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Le difficoltà dell’esercizio francese

Si è tenuta a Deauville dal 18 al 21 settembre il 78mo congresso della FNCF. In un contesto di mercato molto positivo, non mancano i problemi per le sale soprattutto per i costi di gestione

Anche in un mercato forte come quello francese le sale cinematografiche stanno attraversando una fase di difficoltà di cui si è parlato al 78mo Congresso della FNCF, la Federazione nazionale dei cinema francesi presieduta da Richard Patry, che si è tenuto a Deauville dal 18 al 21 settembre. Malgrado il mercato francese viaggi a velocità molto elevata nel 2023, i rappresentanti dell’esercizio hanno evidenziato davanti alle istituzioni del CNC e ai distributori, i problemi legati a presenze, costi di gestione, inflazione – che sta incidendo molto sui consumi soprattutto in provincia – e conseguenze dello sciopero di attori e registi a Hollywood.

Numeri ok e parco sale

I numeri del mercato locale sono comunque molto positivi. La Francia, secondo i dati forniti da ComScore durante il congresso, viaggia verso i 190 milioni di spettatori e un box office che si attesterà tra 1,4 e 1,5 miliardi di euro. Attualmente il mercato fa registrare un +28% sul 2022 e un -10,5% rispetto al 2019, con la prospettiva di chiudere a un -9% sull’anno pre pandemia. Lentamente, quindi, il mercato si sta avvicinando al suo 100% di potenzialità.

Il CNC ha certificato che in Francia a fine 2022 erano attivi 2.061 cinema (6.296 schermi), 32 in più del 2021. Le monosale rappresentano il 54,7% dei cinema ma raccolgono solo l’8,8% delle presenze. I multiplex, invece, costituiscono il 5,4% delle strutture ma attirano il 35,6% degli spettatori. Infine il CNC riporta che in Francia sono attivi 1.264 cinema d’essai (il 61,3% del parco sale) per 2.802 schermi (il 44,5% del totale).

L’anno scorso, 38 cinema hanno aperto o riaperto, di cui 13 erano chiusi dal 2020 a causa della pandemia. Dal 2013, il numero delle monosale è diminuito del 3,6%, quello dei complessi da 4-5 schermi è calato del 3,3% mentre i cinema da 6 a 7 schermi hanno visto il numero crescere del 19,3% e quello dei multiplex da 8 sale in su, del 31,4%.

I problemi sul tavolo

Malgrado una situazione estremamente favorevole per quanto riguarda incassi e presenze, i responsabili delle tre branche dell’esercizio (monosale, multisale o esercizio medio, e multiplex da 8 schermi in su), hanno evidenziato nei loro interventi quelli che sono le difficoltà principali che stanno affrontando.

Paradossalmente, sono soprattutto i multiplex a soffrire in questi mesi del 2023. Malgrado un’estate molto positiva grazie ai successi di Barbie (5,7 milioni di presenze) e Oppenheimer (4,3 milioni), questa branca dell’esercizio sta registrando un andamento di -17% rispetto al 2019. René Kraus, responsabile del grande esercizio, nei suoi interventi ha stigmatizzato le politiche distributive che portano a proporre film in un numero troppo elevato di sale, così da pregiudicarne la tenitura. Altro aspetto che sta impattando sulla frequentazione dei cinema è la maggiore difficoltà della produzione francese a realizzare commedie in grado di attirare un vasto pubblico e che commercialmente si esaltano nei multiplex. Le prospettive per il prosieguo dell’anno non sono molto positive viste le ripercussioni che sulle uscite potrà avere lo sciopero di attori e sceneggiatori a Hollywood che sta causando il rinvio al 2024 di potenziali blockbuster quali Dune 2.

Passando al settore dell’esercizio medio, il presidente Cédric Aubry ha messo in evidenza come alcune strutture abbiano un andamento del -9% rispetto al 2019 ma la maggior parte presentano un trend intorno al -20%. Si tratta di un segmento di sale che sta patendo molto a livello di equilibrio finanziario, soprattutto per l’incremento dei costi energetici e dell’inflazione. Alcuni cinema nei mesi scorsi hanno sospeso l’attività proprio per le loro difficoltà finanziarie. Si tratta quindi di un comparto sale che alterna complessi che reggono bene rispetto al periodo pre Covid ad altri che sono molto in difficoltà. Superare i problemi aumentando i costi dei biglietti, a Cédric Aubry appare una strada troppo semplicistica perché l’aumento dovrebbe attestarsi sui 2 euro per far fronte ai problemi economici.

Sorridono maggiormente le monosale, rappresentate da Rafael Maestro. La flessione rispetto al periodo pre Covid è solo del 7% e nel 2022 ha registrato 22 milioni di presenze. Molto positivi i numeri di luglio e agosto che confermano il forte rapporto di questi cinema con il loro territorio e gli abitanti. Le monosale hanno beneficiato anche di una serie di uscite che, puntando molto sulla diversità dei temi e delle proposte cinematografiche, hanno attirato il gusto degli spettatori.  L’esigenza principale per i cinema monoschermo, oltre a contenere i costi di gestione come tutte le branche dell’esercizio, rimane quella dell’accesso al prodotto, condizione fondamentale per continuare a operare.

La transizione ecologica

Uno dei temi più dibattuto durante il congresso è stato quello della transizione ecologiche che le sale stanno affrontando, modernizzando le loro strutture. Un processo che richiede investimenti che non tutte le imprese riescono a sostenere viste le difficoltà finanziare. La FNCF ha presentato nei mesi scorsi un piano di installazione di proiettori laser – che impatterebbero positivamewnte sui risparmi energetici – che richiederebbe 400 milioni di euro di investimenti. Ovviamente l’associazione chiede la sponda delle istituzioni pubbliche, con il CNC che ogni anno accompagna i piani di modernizzazione dei cinema con 75 milioni di euro.

Il settore art et essai

Un altro argomento di cui si sta parlando molto in Francia è quello della riforma del settore d’essai. Ci sono in gioco molte risorse pubbliche, salite da 16 a 18 milioni di euro, e per la federazione dei cinema sarà indispensabile stabilire bene chi potrà accedere ai contributi in base alla programmazione. Sulle 1.281 sale classificate come d’essai, il 10% che realizza la programmazione più strettamente di qualità, ha ottenuto il 40% delle risorse, ovvero 7 milioni di euro. Il rimanente 90% degli schermi, si è diviso gli 11 milioni di euro rimanenti. Per gli esercenti specializzati, la futura riforma non dovrà pregiudicare il lavoro di chi crede fermamente nel cinema d’essai.

fonte: le film français; Cnc

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