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Cosa ci può insegnare il trionfo di Mare fuori

La serie Rai è diventata un fenomeno enorme tra gli under 25. Ma che lezione può trarne tutta l’industria italiana?

In questo periodo, è difficile trovare degli adolescenti che non abbiano visto Mare fuori. Cerchiamo allora di capire meglio i dati e cosa ci possono insegnare, a partire dalle 14 milioni di visualizzazioni e i 2,9 milioni di spettatori/account che hanno visto le ultime sei puntate quando sono uscite su rai Play, lunedì 13 febbraio (in totale a febbraio le visualizzazioni sono state 50 milioni).

Intanto, è buffo, perché la Rai viene considerata una televisione rivolta agli anziani e a dire il vero l’età media degli spettatori è piuttosto elevata. Tuttavia, negli ultimi anni non si è visto nulla del genere per quanto riguarda un trionfo di un prodotto italiano rivolto ai giovani. Basti pensare che, da alcuni dati, si evince che più della metà del pubblico che ha visto la serie in queste settimane è sotto i 25 anni, percentuale che sale al 70% se ci concentriamo sugli under 35.

La narrativa che è stata raccontata molto, è che la serie non avesse funzionato su Rai 2/Rai Play e sia esplosa solo grazie al passaggio su Netflix delle prime due stagioni. In realtà, i dati (sia su Rai Play che Rai Due) erano in crescita, anche nel corso della stessa stagione. Da settembre 2020 ad Aprile 2022 Mare Fuori aveva raggiunto su Rai Play 51,6 milioni di visualizzazioni e 18,2 milioni di ore, a cui ovviamente vanno aggiunti i numeri fatti sul lineare (per dire, l’ultima puntata della seconda stagione aveva fatto su Rai Due 1.263.000 spettatori e il 7,50%). Insomma, non si può proprio dire che si partiva zero, anzi erano cifre importanti da ereditare per qualsiasi piattaforma. Per questa terza stagione si poteva pensare a una contrazione di dati ‘televisivi’ rispetto a quelli ‘streaming’, considerando che era la prima volta che una serie Rai usciva integralmente prima su Rai Play e poi arrivava sul lineare. Tuttavia, questa settimana (mercoledì 15 febbraio) sono uscite su Rai Due le prime puntate e il miglioramento è significativo e sorprendente. Come riporta il sito Davidemaggio.it, i due episodi iniziali hanno ottenuto 1.291.000 spettatori con il 7,2% di share (il primo ha conquistato 1.387.000 spettatori e il 7%; il secondo 1.204.000 e il 7,5%). Numeri decisamente superiori a quelli dell’esordio su Rai 2 della seconda stagione, quando si era arrivati a 1.023.000 spettatori e il 5,1% (il primo aveva catturato 1.064.000 persone e il 4,65%, il secondo 983.000 e il 5,57%).

E, se ci pensate, non hanno quasi ragione di essere: dopo gli enormi ascolti su Rai Play, si sarebbe potuto pensare che pochi (tra quelli interessati a questo prodotto) dovessero ancora vederlo, invece i numeri (considerando la media del canale) sono discreti/buoni. In questo senso, è interessante notare come poco più di un milione di questi spettatori su Rai Due avessero più di 35 anni (e più di 400.000 erano oltre i 65 anni), mentre meno di 150.000 tra i 15 e i 24 anni. Insomma, evidentemente buona parte del pubblico era composta da chi utilizza poco o nulla la piattaforma, ma ci sono comunque numeri interessanti di ragazzi che molto probabilmente lo hanno rivisto.

