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Quanto è importante il mercato italiano?

Quanto incassano in Italia i blockbuster americani rispetto al resto del mondo? Qual è la differenza rispetto al prepandemia? E, soprattutto, abbiamo un problema con l’estate?

Analisi degli incassi di Avatar

Partiamo senza esitazioni, vedendo quanto degli incassi mondiali dei maggiori blockbuster degli ultimi dieci mesi dipende dall’Italia:

Cosa ci dicono questi dati? Un buon modo per capirli è confrontarli con quelli dell’articolo che avevo fatto a fine giugno. Come vedrete, ci sono titoli che comparivano anche in quell’occasione, ma ho preferito inserirli nuovamente con i numeri definitivi (in alcuni casi, la differenza è importante).

All’epoca, avevo preso in considerazione 15 titoli, in questo caso invece sono 17. Intanto, ci sono tre film che sono sopra al 2%, mentre in quel caso erano due. Forse però la differenza sta nel fatto che, in quell’articolo, avevo sostanzialmente considerato solo i blockbuster, mentre in questo caso ho anche preso in esame un prodotto come The Menu perché mi sembrava particolarmente interessante (e il 2,78% di quota è in effetti il risultato migliore in assoluto tra tutti i film in questa lista).

E’ peraltro importante notare come due di questi titoli sopra il 2% di quota siano della Disney e non potrebbero essere più diversi, visto che da una parte abbiamo una pellicola a basso budget come The Menu e un kolossal immenso come Avatar – La via dell’acqua. E’ un aspetto da sottolineare perché, dopo l’acquisizione di 20th Century Fox, tutti davamo per scontato che Disney avrebbe lavorato bene con certe property molto importanti, ma non era scontato che potesse fare lo stesso anche con titoli ‘minori’ Searchlight. Invece, in questo caso, come anche per Gli spiriti dell’isola (lì siamo addirittura vicini al 5%), i risultati della divisione italiana sono stati notevoli. Certo che, comunque, se bisogna fare una bella quota di mercato rispetto agli incassi mondiali, per tutto il settore è opportuno che avvenga con il maggior incasso di questi ultimi tre anni, quello di Avatar 2.

Bene anche il caso di Creed III, che da noi è andato vicino al 2,5% e ha rappresentato un ottimo dato per Warner. Ma occupiamoci invece di quello che non ha funzionato, in particolare i titoli che stanno vicino all’1% (o addirittura sotto).

Statisticamente parlando, l’esempio peggiore è quello di Jurassic World – Il dominio, con solo lo 0,86% dell’incasso mondiale arrivato dal nostro Paese. Va detto che qui sembra un problema proprio del franchise, considerando che anche Jurassic World – Il regno distrutto (2018) aveva fatto segnare una quota inferiore all’1%. Un caso molto significativo (e che fa capire come talvolta ci esaltiamo per un incasso ‘alto’, senza renderci conto che forse avrebbe potuto essere anche più alto) è sicuramente quello di Top Gun: Maverick. E’ ovvio che i 13,1M conquistati da noi sono stati un risultato importante e uno dei migliori di questi tre anni. Ma la percentuale dello 0,93% ci fa intuire che forse si poteva ottenere anche di più (una possibile spiegazione la fornisco in fondo all’articolo). Su Smile, percentuale (0,92%) e discorso molto simile. Nell’analisi del 2022, i dati sotto l’1% erano stati quattro, ma solo perché, in quel momento Top Gun: Maverick era di poco sopra all’1%. In ogni caso, c’è stato un miglioramento.

Parliamo invece dei risultati tra l’1% e l’1,50%, che, nonostante siano più positivi, in generale non rappresentano un risultato soddisfacente. L’anno scorso avevamo quattro titoli, mentre in questo caso sono addirittura nove. E’ interessante come quattro di questi siano titoli Marvel (Black Panther: Wakanda Forever con solo l’1,01%; Ant-Man and the Wasp: Quantumania con l’1,33%; Thor: Love & Thunder con l’1,46%; e Doctor Strange nel multiverso della follia, proprio all’1,50%). E ricordiamo che Spider-Man: No way Home (titolo Sony/Marvel) aveva fatto l’1,36%. Ma ricordiamo che il primo Black Panther era a circa lo 0,70%, mentre i capitoli precedenti di Thor e Spider-Man avevano fatto rispettivamente l’1,15% e l’1,19%, quindi entrambi erano dati peggiori. Forse, l’enorme popolarità in tutto il mondo dei titoli Marvel porta automaticamente a risultati poco significativi per un Paese come l’Italia.

Per quanto riguarda l’1,11% di Elvis, da una parte non lo sottovaluterei, considerando che più della metà degli incassi arrivano dagli Stati Uniti, dall’altra la distanza con Paesi come Francia e Germania è notevole. Sicuramente non esaltanti (ma neanche imbarazzanti) i dati de Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio e Black Adam, che hanno fatto segnare sostanzialmente lo stesso risultato (1,33% per il primo, 1,34% per il secondo).

A questo punto, conviene mostrare i dati sui dieci maggiori incassi americani in Italia nel 2019:

La differenza è impressionante, come vedete nessun titolo sta sotto l’1%, 5 su 10 sono sopra al 2% (quando invece solo 3 titoli su 17 nell’ultimo anno possono dire di aver superato questa soglia) e ben tre film si trovano sopra il 3% (nessun grande film invece in questi ultimi due anni ci è riuscito), con miglior dato quello di C’era una volta a… Hollywood, vicino al 4%.

Va detto che in generale ci stiamo abituando ad avere un impatto relativamente basso rispetto al resto del mondo. Ma d’altronde, se diciamo sempre che gli altri Paesi stanno recuperando meglio che l’Italia, poi i risultati si vedono proprio in questo tipo di classifiche. E veniamo al punto che mi sembra più significativo e che ho notato solo dopo un po’ di tempo. Vediamo infatti i risultati peggiori di questi dieci mesi e le date di uscite di quei film:

Jurassic World – Il dominio (02/06/2022) 0,86%
Smile (29/09/2022) 0,92%
Top Gun: Maverick (21/05/2022) 0,93%
Black Panther: Wakanda Forever (09/11/2022) 1,01%
Elvis (22/06/2022) 1,11%
Bullet Train (25/08/2022) 1,12%
Lightyear – la vera storia di Buzz (15/06/2022) 1,19%

Notate qualcosa di comune? Beh, è semplice. Di questi sette titoli, sei sono usciti tra fine maggio e fine settembre. E se escludiamo Smile, cinque tra fine maggio e fine agosto, quindi nel periodo che possiamo considerare totalmente estivo e ‘caldo’.

Insomma, non è sicuramente un caso se i titoli americani che arrivano in quei mesi, faticano un po’ di più di quanto farebbero in periodi meno afosi. Sarà la disabitudine ad andare nei mesi estivi, sarà la voglia di fare altro (e magari nel 2022 hanno anche inciso certe limitazioni dei mesi precedenti e quindi la voglia di stare all’aria aperta), ma certo che l’estate 2023 e i film che usciranno in quel periodo saranno un test notevole. La speranza è di poter commentare nell’ultima parte dell’anno dati importanti (non solo come incassi assoluti – che come abbiamo visto possono essere fuorvianti – ma come quota rispetto al resto del mondo) e poter dire che l’estate non incide più sugli incassi. Speriamo sia così…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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