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Biglietti differenziati: arma in più per le sale o boomerang?

Fa discutere negli Usa la decisione di Amc di introdurre prezzi diversi a seconda dei posti

Dibattito attorno ai prezzi differenziati

Sta facendo discutere molto negli Usa la decisione di Amc di introdurre un prezzi dei biglietti differenziati a seconda della posizione della poltrona in sala. L’iniziativa è partita il 10 febbraio e ne avevamo parlato in questa news. Come ogni provvedimento che può modificare o meno i comportamenti di acquisto e le abitudini del pubblico, ha il merito almeno di accendere i riflettori sul cinema e sui modelli di business dell’esercizio.

Nel sostenere la decisione, Amc – attraverso il Chief Marketing Officer Eliot Hamlisch – ha dichiarato: «Il programma Sightline di Amc allinea maggiormente l’approccio del circuito rispetto all’articolazione dei prezzi dei biglietti, a quello di molti altri luoghi di intrattenimento. Ogni postazione nei cinema Amc offre un’esperienza cinematografica straordinaria, ma sappiamo che ci sono alcuni spettatori che danno la priorità al loro posto preferito e altri che danno priorità al film. Sightline soddisfa entrambe le esigenze».

Paragonare la decisione di vedere un film al cinema alla scelta di comprare un biglietto per un evento sportivo, un concerto o uno spettacolo teatrale, è comunque una forzatura. È difficile, salvo rarissimi casi come Avatar o Avengers, che si decida di andare a vedere un film settimane prima; la scelta è spesso all’ultimo momento possibile quando si conosce l’offerta complessiva. Difficile pensare, quindi, che questo modello di prezzi possa incentivare le prenotazioni. È presto, comunque, per avere dati o delineare tendenze. Bisogna vedere come reagirà il pubblico dei cinema in cui il programma Sightline è attivo; cosa accadrà quando sarà valido in tutto il circuito e, soprattutto, come reagiranno le altre insegne americane. Al momento stiamo parlando di un esperimento.

Tuttavia negli Stati Uniti ha fatto discutere un tweet di Elijah Wood in cui l’attore ha scritto che la decisione di Amc rinnega l’anima democratica del cinema favorendo invece un modello che penalizza chi ha meno possibilità economiche e premia, invece, chi può permettersi di pagare di più: «The movie theater is and always has been a sacred democratic space for all and this new initiative by AMCtheatres would essentially penalize people for lower income and reward for higher income». Il dibattito, quindi, anche grazie ad alcuni articoli pubblicati sui giornali, si sta intensificando.

Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano gli esercenti italiani di questa proposta che, probabilmente, nel nostro Paese non attecchirà facilmente anche perché un’impostazione di questo tipo richiederebbe almeno di conoscere la programmazione delle sale con discreto anticipo mentre sappiamo che si procede di settimana in settimana.

Non ha tutti i torti, a nostro avviso, chi sostiene che i biglietti differenziati possano allontanare la decisione di un generalizzato aumento del prezzo dei biglietti che, pur essendo di per sé basso rispetto ad altre forme di intrattenimento, è comunque percepito alto dallo spettatore e ogni ritocco rischia di creare lamentele e allontanare il pubblico dalle sale. Ma questa considerazione non è sufficiente per apportare un cambiamento così significativo nell’articolazione dei prezzi. Allo stesso tempo è anche vero che dopo anni di lavori di ristrutturazione e comunicazione sull’esperienza unica che offre il grande schermo, i biglietti differenziati sancirebbero che, dove si paga di più, la visione e l’esperienza cinematografica sono a livelli superiori rispetto alle altre file. E per le sale questo potrebbe rivelarsi un boomerang.

E se quella di Amc fosse una manovra di marketing per incentivare la vendita di abbonamenti che, tra le altre agevolazioni, permettono ai sottoscrittori di non pagare di più i biglietti anche nelle fasce di prezzo più alto?

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