Non c’è dubbio, comunque, che l’arrivo delle prime due stagioni su Netflix abbia fornito una spinta fortissima e abbia fatto scoprire questo prodotto a un pubblico che magari frequenta poco la Rai e che ha gradualmente scoperto la serie, in maniera sempre più clamorosa. Intanto, dopo essere sbarcata su Netflix a giugno dell’anno scorso, le due stagioni sono rimaste nella top ten italiana per ben 17 (la prima) e 18 settimane (la seconda), un dato inaudito (considerate che la quarta stagione di Stranger Things si è fermata a 15, nessun altro prodotto straniero ha raggiunto la doppia cifra di settimane). Poi, in queste ultime tre settimane è rientrata in classifica, e tra il 6 e il 12 febbraio le due stagioni di Mare fuori sono state in testa tra le serie in Italia, battendo anche You, che ha appena esordito nel mondo con l’ottimo risultato di 92 milioni di ore (considerando il rapporto tra i nostri abbonati e quelli mondiali, è logico pensare che You da noi abbia fatto almeno 1,5 milioni di ore, quindi Mare fuori…). Qui sotto trovate un comodo riepilogo:

Unica riflessione che suggerisco a Rai: chiedersi perché, per prepararsi alle puntate della terza stagione, tanti abbiano preferito vedere quelle precedenti su Netflix (User Experience giudicata migliore? Molto probabile, ma su questo sappiamo che Netflix è preferita a tutti gli altri streamer, anche quelli americani).

Una lezione fondamentale per le piattaforme (tutte) è nel numero di episodi/durata. Se come parametro gli streamer hanno quello delle ore viste, è lapalissiano che sia meglio avere una stagione di oltre 12 ore che un prodotto di 4 o 5 ore massimo, perché anche chi ama il secondo, vedrà molto meno di quelli che preferiscono il primo. Bisognerebbe togliersi questa idea che sulle piattaforme debbano andare prodotti con alti costi per puntata, non è assolutamente vero. In questo senso, conviene vedere come si posizionano a livello di budget le tre stagioni di Mare fuori rispetto alle produzioni Original Netflix. Per farlo, guardate il grafico:

Insomma, la prima stagione di Mare fuori ha un costo di circa 13.000 euro al minuto, la terza stagione di Summertime che ha un budget pressoché uguale è a 26.000 euro al minuto, La vita bugiarda degli adulti è sopra i 60.000 euro.

Colgo l’occasione di ricordare un mio cavallo di battaglia, ossia l’importanza di creare serie con un alto numero di stagioni (e di puntate), per aumentare il valore commerciale di questi prodotti. Mare fuori è già sicuro di avere almeno quattro stagioni (ma ovviamente è difficile pensare che ci si fermi lì e infatti la head writer, Cristiana Farina, ha annunciato che sono in programma anche la quinta e la sesta) e 48 puntate, mentre nessuna piattaforma ha prodotto contenuti originali italiani che siano arrivati a questo traguardo di stagioni (ora per Suburra si sta lavorando a un reboot, se volete consideriamolo una quarta stagione, ma forse non è corretto), mentre come puntate siamo messi anche peggio nel confronto.

Un altro aspetto che è fondamentale considerare, nasce da una domanda semplicissima: se un prodotto di acquisizione come Mare fuori ottiene questi risultati e batte nettamente gli Original, siamo sicuri che convenga spendere cifre notevoli per produrre tante serie (che possono funzionare o meno, in generale per ora le piattaforme che lavorano in Italia di successi autoctoni ne possono vantare proprio pochi) e non invece ampliare questi acquisti, andando a pescare tra titoli che magari sono anche più in target con il proprio pubblico?

Un suggerimento per l’anno prossimo (visto che le riprese della quarta stagione inizieranno a maggio, è ipotizzabile un’uscita nel primo semestre 2024). Non sarebbe male infatti testare un evento con le prime due puntate al cinema, per vedere come potrebbero reagire gli appassionati (io credo bene). Peraltro, è buffo: gli esercenti amano parlare dei contenuti alternativi di Netflix e Amazon, chiedono magari di avere House of the Dragon al cinema, ma poi si scordano che Rai ha dato vita a tanti eventi importanti al cinema con i suoi prodotti di fiction, come Io sono Mia (più di 300.000 euro), Fabrizio De Andrè – Principe libero (più di 800.000 euro) e L’amica geniale (quasi 500.000 euro), e senza dimenticare ovviamente l’ottimo risultato il documentario su Chiara Ferragni: Unposted (più di 1,6 milioni).

