i bandoli e di trovare delle soluzioni prima di farsi male, come invece è successo in questi anni probabilmente con i diritti sulla produzione audiovisiva. diciamo script o comunque serie tv, film di intrattenimento quindi è sicuramente interessante, interessante anche quello che dici sul fatto che probabilmente a questi punti di rottura o a questi atteggiamenti ci si arriva quando le risorse sono poche in questo caso forse non è calzante il mio esempio di prima di Universal e di TikTok perché in quel caso non parliamo certo di una di una piattaforma che vive un momento di così di scarsità di risorse anche se pure quella insomma sappiamo che al di là degli straordinari risultati che ottiene in termini di raccolta pubblicitaria è comunque in perdita e si può permettere con il lavoro che sta facendo di continuare a investire in modo molto significativo. Quella era proprio più una guerra probabilmente di mi viene da dire anche lì tra virgolette di religione tra Rispetto a quanto investi, a quanto spendi, dai poca importanza al contenuto musicale che invece probabilmente… cioè dai poco. Dai poco indietro alle etichette discografiche, in quel caso Universal, per uno dei contenuti che è comunque uno dei pilastri del successo della piattaforma. Quindi forse non per scarsità di risorse, per dover cominciare davvero a fare i conti con poco, ma per ma proprio per trovare un punto di equilibrio che riconoscesse di più, insomma, immagino, il valore ai diritti musicali e via dicendo. Qui potremmo continuare troppo a lungo per una puntata del podcast e anche per più puntate, però sicuramente è interessante.

Robert Bernocchi

Guarda, mi hai fatto pensare anche sul discorso dell’equilibrio, una cosa che ho letto su Netflix e sul fatto che adesso ovviamente noi non sappiamo le cifre precise ma nel momento in cui adesso Netflix ha ripreso a comprare molto attivamente serie diciamo di catalogo di major che adesso sono molto più disponibili a venderle e a non tenerle chiuse nel loro wallet garden, una cosa che fa notare spesso Netflix giustamente è ma noi ti aumentiamo il valore di questo contenuto perché poi magari i diritti che abbiamo noi appunto su quel prodotto non sono esclusiva quindi tu li puoi vendere pure ad altri e comunque te li tieni sulla tua piattaforma quindi magari sulla tua piattaforma ci sono stagioni in più e quindi sono anche un incentivo a chi magari ha iniziato a vedere una serie su Netflix ad abbonarsi. Questo secondo me anche nel modo in cui viene raccontato a Netflix mi fa pensare che forse anche le cifre che tira fuori questa piattaforma per comprare queste serie forse sono comunque un po’ diminuite proprio perché dici ok io ti do una parte economica ma ti do anche un grosso vantaggio nel valorizzare i tuoi contenuti quindi sicuramente questa Questo discorso di equilibri sta diventando molto importante e chi come Netflix ha 280 milioni di abbonati può sicuramente sfruttare una posizione di forza che non è solo appunto finanziaria e dell’avere i conti in ordine della piattaforma rispetto agli altri, ma è proprio io ho una tale forza che ti faccio anche un favore se ti passo il tuo contenuto sulla mia piattaforma.

Davide Dellacasa

Oddio, vuoi dire che anche Netflix comincerà a pagare invisibilità?

Robert Bernocchi

È un pochino di visibilità, forse sì, forse sì.

Davide Dellacasa

Va bene, con questo incubo che anche Netflix inizia a pagare in visibilità, che è un incubo della vita su internet, penso degli ultimi, oramai sono quasi 30, sì 25 insomma, iniziano a essere tanti anni. Penso che possiamo bere appuntamento alla prossima puntata, che dici?

Robert Bernocchi

Assolutamente sì, quindi buona settimana a tutti e speriamo che in questo weekend arrivi un gran bel risultato. in generale, ma insomma immagino eventualmente da un titolo in particolare.

Davide Dellacasa

Che non lo vuoi dire, hai paura che si riempa il podcast di vapore e ci troviamo.

Robert Bernocchi

Sì, che arrivi e si presenti anche a casa mia.

Davide Dellacasa

Che si presenti anche a casa nostra. Va bene, lo diciamo una volta a Beetlejuice, va bene.

Robert Bernocchi

Una volta va bene, è vero, ok. Che poi arrivi a… Insomma, numero fatidico è facile.

Davide Dellacasa

Va bene, buona settimana a tutti.

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