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Philip Contrino (Nato), i cinema hanno bisogno di più uscite di film wide

Il Director of Media & Research della National Association of Theatre Owners e portavoce della Cinema Foundation della Nato parla della prima edizione del report State of the Cinema Industry

Philip Contrino

La Cinema Foudation, ente senza scopo di lucro della della National Association of Theatre Owners, a inizio marzo ha pubblicato il suo primo rapporto intitolato State of The Cinema Industry di cui abbiamo parlato in questo articolo. Lo studio, affronta diversi temi e presenta i numeri del mercato americano. Molta attenzione in particolare è data alla situazione delle sale e all’importanza del grande schermo anche rispetto allo streaming ma ci sono approfondimenti sulla pirateria, sui Cinema Days nel mondo e su cosa il pubblico chiede all’esperienza cinematografica, come i contenuti alternativi (si veda anche questo nostro articolo). Di questa ricerca e dei suoi aspetti più interessanti abbiamo parlato con Philip Contrino, Director of Media & Research della National Association of Theatre Owners e portavoce della Cinema Foundation.

Quali sono gli aspetti chiave dell’industria cinematografica che emergono dalla ricerca?

«Questa ricerca rafforza l’importanza dei cinema per l’intero settore. Senza di loro, i film semplicemente non possono avere lo stesso successo e la loro importanza sia culturale che finanziaria».

La prima edizione della ricerca

Cosa è emerso in particolare nel 2022 nel rapporto tra pubblico e grande schermo?

«Abbiamo riscontrato che le persone sono pronte per tornare al cinema, ma hanno bisogno di più opzioni di scelta perché questo avvenga. La salute del nostro settore è legata più al numero di uscite wide di film che a qualsiasi altro aspetto. È una considerazione davvero semplice».

A proposito di esercizio, gli Usa hanno perso oltre 2.000 schermi: in quali zone o città ci sono state le maggiori chiusure? E in quali circuiti?

«È importante considerare il numero degli schermi come un dato in continua evoluzione e non esprimere giudizi sullo stato di salute del settore solo in base a quel numero. Un aspetto che ci è diventato chiaro negli ultimi mesi è che gli esercenti di tutto il Paese rimangono fiduciosi sulle prospettive di questo settore e sono alla ricerca di opportunità di crescita».

Cosa chiedono gli spettatori all’esperienza cinematografica?

«Le persone vogliono vivere un’esperienza unica quando escono di casa e i cinema la forniscono sicuramente. Molti spettatori vanno al cinema solo 4 o 5 volte all’anno e quando lo fanno vanno alla ricerca di uno schermo più grande, di cibo migliore e poltrone sempre più comode. Ecco perché l’esperienza premium sta diventando così popolare».

Cosa dobbiamo aspettarci nel 2023 dagli studios?

«Dopo aver sperimentato diversi modelli di business che enfatizzavano lo streaming rispetto all’uscita in sala, gli studios sono ora nuovamente impegnati nelle uscite theatrical in modo molto significativo. Nel 2023, alcuni delle principali major raddoppieranno il numero di uscite rispetto al 2022. Manager e dirigenti stanno sempre più spesso rilasciando dichiarazioni su come lo streaming non possa garantire il ritorno economico sull’investimento necessario per giustificare la produzione di film da budget molto costosi».

La ricerca fa riferimento al boom delle carte fedeltà: come hanno cambiato il modo di fidelizzare gli spettatori gli esercenti?

«Gli esercenti hanno sempre avuto un rapporto diretto con i loro clienti e ora quel rapporto si sta rafforzando online. Con ogni nuovo film che arriva in sala, gli esercenti grazie al marketing digitale possono conoscere ancora meglio i loro spettatori».

Secondo lei, oltre alle Giornate del Cinema, cosa possono fare gli operatori del settore per aumentare il botteghino e le presenze in sala?

«Semplicemente distribuire più film. Ci piacerebbe vedere le piattaforme di streaming dare a più film una possibilità nei cinema. Ecco perché siamo così incoraggiati da ciò che il successo cinematografico di Creed III potrà rappresentare per le ambizioni theatrical di Amazon».

Un capitolo è dedicato al rapporto tra grande schermo e streaming: quali sono le novità più importanti emerse nel 2022? Il grande schermo ha recuperato il suo ruolo centrale?

«Non c’è dubbio che l’uscita di un film nelle sale, migliori le sue possibilità di essere guardato e di avere successo anche sui servizi di streaming; questa è una lezione molto importante su come affermarsi in un ambito in cui così tante forme di intrattenimento competono per attirare l’attenzione».

Come è cambiata la pirateria in questi anni di COVID?

«Un dato è costante quando si parla di pirateria: quando un film viene distribuito per lo sfruttamento domestico, si verifica un aumento dei livelli di pirateria. Le persone non vogliono più guardare versioni pirata qualitativamente inferiori di un film registrato in un cinema. Preferiscono aspettare una copia digitale perfetta».

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