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Cosa manca al Mercato sala?

I dati estivi sono stati confortanti e molto positivi per tutto il settore. Ma adesso dobbiamo chiederci cosa serve per tornare a eguagliare il prepandemia anche nel resto dell’anno…

Fast X in testa

Sentiamo spesso ricette per migliorare i risultati cinema. Alcune sono ragionevoli, altri non mi convincono proprio. Per esempio, il concetto che in sala debba arrivare solo del prodotto fortissimo, limitando il numero di uscite. Per vedere quali sono le magagne di questa idea, partiamo da alcuni dati americani, come quelli forniti da David Poland (in corsivo i suoi numeri, appena sotto le mie considerazioni):

Con quest’ultimo weekend appena trascorso, sono sette consecutivi i fine settimana al box office americano che si chiudono con un incasso complessivo sotto i 100M.

Di per sé, non sarebbe un dramma che uno o due weekend non fossero arrivati a questo traguardo, ma sette consecutivi indicano un problema strutturale, non semplicemente un episodio singolo, in cui magari un film non ha funzionato. Ovviamente, la striscia si interrompe adesso, grazie a Taylor Swift (che i 100M li dovrebbe fare da sola, senza bisogno di supporto).

Nel 2022, 32 dei 50 weekend erano sotto i 100M, quest’anno sono 12 dei primi 38 weekend. Nel 2019, c’erano stati solo 4 weekend sotto questa soglia. Quest’anno, la media di incasso dei 38 weekend presi in considerazione è stata di 125 milioni, con 59 film disponibili in media ogni weekend. Nel 2019, in media si ottenevano 125 milioni a weekend, ma con a disposizione 103 film in media ogni fine settimana. Insomma, un weekend medio del 2023 incassa il 17% in meno rispetto a uno del 2019, ma i film disponibili sono stati inferiori del 46%. Potremmo ritrovarci in una nuova era in cui ci sono meno film che escono al cinema. Ma se proprio dobbiamo fare dei paragoni, questo è un risultato notevole da parte/per gli esercenti e dovrebbe essere celebrato dai media, non ridicolizzato.

Detto che condivido molto l’idea di celebrare questi dati, la mia grossa preoccupazione è che questa flessione di uscite non sia episodica, ma strutturale. Certo, questo autunno ha visto anche qualche rinvio dovuto agli scioperi, ma la programmazione di base non era certo spettacolare e ben lontana dai listini estivi. Non parliamo poi del fatto che a noi italiani una mancanza di prodotto americano forte in inverno e in autunno nuoce particolarmente.

I dati di David Poland sono simili a quelli recentemente pubblicati da The Grim Reaper:

terzo trimestre 2022: 181 film usciti, 1,919 miliardi di incasso
Media terzo trimestre 2015-2019: 342 film, incasso di 2,748 miliardi

Secondo trimestre 2023: 191 film usciti, 2,68 miliardi di incasso
Media secondo trimestre 2015-2019: 335 film usciti, 3,05 miliardi di incasso

Terzo trimestre 2023: 172 film, 2,64 miliardi di incasso
Terzo trimestre media 2015-2019: 342 film, 2,74 miliardi.

Quindi, per quanto riguarda il confronto del secondo trimestre 2023 con quelli 2015-2019, il numero di film è calato del 43%, ma l’incasso è inferiore solo del 12%. Ancora meglio il terzo trimestre: l’incasso è pressoché identico (flessione di solo il 4%), ma i film sono dimezzati (-49%).

Questi numeri fanno capire anche un’altra cosa fondamentale. Se nel secondo trimestre 2015-2019 sono usciti in media 335 film, significa che ogni fine settimana (dei tredici considerati) mediamente ha visto arrivare in sala 25,7 film. Certo, una buona parte di questi sono arrivati sicuramente in poche copie e magari sono scomparsi presto. Ma stiamo parlando di 26 film che arrivavano negli Stati Uniti in media ogni settimana. Se andiamo a vedere i numeri francesi, non siamo molto distanti, intorno ai 20-25 a weekend. E per noi è un dramma se ne arrivano (a dir tanto) 8-10 a fine settimana?

Peraltro, non lasciamoci ingannare dal numero di titoli, perché alcuni di questi magari arrivano in poche copie/spettacoli. In effetti, nei prossimi dati che vi fornisco, consideriamo solo quelli che arrivano in almeno 50 sale, anche per togliere dall’elenco tutta una serie di titoli italiani che non arriva con la speranza di incassare, ma solo per obblighi di legge. Ma allora stanno uscendo tanti film, in grado di intasare il Mercato, e sarebbe meglio ridurre questo numero? O invece ne arrivano pochi?

