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Spagna, il mercato cinema ai raggi X

Fotografia del grande schermo scattata dal Ministero della cultura iberico e pubblicata sulla nuova edizione dell’Annuario del cinema. I film usciti, il ruolo dei multiplex, la frequenza in sala sono solo alcuni dei temi analizzati

Un mercato con oltre 3.600 schermi, in difficoltà rispetto al periodo pre pandemia ma che sta dando segnali di lenta ripresa con oltre 500 film nuovi distribuiti. Si tratta della fotografia scattata dall’Annuario del cinema 2021 pubblicato a settembre dal Ministero della cultura spagnolo che riporta tanti dati interessanti, utili per delineare alcuni trend. UN esempio? Come è cambiata la frequentazione pro capite al cinema.

I dati evidenziano chiaramente la ripresa rispetto al 2020 e il netto distacco dal 2019. Sono stati 41,7 i milioni di spettatori rispetto ai 27 dell’anno precedente, +54,4% ma -60,2% rispetto all’anno pre pandemico. Per quanto riguarda il box office, i 251,9 milioni di euro totalizzati rappresentano un +56,4% sul 2020 e un -59% sul 2019. La strada per la normalità, quindi, è ancora molto lunga anche per gli spagnoli. I dati del 2022 evidenziano, però, 243,1 milioni di euro incassati al 2 ottobre, per 44 milioni di spettatori; praticamente l’anno in corso ha quasi pareggiato il precedente quando manca ancora un trimestre completo alla fine dell’anno.

Dai grafici che riportiamo in questo articolo possiamo evidenziare alcuni trend. Il primo è quello del film nuovi distribuiti; 556 nel 2021 contro i 439 del 2020. Una cifra che, sebbene non sia paragonabile a quella degli anni precedenti il Covid, ha riportato comunque il mercato spagnolo in linea con il 2014 e il 2015; segno quindi che la distribuzione si è rimessa in moto. Considerando anche i proseguimenti, si arriva a oltre 2mila titoli proiettati nei cinema, record degli ultimi vent’anni.

In Spagna si è registrata una differenza tra 2020 e 2021 rispetto al peso commerciale del cinema nazionale. Se due anni fa le produzioni locali ed europee, riporta la rivista specvializzata Cineinforme di settembre, erano state i pilastri attorno ai quali si era retto il mercato cinematografico, nel 2021 non è stato così; è risultato il cinema Usa e internazionale a dominare, raddoppiando praticamente il box office, mentre il cinema nazionale è rimasto stabile nel numero di spettatori e negli incassi.

Ma dove si sono concentrati maggiormente incassi e presenze? Prevedibilmente, la provincia di Madrid è quella più recettiva con 8,7 milioni di spettatori, il 20,8% del totale davanti a Barcellona con 5,9 milioni di presenze (14%) e Valencia con 2,6 milioni di biglietti venduti (6,2%).

E veniamo quindi all’esercizio. Il trend del ventennio è chiaro nell’indicare come dal 2002 al 2021 ci sia stata una contrazione del numero di sale, passate da 4.039 a 3.625 (in 710 cinema, media di 5 schermi a complesso) con i picchi del 2004 e 2005 con oltre 4.400 sale. Vediamo anche come tra 2020 e 2021 probabilmente il Covid abbia influito portando alla chiusura di 76 sale, il 2%; vedremo con i dati del 2022 se questa contrazione di sale continuerà.

L’esercizio spagnolo è fortemente caratterizzato dai multiplex con più di 8 sale (il 58% del totale dei cinema), per i cinema da 6 a 8 schermi la percentuale è del 24% mentre le monosale rappresentano l’8% del parco sale. I multiplex con oltre 8 schermi rappresentano il 68% del pubblico, mentre le multisale da 6 a 8 schermi, il 21%.

Vedere un film sul grande schermo, costa meno rispetto all’Italia. Da noi il prezzo medio è di 6,8 euro, nella penisola Iberica si attesta su quota 6,1 euro. Il grafico delinea un trend in costante crescita dal 2002 al 2012, cui è seguita una flessione e poi una risalita nel 2017. Gli ultimi cinque anni delineano una situazione flat del costo medio di ingresso, segno che si è raggiunto un certo equilibrio tra prezzo pieno, offerte, promozioni e abbonamenti.

Interessante, infine, monitorare la frequenza al cinema. Si nota un netto calo dal 2002, quando gli spagnoli andavano 3,5 volte all’anno a vedere un film. Covid o meno, l’abitudine al grande schermo sta calando, come si evince dal grafico. E questo, in ogni caso, non è un buon segnale. Certo, 2020 e 2021 hanno rappresentato una fortissima e inevitabile frenata (anche se non si è lontani dal 2013, anno della grande crisi per il mercato iberico); si è perso pubblico ovunque. Ma anche qualora si tornasse ai livelli del 2019, 2,2 ingressi a testa all’anno, rimarrebbe ancora molta differenza rispetto all’inizio del millennio.

 

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