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Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar e i film leaked: quanto è il danno?

Il nuovo Pirati dei Caraibi rischia di finire online prima dell’uscita. Vediamo altri casi celebri e cerchiamo di capire quanto siano costati ai produttori

UPDATE: Come riporta The Verge, probabilmente il ricattatore che ha minacciato di far uscire il film non aveva realmente il possesso dello stesso…

Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar finirà presto online? E’ questa la minaccia di un gruppo di hacker, di cui vi avevamo parlato ieri qui. La Disney ovviamente non ci pensa neanche a pagare un riscatto e fa bene, anche perché sarebbe un incentivo per hacker senza scrupoli a ripetere il crimine in futuro. Ma purtroppo non stiamo più parlando di una situazione inedita, dopo anni in cui diversi titoli importanti sono usciti in maniera illegale.

In questi casi, gli schieramenti maggioritari sono due, entrambi (a loro modo) estremisti. Il primo è quello che pensa che sia tutta pubblicità e che un fatto del genere non provochi nessun danno. E’ difficile allora capire perché le case di distribuzione non facciano direttamente uscire sempre i film così e magari taglino completamente i costi di marketing. Un po’ troppo facile e molto ideologizzato. L’altro ‘partito’ vede numeri enormi di scaricamento e – un po’ come avveniva 10 anni fa, quando si proponevano le manette per gli utenti scaricatori – fa calcoli brutali di quanto si perde, senza considerare che uno potrebbe anche poi vedere il film al cinema o magari non aveva nessuna intenzione di andarci di base. Si arriva quindi a calcoli di perdite enormi e irreali.

Proviamo invece a fare qualche valutazione un po’ più ‘laica’. Partiamo da una premessa fondamentale: qualsiasi numero o fatto si possa esporre, non avremo mai la controprova di quanto avrebbe incassato un film senza che questo fosse uscito online prima del tempo. Possiamo quindi solo fare delle ipotesi ragionevoli, ma senza avere la presunzione di poter pronunciare delle certezze e delle cifre precise. Inoltre, i dati che prendiamo in esame sono globali, ma ovviamente l’impatto della pirateria può essere estremamente diverso mercato per mercato, soprattutto nei Paesi in cui il film esce più tardi rispetto agli Stati Uniti e una copia illegale è stata a lungo in giro, prima che il pubblico potesse vedere un film al cinema. C’è poi da dire che anche la tipologia di film conta: le pellicole family storicamente soffrono meno la pirateria di copie in inglese, perché i bambini hanno più bisogno di vedere il film doppiato. Insomma, le variabili sono tante.

Partiamo da una considerazione semplice, che vale anche per la pirateria in generale. Quando parliamo di film leaked, ci riferiamo a copie perfette, sostanzialmente di qualità dvd. Ogni pellicola importante, nel giorno della sua uscita, verrà sicuramente ripresa da una videocamera (o, molto più semplice, un cellulare) e messa su Internet, ma la qualità sarà pessima (sono le cosiddette versioni CAM). Qui invece (inutile nascondercelo) si tratta di vedere un film di qualità buona. E’ quello che succede sempre tra dicembre e gennaio, quando online arrivano gli screener degli Oscar (situazione, peraltro, che major e società di distribuzione indipendenti hanno accettato, come se fosse un male necessario per la promozione di quei titoli, anche se ovviamente non mancano cause legali contro i colpevoli).

Vediamo quindi i casi storici. I primi sono avvenuti all’inizio del secolo, con film come l’Hulk di Ang Lee e The Matrix Reloaded (entrambi del 2003), Spider-Man e Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni (questi due usciti nel 2002). Erano situazioni diverse tra loro, magari con copie non straordinarie e in un periodo in cui Internet non era ancora così diffuso nel mondo come oggi (anche per quanto riguarda le velocità di connessione). Evitiamo quindi ogni tentativo di valutare i danni, sarebbe inutile e poco scientifico.

Non c’è dubbio che The Interview, anche per le implicazioni politiche e sociali che ha avuto, così come per il terremoto che ha creato alla Sony, sia stato l’evento peggiore in assoluto. E’ stato interessante però (scusate il cinismo) anche come case history per valutare, più che un’uscita day and date (che certo non andrebbe fatta in base a un’emergenza), le considerazioni sbagliate di molti addetti ai lavori. Si è infatti parlato di risultati record per il mercato VOD, ma era un ragionamento sbagliato e che non comprendeva gli enormi danni provocati all’uscita theatrical, che per ovvie ragioni ha portato a casa solo 11 milioni nel mondo. Quando un film del genere è disponibile subito in VOD (o anche in pay tv, basti pensare che in Italia il film ha saltato le sale ed è arrivato direttamente su Sky Primafila), è naturale che faccia numeri altissimi in quell’ambito, ma a scapito degli altri sfruttamenti della filiera. I danni, come detto, sono stati enormi e non solo meramente economici. Peraltro, in quell’occasione, erano stati sottratte copie di altri film importanti, come Fury, Still Alice e Annie – La felicità è contagiosa.

