You are here
Home > Cinema > Grandinetti, concentrarsi sui problemi strutturali del mercato

Grandinetti, concentrarsi sui problemi strutturali del mercato

Il General Manager di The Space, parla degli investimenti effettuati per migliorare i cinema del circuito. Tanti i nodi da sciogliere, tra cui stagionalità, intasamento nelle uscite e necessità di riuscire a programmare bene il lavoro

Investimenti importanti per migliorare i multiplex del circuito a livello di struttura, poltrone ma anche di offerta food. The Space Cinema (36 multiplex per 362 schermi) ha inoltre sviluppato una serie di iniziative per rendere più efficace e ricca la programmazione e la comunicazione, in una fase che – lo sappiamo – vede il nostro Paese soffrire in modo particolare rispetto ai mercati europei. Francesco Grandinetti, General Manager del circuito, in questa intervista affronta diversi nodi cruciali che non riguardano solo i cinema di The Space ma i temi di attualità del settore, dalla window alla stagionalità del nostro mercato, dall’intasamento di uscite a Natale alla necessità di un forte cinema italiano: «A partire dal 2021 – dichiara il manager – siamo intervenuti su diversi cinema con investimenti complessivi di oltre 20 milioni di euro. In particolare abbiamo ristrutturato il nostro flagship, il Moderno di Roma, sostituendo tutte le poltrone e restaurando finalmente anche l’affresco “Il trionfo della luce” di Ballester and Guazzoni in sala 4. Abbiamo anche rivoluzionato i cinema di Quartucciu (Cagliari) e Torri di Quartesolo (Vicenza), ridisegnando l’esperienza nei foyer e in sala, con una nuova offerta food e installando solamente poltrone Recliner. Ci siamo poi dedicati ai cinema di Bologna e Corciano (Perugia), con poltrone VIP e adeguando la proposta food al nostro nuovo standard, che prevede Coca-Cola Freestyle, nuovi frozen drink, milkshake e che, a breve, vedrà l’ingresso di altri importanti player del mercato».

La sala 4 del Moderno di Roma ristrutturata

Avete in progetto nuove aperture o nuove ristrutturazioni?

«Speriamo di poter annunciare a stretto giro un nuovo ambizioso programma di ristrutturazione anche per il  2023; sarà importante capire quanto prima le intenzioni delle istituzioni nel continuare a supportare in maniera ancor più importante di quanto fatto sin ora i progetti di rinnovamento delle sale cinematografiche mediante contributi di tax credit».

Quali sono le strutture che stanno rispondendo meglio rispetto al mercato in termini di incassi e presenze in questo semestre?

«Parco de Medici a Roma è sempre il nostro primo cinema, con importanti risultati dall’area milanese (Cerro Maggiore, Vimercate, Rozzano, Odeon), dal Veneto (Limena), da Napoli e anche dai cinema che abbiamo recentemente ristrutturato come Quartucciu e Bologna».

La comunicazione è sempre più importante. Quali sono le attività che avete sviluppato per dialogare con lo spettatore? Come coinvolgete il vostro pubblico?

«Si tratta soprattutto di progetti e iniziative strutturate nel tempo e da tempo, anche da prima della pandemia: alcune di queste sono diventate attività provvidenziali durante le chiusure per mantenere vivo il rapporto e il dialogo con tutta la community di The Space Cinema. Le attività che riguardano la programmazione e i contenuti sono varie, dall’offerta Extra (documentari, danza, arte, sport, concerti, etc.) alla rassegna Hear My Voice (proiezioni in lingua originale); dal Cinema Park per le famiglie la domenica mattina alle matinée formative per le scuole. A questi si aggiunge la collezione Da Non Perdere: un ciclo di film di qualità consigliati da The Space che sta avendo un grande successo. Proponiamo poi programmazioni speciali che hanno riscontrato risultati clamorosi in termini di affluenza ed entusiasmo del pubblico, dal live dei Bts in diretta da Seul in esclusiva in tutto il circuito lo scorso marzo, andato sold out in poche ore dall’apertura delle prevendite, a Versus – Comedy Challenge live, dove comici professionisti si ritrovano di fronte al pubblico in una sfida di stand up comedy. Tutto ciò oltre le consuete anteprime esclusive, le maratone a tema e gli incontri live di registi e attori con il pubblico in sala. Durante la pandemia abbiamo anche lanciato Lost in The Space: il nostro podcast che racconta il passato e il futuro del grande schermo, con un occhio alle novità, alle anticipazioni e con contributi speciali forniti direttamente da personaggi celebri e addetti ai lavori ospiti di ogni puntata. Ci sono poi i nostri strumenti dedicati ai clienti più fedeli: The Space Card e The Space Pass, che siamo gli unici in Italia a proporre: una card che consente l’accesso a tutti gli spettacoli, in qualsiasi giorno e orario, nei 36 cinema che il circuito conta in Italia, con un unico abbonamento annuale».

Le iniziative vengono decise dai direttori dei singoli cinema o a livello di direzione centrale?