In tutto questo, il cinema italiano potrebbe imparare molto, se si togliesse quella spocchia per cui (tranne poche eccezioni) riesce a parlare benissimo alle ZTL, un po’ meno al resto del Paese. Per esempio: con i giovani attori diventati molto famosi (non userei ancora il termine star, per quello hanno ancora molto da dimostrare), si riuscirà a creare prodotti per adolescenti anche per il cinema? Sarebbe importante, ma vista la poca propensione della nostra industria a fare film per questo target (e a farli efficaci, che parlano veramente ai ragazzi, non ai loro genitori), non metterei la mano sul fuoco sui risultati.

Infine, è interessante anche vedere l’apporto di TikTok alla visibilità della serie, grazie all’analisi dei dati Social realizzata dal team del nostro editore Brad&k Productions e in particolare da Federica Guzzon. NetflixIT ha pubblicato “L’amicizia tra Carmine e Filippo” il 26 luglio 2022 e “5 cose che non sapevi su di me con Nicolas” l’8 dicembre 2022. Per il resto a giugno e luglio su TikTok Netflix si è concentrata soprattutto su Stranger Things 4 e in seguito su Umbrella Academy, mentre tra maggio e luglio su Skam. La viralità dei contenuti quindi sembra partire dagli utenti di TikTok più che dal canale di Netflix. In effetti, possiamo vedere da questo grafico che d’estate non c’è stata una grande crescita su TikTok delle view cumulate relative alla serie:

Qui invece i dati su TikTok dal primo gennaio al 13 febbraio, con una forte crescita negli ultimi giorni:


Per chi è curioso, questi sono i video di maggiore successo su TikTok legati a Mare fuori:

Video più visto e Video con più like (video fan mentre c’erano le riprese della serie)

Video più condiviso (il cast a Sanremo)

Video con l’eng più alto (video fan della coppia Carmine-Rosa Ricci)

Qui invece due scene della terza stagione che sono andate in trend:

La sfuriata di Rosa

Il tentativo di Rosa di uccidere Carmine

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.

3 thoughts on “Cosa ci può insegnare il trionfo di Mare fuori

  1. ho solo due domande: dove si possono consultare i dati anagrafici di visione della serie?
    E soprattutto, considerando che i metri di valutazione del successo in piattaforma streaming sono molto falsati (in america è arrivato da poco nielsen ma vedremo come va) e che pure i dati di visualizzazione delle piattaforme social, soprattutto tiktok sono molto falsati, come possiamo dedurre se qualcosa ha un REALE successo o meno?

    Per la questione di “prodotti elevati” il discorso è corretto ma anche un po’ parziale, l’intenzione, non sempre raggiunta, dei prodotti ad alto bugdet è riuscire a vendere all’estero e creare una biblioteca che possa essere usata come ip storico e costantemente fruttuoso, l’esempio recente migliore rimane Games Of Thrones. Quindi sì prodotti a basso costo ma anche una direzione diversa ma necessaria a prodotti con una scia più lunga.

    1. In Italia da poco è arrivato Auditel tutti i dati di Mare Fuori sono riferenti al perimetro Auditel, in cosa sarebbero falsati i dati dello streaming in generale?

  2. I dati, di qualsiasi tipo, non sono falsati, basta sapere da dove vengono e come sono ricavati e interpretarli di conseguenza. Anzi nell’articolo c’è anche una considerazione su quanto convenga fare serie più lunghe (infatti spesso sono brodi allungati) proprio per ottenere dati migliori con alcuni metodi di misurazione. I dati non sono mai falsati per chi li sa leggere, al limite lo è l’interpretazione che se ne da o se ne vuole dare.

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