Il caso che invece coinvolgeva il film più famoso è quello di X-Men le origini: Wolverine, che ha visto una copia (non definitiva e priva di molti effetti speciali) trapelare ben prima della sua uscita. Il film ha comunque incassato 373 milioni di dollari nel mondo, inferiori ai 459 milioni del precedente capitolo degli X-Men, Conflitto finale, ma in linea con l’episodio successivo (X-Men: l’inizio). Difficile dare giudizi certi, ma l’impressione è che – anche per colpa di un film che è stato giudicato negativamente – qualcosa di significativo si è perso, anche soltanto un po’ di fan che ne avevano sentito parlarne male in anticipo.

Un altro titolo vittima di un caso del genere, è stato I mercenari 3. In questo caso, se pensiamo all’andamento degli incassi (274 milioni di dollari nel mondo il primo capitolo; 314 milioni il secondo; solo 214 il terzo) è difficile credere che una flessione del genere dal secondo al terzo episodio sia naturale e spiegabile solo con un minore interesse del pubblico.

Ci sono poi due casi che sono avvenuti a distanza di poco tempo. Uno è quello di Sicko, il documentario di Michael Moore sulla sanità americana. Arrivato dopo gli straordinari risultati mondiali di Fahrenheit 9/11 (222 milioni di dollari nel mondo), questo titolo si è dovuto accontentare di 36 milioni di dollari nel mondo, comunque una cifra notevole per un documentario. Colpa della pirateria? Se consideriamo i dati dei lavori successivi di Moore, Capitalism: A Love Story (17 milioni nel mondo) e Where To Invade Next (meno di 4 milioni), la risposta è: probabilmente no. Semplicemente, era un argomento che interessava di meno e magari qualcosina si è perso per il leak, ma è chiaro che il danno non è stato immenso. C’è poi Hostel: Part II: il primo capitolo aveva ottenuto 80 milioni nel mondo, il secondo soli 35. Da una parte, probabilmente già l’episodio originale non aveva convinto moltissimo gli appassionati e quindi l’interesse non era così forte. Tuttavia, era lecito aspettarsi qualcosa in più dal sequel, un qualcosa che magari sarebbe arrivato in condizioni ‘normali’.

Dove proprio non ci sono stati problemi è con Gran Torino. Qui vado un po’ a memoria e spero di non sbagliare. Il film era uscito in America a metà dicembre per concorrere agli Oscar, ma fino al 9 gennaio era in un numero ristretto di sale. In quel periodo (quindi, tecnicamente forse non possiamo parlare di copia leaked prima dell’uscita) era arrivato online il classico screener per gli Oscar e quindi possiamo dire che, prima che il grande pubblico avesse avuto modo di vederlo (all’8 gennaio, la pellicola aveva incassato in America 11 milioni), era arrivato sul web. Tuttavia, questo non sembra aver avuto effetto, visto che Gran Torino è stato un enorme successo, con 269 milioni nel mondo. E’ anche possibile che, non rivolgendosi a un pubblico giovanile come quello di molti titoli citati sopra, abbia avuto meno problemi dal leak. Altro caso di successo (anche qui, gli spettatori in target non erano giovanissimi): quello di American Gangster, che nonostante fosse arrivato online, ha incassato complessivamente 266 milioni.

Insomma, il panorama è variegato e di sicuro Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar è l’ultimo film di una – purtroppo – lunga serie. Credo sia sbagliato far finta che non ci siano danni e che sia tutta pubblicità, ma è anche vero che non è facile quantificare l’entità precisa. Insomma, l’unica cosa sicura è che è meglio proteggere al massimo i server che custodiscono i film. Ma non è semplice, di fronte a certi criminali…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.

One thought on “Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar e i film leaked: quanto è il danno?

  1. Che Pirati ischi di finire online prima di uscire in sala non é cosa da poco, infatti potrebbe, ripeto potrebbe, perdere un buon 20% al box Office,
    Poiché siamo nel campo delle supposizioni, ritengo che il confronto-dibattito sulle perdite del produttore che, ovviamente d’accordo con la major , metta in forse la priorità ella sala, dovrà , con dati alla mano, convincersi che il danno sará enorme , mettendo in crisi una filiera che andrà rivista è sancita da accordi diversamente destinati ad una incontrollabile Babilonia.
    La sala costituisce ad oggi, un lancio del film dai costi ridotti, permettendo al produttore idi sfruttare poi, al meglio delle ferite, quali priorità darsi. Poiche il business é di portata mondiale, non é azzardato supporre che anche i maggiori mercati del mondo, vedi Cina con i suoi 45.000 MX, la vedano allo stesso modo,
    Ne riparleremo a lungo; la materia non é da poco.
    Gld

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