«Le decisioni e le iniziative sono in carico alle funzioni di Head Office mentre alcuni progetti sono declinazioni locali delle strategie del Gruppo Vue. Ma ascoltiamo sempre le idee e le osservazioni di chi conosce le realtà dei singoli territori meglio di quanto possiamo fare noi».

I giovani al cinema stanno tornando (soprattutto per i cinecomic), ma come recuperare il target più senior?

«Il prodotto e la comunicazione di prodotto restano gli elementi fondamentali per attrare un target che, per il momento, fatica a tornare. Le nostre analisi ci dicono, ad esempio, che Top Gun: Maverick ha riportato in sala proprio un pubblico over 40 che mancava da tempo. Come The Space stiamo lavoriamo a strategie CVM che, a partire dai dati in nostro possesso, ci permettono di comunicare in maniera diretta e di realizzare un’offerta più in linea con i diversi target di riferimento».

Un modello di poltrona recliner con pop corn e soft drink

A suo avviso, quali sono le ragioni di un mercato cinematografico così in difficoltà?

«L’Italia è il Paese che più di tutti sta soffrendo la ripartenza, abbiamo avuto restrizioni durature e molto severe se confrontati con altri Paesi; abbiamo gestito due ripartenze sia nel 2020 che 2021 nel periodo estivo che storicamente è un periodo difficile per le sale e la parte mediatica ha influito moltissimo sui comportamenti degli italiani e quindi anche dei nostri spettatori. Inoltre c’è il tema del timing, che ha creato molta confusione negli spettatori con uscite day and date o con finestre molto più brevi rispetto al passato o addirittura di film che hanno saltato la sala per essere diffusi direttamente su piattaforma. Mi sembra però che il 2022 abbia smentito poi nei fatti le scelte passate; tutte le major hanno confermato la centralità della sala: non solo per motivi economici ma spinte anche da molti registi e attori che vogliono realizzare film per le sale. Infine abbiamo il problema del prodotto locale che negli altri Paesi ha contribuito in maniera importante alla ripresa del mercato al contrario dell’Italia. Penso sia evidente a tutti quanto, nonostante il numero dei film prodotti (a mio parere troppi), gli incassi poi conseguiti siano molto esigui e questo dispiace e penso sia un tema meritevole di urgente riconsiderazione».

L’offerta particolarmente commerciale di questo semestre ha favorito i vostri multiplex. Quali film hanno reso in modo brillante e quali sono state le sorprese positive?

«Probabilmente questo è vero, l’offerta ci ha favorito ma siamo molto contenti dei risultati che abbiamo ottenuto con i film inseriti nell’iniziativa Da Non Perdere: titoli sulla carta distanti dalle abitudini del nostro pubblico, ma che invece hanno performato molto bene grazie allo spazio, di programmazione e comunicazione, che gli abbiamo riservato».

Vi preoccupa l’assenza di un cinema italiano commercialmente forte?

«Certo, parliamo del 25/30 % storico di quota di mercato; faremo di tutto per sostenere il cinema italiano ma abbiamo bisogno di un prodotto che venga concepito sin dall’inizio per la sala; che sia commercialmente valido e in grado di incontrare i gusti degli spettatori che sono cambiati, lo spettatore sceglie ora molto di più».

Una delle sale del multiplex The Space di Quartucciu (CA)

Cosa dovrebbe fare il mondo del cinema per rilanciarsi?

«Chiaramente non ho una ricetta però ad esempio sarebbe un grande passo chiudere una volta per tutte la discussione sul tema delle window che a mio parere sta togliendo tempo e risorse all’intera filiera impedendo a tutti di pianificare al meglio le rispettive aziende, focalizzando invece la nostra attenzione su alcuni problemi strutturali tipici del nostro mercato quali la stagionalità, ormai da tempo caratteristica del solo mercato Italiano; l’intasamento di uscite a Natale e dintorni che genera cannibalizzazione tra i film e il mancato sfruttamento delle opere in maniera adeguata. Abbiamo l’esigenza di pianificare con largo anticipo il miglior line up annuale per poi lavorare mediante la creazione di un fondo di filiera sulla comunicazione dei film in sala per tutto l’anno e infine rendere i Cinema Days come una grande occasione per mostrare il meglio del prodotto ai nostri clienti, un momento in cui tutte le distribuzioni dovrebbero partecipare con almeno uno dei loro film migliori riuscendo cosi a soddisfare le aspettative degli spettatori. Ritengo inoltre che sia urgente rivedere il meccanismo dei tax credit per l’intera filiera cercando di far si che si generi valore per ogni attore del settore, produttori, distributori ed esercenti e soprattutto rimettendo gli spettatori al centro di ogni progetto».

Cosa vi aspettate dai prossimi mesi a livello di offerta?

«Abbiamo appena visto al CinemaExpo di Barcellona il line up di alcune major che sembra interessante; aspettiamo ora con ansia il line up dei distributori italiani, mi auguro vadano ad arricchire l’offerta con prodotti commerciali e di qualità sperando che questa volta vengano fatte delle scelte ragionevoli sulle date di uscita dei film».

Top
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI 
L'annuncio si chiuderà tra pochi secondi
CHIUDI