Nel secondo trimestre 2023, l’incasso complessivo è stato di 112.582.316 euro, mentre nell’analogo periodo del 2019 si erano ottenuti 134.531.734 euro (-18%). Questo il computo delle uscite:

6-9 aprile: 4 uscite
13-16 aprile: 5
20-23 aprile: 6
27-30 aprile: 4
4-7 maggio: 4
11-14 maggio: 4
18-21 maggio: 2
25-28 maggio: 6
1-4 giugno: 4
8-11 giugno: 4
15-18 giugno: 6
22-25 giugno: 3
29 giugno – 2 luglio: 3

Segnalo in particolare il weekend del 18-21 maggio. Delle due uscite, una è il blockbuster Fast X (uscito in 505 cinema, tutto sommato un numero assolutamente ragionevole, vista anche la penuria di titoli), l’altro è Peter Von Kant, arrivato in 71 sale. Nel fine settimana 1-4 giugno, i titoli arrivati sono 4 e solo 3 sopra le 100 copie. Il 22-25 giugno, delle 3 pellicole sopra le 50 copie, una era Elemental (che parte bene), mentre le altre non superavano i 300.000 euro (Fidanzata in affitto) e i 100.000 (Un matrimonio mostruoso). Il 29 giugno-2 luglio, due dei tre titoli sopra le 50 sale in realtà escono rispettivamente in 61 copie (A Thousand and One) e 62 (Lo sposo indeciso), senza riuscire a finire in top ten. In tutto, sono arrivati 55 titoli in 13 weekend, con una media quindi di 4,2 film usciti in più di 50 copie in ogni fine settimana. Sono troppi? Direi proprio di no.

Vediamo l’analogo periodo del 2019:

4-7 aprile: 6 uscite
11-14 aprile: 4
18-21 aprile: 6
25-28 aprile: 3
2-5 maggio: 5
9-12 maggio: 6
16-19 maggio: 5
23-26 maggio: 4
30 maggio – 2 giugno: 4
6-9 giugno: 5
13-16 giugno: 3
20-23 giugno: 4
27-30 giugno: 5

Spicca il 25-28 aprile, ma va detto che in quel fine settimana usciva Avengers: Endgame, che otteneva 17,4M in cinque giorni (e suggeriva ad altri titoli commerciali di ‘scansarsi’). 60 nuovi titoli sopra le 50 copie in 13 weekend, quindi con una media di 4,6 film ogni fine settimana. In questo caso, la differenza tra il secondo trimestre 2019 e l’analogo periodo del 2023 è di meno del 10%.

Si potrebbe dire che l’estate 2019 non è stata forte e ricca di offerte come quella 2023, ma è anche vero che quella del 2023 non invogliava a far uscire prodotti medi contro tante corazzate, che uscivano (quasi) ogni weekend. Il problema, in generale, non è quindi numericamente il numero di uscite, ma il fatto che abbiamo a disposizione meno prodotto americano medio/forte (per esempio, i film family, sacrificati in quest’ultimo anno a favore delle piattaforme). Peraltro, visto che in questi anni si sono prodotti più titoli italiani, la differenza su quelli americani è evidentemente superiore a quel “meno del 10%” che ho segnalato sopra.

17-20 agosto: 4 uscite
24-27 agosto: 6
31 agosto – 3 settembre: 6
7-10 settembre: 5
14-17 settembre: 5
21-24 settembre: 5
28 settembre-1 ottobre: 5
5-8 ottobre: 5

Insomma, una media di 5,1 uscite sopra le 50 copie ogni weekend: vi sembra un’invasione di titoli? Quanti ne devono uscire, 3 ogni weekend? Ma come li riempiamo oltre 3.000 schermi? E siamo veramente sicuri di doverci concentrare sul numero di film in sé e per sé? Faccio un esempio. Nel fine settimana 23-26 novembre sono previsti al momento (magari qualcosa cambierà) in uscita sette titoli complessivi (sono convinto che almeno un paio staranno sotto le 50 sale). Quindi, insomma, nessun ingolfamento, giusto? Un attimo, vediamo quali sono questi film:

Hunger Games: la ballata dell’usignolo e del serpente
Napoleon
La chimera
Cento domeniche
Mary e lo spirito di mezzanotte
La quercia e i suoi abitanti
I limoni d’inverno

Da una parte, abbiamo Hunger Games, che ovviamente cerca soprattutto un pubblico di giovani, in linea con i protagonisti della storia. Tuttavia, non è certo un blockbuster ‘superficiale’, ma contiene tematiche distopiche che possono interessare a un pubblico anche di over 40. Il resto della programmazione, spiace dirlo, rischia di cannibalizzarsi a vicenda, visto che puntano tutti a un pubblico adulto.

Napoleon magari troverà anche un interesse più ampio, ma in ogni caso è rivolto soprattutto a un pubblico che magari segue Ridley Scott da decenni ed è anche interessato alla Storia/Napoleone. La chimera è il nuovo film di Alice Rohrwacher, passato in concorso a Cannes. Cento domeniche ha un attore popolare come Albanese, ma è chiaramente un film drammatico e molto serio. Anche un cartone come Mary e lo spirito di mezzanotte sembra, dalla trama, decisamente molto adulto e non rivolto alle sale commerciali.

Qual è allora il problema? Che escono sette film (che sono pochi!)? O che sei di essi puntano sullo stesso target? Senza contare che il weekend precedente vede tanti altri titoli per un pubblico adulto, a cominciare dal nuovo film di Ken Loach.

Finisco solo ricordando le giuste preoccupazioni per tanti titoli italiani che arrivano in sala senza speranza di incassare cifre minimamente significative. Tuttavia, non è un problema distributivo, ma produttivo, legato a un eccesso enorme di offerta d’autore/per over 40. Bisognerà iniziare a parlarne e magari cercare di correggere la rotta, ampliando le proposte rivolte ad altri pubblici, che ormai hanno abbandonato il cinema italiano da tempo (ma magari sono ancora recuperabili). Vogliamo pensarci?

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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