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Cosa succederà con la Legge cinema?

E’ una fase di grande incertezza legata alle norme che regolano l’audiovisivo e ci si chiede se gli incentivi previsti dalla Legge verranno rispettati. Forse, è il caso di iniziare a preoccuparsi…

A distanza di un anno dall’entrata in vigore della nuova Legge cinema e nell’anno in cui i fondamentali decreti attuativi della legge – che dovrebbero permettere a produttori, distributori ed esercenti di avere sostegni importanti e di fare ancora meglio il loro lavoro – stentano a trovare una piena attuazione con tutte le conseguenze che ciò determina (come può confermare questa pagina del sito del Mibact), ci si chiede cosa succederà con il nuovo governo. Un esecutivo che chiaramente non ha al centro delle priorità la Cultura, cosa che, per la cronaca, non è certo una sorpresa e peraltro è anche un diritto di chi è stato eletto, che può scegliere su cosa ritiene meglio investire (o meno). Tuttavia, è evidente per chi lavora nel settore cinematografico e televisivo che sarà fondamentale vedere dove verranno presi i soldi nella prossima Finanziaria, considerando che la situazione non è semplice e che d’altra parte sono state promesse misure importanti e costose (insomma, da qualche altra parte si dovrà tagliare per forza e speriamo non sia nel mondo dell’audiovisivo).

Quindi, conviene fare un riepilogo, per ricordarci le tante misure importanti della Legge cinema e quindi cosa c’è in gioco. Intanto, sono fondamentali gli incentivi fiscali, tra cui:

– il 30% di tax credit per le opere cinematografiche.
– Il tax credit per le opere televisive, che a seconda delle situazioni e di quanti diritti mantiene il produttore, può variare dal 15 al 30%.
– Il tax credit per i distributori cinematografici, che può andare dal 15 al 30% a seconda dei periodi di uscita, fino a un 40% nei casi in cui il produttore si distribuisce da solo il proprio film.
– Il tax credit per gli esercenti, legato a opere di realizzazione e il ripristino di sale inattive, che a seconda di determinati criteri può variare dal 20 al 40%. Inoltre, gli esercenti beneficeranno di un tax credit per la programmazione di opere italiane ed europee, che può arrivare al 20%.
– Il tax credit per le industrie tecniche e di post-produzione, che varia dal 20 al 30%
– Un tax credit per attrarre le produzioni straniere che vengono a girare in Italia, che varia dal 25 al 30%.
– Un tax credit alle aziende esterne al settore e che investiranno in opere audiovisive, in misura del 30% fino al 2019 e del 20% dal 2020.

Ci sono poi dei contributi automatici per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione delle opere cinematografiche e audiovisive, con “importi calcolati in base ai risultati economici, culturali e artistici e di diffusione presso il pubblico nazionale e internazionale”. Inoltre, esistono ovviamente i contributi selettivi, in particolare quelli per le opere prime e seconde e per i film ‘difficili’. Senza questi contributi, quasi tutti questi titoli di nuovi registi non verrebbero prodotti.

Ma un aspetto importante di tutta la Legge è la costituzione di “un’apposita sezione del Fondo per il cinema e l’audiovisivo”, con un budget imponente che era previsto nei prossimi anni, con l’obiettivo di creare nuove sale, riattivarne di chiuse o dismesse e alla trasformazione/ristrutturazione delle sale esistenti. Insomma, un piano fondamentale per sostenere un esercizio che da una parte è in difficoltà, dall’altra comprende un numero di sale limitato rispetto a quello di altri Paesi analoghi.

Insomma, c’è tantissimo in gioco, senza considerare norme che dovrebbero essere indiscutibili (visto che nascono da regole europee), come gli obblighi di programmazione e investimento delle televisioni (dal 1 gennaio 2019, si estenderanno anche ai fornitori di servizi a richiesta che hanno la responsabilità editoriale di offerte rivolte ai consumatori in Italia), ma che sono state spesso disattese e che dipenderanno anche e soprattutto dall’attenzione con cui il governo e le istituzioni decideranno di farle rispettare (o meno).

Va detto che, come sempre con chi deve ricevere i soldi dallo Stato, il fatto di averne diritto per Legge non significa automaticamente prenderli, come possono dimostrare migliaia e migliaia di aziende fallite proprio perché lo Stato non pagava quanto dovuto e in tempi ragionevoli. Le risorse non sono certe infinite e non possiamo essere sicuri che tutto filerà liscio.

Insomma, anche se l’attenzione spesso è rivolta a situazioni ‘limite’ come le uscite in contemporanea di Netflix, in questo clima di incertezza, meglio fare attenzione e concentrarsi sulle cose veramente importanti. Come appunto questa…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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