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Una buona trimestrale per Netflix

La piattaforma comunica i propri numeri: grande aumento di abbonati e ricavi in linea con le aspettative, meno brillanti altri parametri. E il titolo vola in Borsa…

Gli analisti (come riportato in questo articolo dell’Hollywood Reporter) erano molto ottimisti sui numeri che avrebbe dichiarato Netflix, a cominciare da quello sui nuovi abbonati, con una previsione media di 8,8M nuovi account (ma c’era anche chi parlava di oltre 10M). Inoltre, si sottolineava come la stretta sulla condivisione della password abbia dato (anche nell’ultimo trimestre 2023) ottimi risultati, ma che ovviamente saranno meno importanti nel 2024, quando la situazione si sarà stabilizzata (anche se l’impossibilità di poter usufruire di un abbonamento ‘a scrocco’ rimane un vantaggio importante).

Bene, per quanto riguarda gli obiettivi legati agli abbonati, non c’è dubbio che Netflix abbia superato le attese, permettendo alle quotazioni in Borsa di fare un balzo di più dell’8%. In effetti, ne sono stati aggiunti nell’ultimo trimestre 13 milioni, per arrivare a 260,3M di account alla fine del 2023, come potete vedere nel grafico qui sotto:

Per quanto riguarda i ricavi, sono arrivati a 8,8 miliardi nel quarto trimestre (in linea con quello che ci si aspettava, 8,71 miliardi), mentre inferiori alle previsioni (2,20$) i ricavi per azione, che si sono attestati a 2,11 dollari.

Altre buone notizie arrivano nell’intero 2023 dal margine operativo (21% nel 2023, era il 18% nel 2022), mentre il free cash flow è a 6,9 miliardi (di cui 1,6 miliardi nell’ultimo trimestre, quindi 300 milioni meglio di quanto fatto nel quarto trimestre 2022).

Va anche detto che alcuni analisti sottolineano l’importanza della crescita (effettiva, ma non certo sconvolgente) della versione di Netflix con pubblicità e le ricadute che questa potrebbe avere sui conti dell’azienda. Al momento, con numeri che parlano di 23 milioni di utenti che hanno questa forma di abbonamento e quindi, realisticamente, 8-10 milioni di abbonamenti effettivi (anche se un analista parla di 13M, non so che calcoli abbia fatto, ma mi sembra eccessivo), non è pensabile che questa entrata sia determinante per i ricavi ed effettivamente anche l’azienda lo ha ammesso. Vedremo se lo diventerà nel 2024.

Tra le cose dette nella call agli azionisti, a livello di contenuti spicca l’annuncio che vedremo la seconda stagione di Squid Game quest’anno, cosa in cui si sperava, ma che non era scontata. Inoltre, avremo la terza stagione di Bridgerton e le seconde di The Diplomat e L’imperatrice. Ma è chiaro che Sarandos punta molto sui prodotti in licenza e, dopo il successo di Suits, ha sottolineato l’importanza di Netflix per “aggiungere più valore alle IP degli studios” e ha aggiunto “sono entusiasta che gli studios siano di nuovo più aperti alle licenze e sono entusiasta di dire loro che noi siamo pronti a fare affari”.

Per quanto riguarda l’accordo con la WWE per avere in esclusiva ogni settimana WWE RAW, che permetterà di avere la trasmissione dell’evento settimanale a partire da gennaio 2025 negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Sudamerica (altri Paesi si aggiungeranno in seguito), Ted Sarandos ha affermato “è proprio quello che cerchiamo nel nostro business legato allo sport, ossia la narrazione dello sport. Pensiamo a questo accordo come 52 settimane di programmazione dal vivo ogni anno e questo rafforza il nostro desiderio di aumentare la programmazione di eventi”. Ma a questo punto, perché non una partita a settimana del campionato di basket della NBA (i prossimi diritti si discuteranno tra pochi mesi), se il prezzo è giusto? Sembrerebbe di no, almeno dalle parole di Sarandos: “Non è il caso di vedere questo accordo come un cambiamento nella nostra strategia sullo sport”. Comunque, basta aspettare, e avremo una conferma o una smentita di queste parole.

Non è il caso invece di pensare all’acquisizione di televisioni lineari, come detto esplicitamente dalla società (il che però non impedirebbe di fare affari con realtà come Paramount su questioni come la library, per dire).

Due cose importanti le ha poi dette il Co-CEO Greg Peters, che ha rivelato di aver riflettuto se rendere la versione con pubblicità quella di default (come sta per fare nei prossimi giorni Amazon Prime Video), ma che poi si è ritenuto meglio “non costringere gli abbonati a fare un cambiamento e rischiare di farli arrabbiare”. Inoltre, Peters sostiene che la stretta sulle password, gli account condivisi a pagamento e la versione con pubblicità, porteranno a un’ulteriore crescita di Netflix anche nei prossimi anni. Mi viene da dire, tutto sta a vedere l’entità della crescita, presumibilmente non è il caso di aspettarsi i numeri del 2023, ma Netflix spesso ci ha stupito, quindi aspettiamo prima di fare considerazioni…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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