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Scappa: Get Out e Jason Blum, lezioni di cinema

Parla il produttore Jason Blum, che ha dato vita al maggiore successo a sorpresa dell’anno con l’horror Scappa – Get Out…

Uscito nello scorso fine settimana, Scappa – Get Out si è posizionato al secondo posto. Abbiamo avuto occasione di parlare con Jason Blum, che ci ha raccontato qualcosa in più del film e in generale del suo modo di lavorare. Per questo (anche grazie ad altre sue dichiarazioni) possiamo stilare alcune ‘lezioni’ utili per chi vuole fare cinema.

1 – Intanto, in cosa si differenzia il lavoro di Jason Blum? In una parola, “libertà”.

Se fai un film ad alto budget a Hollywood, devi accettare tante condizioni, perché la pressione è grande per recuperare il budget. Invece, se fai dei low budget movies come i nostri, ti puoi permettere di provare cose diverse e che ti piacciono. Sono convinto che troppi soldi non aiutino la realizzazione di un film.

2 – Ma come funziona il suo rapporto con la Universal e come si dividono tra produzione e marketing?

In generale, teniamo le cose abbastanza separate. Io tendo a occuparmi di tutto quello che riguarda la produzione, mentre alla Universal sono decisamente autonomi per quanto riguarda il marketing, anche se mi consultano su tutto.

3 – In passato aveva parlato delle window, sostenendo che sarebbero collassate. Ora cosa ne pensa?

Credo proprio che, per alcuni film, magari l’esperienza cinematografica sarà ancora importante ed esisterà sempre, per altri tipi di film magari no.

4 – Ma qual è il segreto di Scappa – Get, che riesce a essere un film di genere, ma anche una critica sociale?

Mi ha ricordato quello che siamo riusciti a realizzare con La Notte del Giudizio – The Purge, che è diventato una saga molto inquietante e capace di descrivere anche le condizioni della nostra società. Scappa: Get Out lavora in una maniera molto simile perché riesce a darti tutto quello che ti aspetti da un film di genere, ma riesce anche a dire molto sul mondo. Jordan è riuscito a trovare degli espedienti fantastici per poter parlare dei temi razziali e poi dare anche una dimensione grottesca.

5 – E questa fusione di horror e comicità da cosa nasce?

È un film che spaventa ma non è una commedia horror: è sempre importante per i film horror avere una componente di commedia al loro interno. Funziona tutto molto meglio quando offri al pubblico la possibilità di farsi una risata. È come se lo mettesse a loro agio ed è in quel momento che riuscirai a spaventarlo.

Infine, se vi chiedete quale potrebbe essere la prossima tappa nella sua continua ricerca di nuovi talenti, gli abbiamo chiesto con quale regista vorrebbe lavorare per la prima volta. La risposta è stata rapida: “Edgar Wright”…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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