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Disney e le window

In Francia, Strange World non uscirà in sala, ma andrà direttamente su Disney+. E intanto, il nuovo Doctor Strange arriva in piattaforma dopo 49 giorni. Scelte che vanno nella stessa direzione…

E’ stato un bello shock, ma anche una dichiarazione d’intenti che avrà ripercussioni non solo in Francia. Come ha riportato Deadline e vi abbiamo raccontato ieri, la Disney ha deciso di non far uscire Strange World nei cinema francesi e di mandarlo direttamente sulla sua piattaforma, in quanto ritiene che i 17 mesi di window attualmente previsti siano troppi.

Va detto ovviamente che la mossa sembra anche indicare come per un certo tipo di titoli dalle attese ‘medie’ (almeno per quanto riguarda gli standard Disney) si possa e si voglia procedere per questa strada, come lascia intendere il relativo comunicato di ieri, in cui si diceva che le scelte a riguardo verranno fatte “film per film e in base alle condizioni di ciascun Mercato”, mentre magari per blockbuster da cui ci si aspetta risultati maggiori, il passaggio in sala non sembra in discussione, come per esempio i titoli Marvel.

E a proposito di Marvel, l’annuncio che Doctor Strange nella follia del multiverso sarà disponibile su Disney+ dal 22 giugno, quindi 49 giorni dopo il suo arrivo in sala, rappresenta una novità importante. Infatti, mentre questo tipo di finestra è ormai standard per Disney, non lo era nei fatti per quanto riguarda i film Marvel che ha fatto uscire ultimamente. Ecco le window che hanno avuto gli ultimi prodotti Disney (in rosso i film Marvel, tra parentesi la data di uscita in sala, qui l’infografica interattiva):

Insomma, due indizi non faranno una prova, ma sicuramente in queste scelte c’è l’ennesima intenzione di favorire i consumatori della propria piattaforma, più che i risultati in sala. Una scelta che ovviamente è legittima, anche se continuo a chiedermi se veramente sia la migliore per sfruttare al massimo i propri film (dubbio che peraltro ho per tante realtà, anche produttive, che in questo momento stanno sicuramente pensando soprattutto ai guadagni presenti e magari non si concentrano molto su rischiosi scenari futuri). C’è anche da dire che non aiuta la posizione instabile di Bob Chapek, che aspetta in questo periodo di sapere se verrà confermato o meno come amministratore delegato alla scadenza del suo contratto, a febbraio del 2023 (e come ha scritto l’Hollywood Reporter a marzo, il prolungamento non è scontato). Ed è evidente che, nel corso del suo mandato, Chapek abbia puntato moltissimo sui risultati della piattaforma (che, va anche ricordato a suo merito, hanno visto un aumento notevole di abbonati).

Per quanto riguarda Strange World, c’è da sottolineare un punto interrogativo importante per quanto riguarda l’uscita in Italia e il periodo che passerà tra l’arrivo in sala e quello su Disney+. Infatti, al momento il film è previsto al 24 novembre ed è facile pensare che possa avere un percorso pressoché identico a quello di Encanto, uscito a Natale sulla piattaforma con una window di 30 giorni. Ma questo significherebbe una window decisamente inferiore agli almeno 45 che ormai sono la regola che si è data ultimamente questa major (anche se mi pare che non siano stati stretti accordi precisi con le catene dell’esercizio a riguardo).

Abbiamo detto all’inizio che le ripercussioni si potrebbero far sentire anche fuori dalla Francia. In effetti, al momento il ministro della Cultura Dario Franceschini sta vagliando una legge sulle window che valga sia per i prodotti italiani (che comunque devono da qualche giorno rispettare i 90 giorni dall’uscita in sala, per non vedersi congelare i contributi pubblici come il tax credit) che per quelli stranieri. Da una parte, c’è chi, come gli amministratori delegati di Rai Cinema e Medusa, Paolo Del Brocco e Giampaolo Letta, vuole una finestra molto lunga (180 giorni); dall’altra, diverse major ma anche tanti produttori, che vorrebbero avere maggiore libertà d’azione.

A questo punto, ci si chiede: con una window per legge, una scelta come quella che ha fatto Disney per Strange World in Francia potrebbe ripetersi anche da noi? Sinceramente, fino a ieri non ci credevo (pensando magari che certe dichiarazioni che sentivo in giro fossero fatte più per motivi tattici, che come annunci realistici), ora ovviamente il quadro della situazione cambia. E da persona che si sta lamentando da mesi di come tante società (non solo major, anche italiane) facciano uscire pochi film di peso, l’idea che altri titoli possano saltare le sale mi sembra pericolosissima. A questo punto, spero che si possa arrivare a un compromesso di window di 90 giorni e che possa essere accettata da tutti. Ma non sarà facile…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.

One thought on “Disney e le window

  1. Onestamente anche una window di 60 giorni sarebbe pù che sufficiente per dare spazio al film di farsi strada. Se si tira troppo la corda in sala non vedremo più nulla!

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