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Verità e bugie sul Mercato cinematografico

I cinecomic sono in crisi, sia quelli DC che quelli Marvel? L’animazione Disney ottiene brutti risultati? Gli incassi della Sirenetta sono veramente deludenti? O in generale è colpa della pandemia e dei cambiamenti avvenuti? Le risposte a queste domande potrebbero sorprendervi…

In due recenti newsletter (il link è qui, ma sono a pagamento), David Poland ha affrontato i due risultati deludenti di The Flash e di The Elemental, così come di altri prodotti analoghi. Come suo solito, ne è venuto fuori un quadro stimolante e non banale, che mi ha spinto ad approfondire l’argomento.

Iniziamo dalla questione di più stretta attualità, ossia i film family Disney, e quello che ha fatto discutere più di tutti in questi mesi, La sirenetta. C’è chi sostiene che sia andato male perché non ha incassato come altri adattamenti live action di popolari cartoni Disney.

Ma il discorso è sbagliato di base, perché presuppone che questi prodotti abbiano tutti le stesse potenzialità. Per fare un confronto migliore, conviene invece capire quanto erano forti i film originali e quanto queste versioni recenti con attori in carne e ossa (o animazione fotorealistica, vedi il caso Il re leone) abbiano ottenuto rispetto a quei titoli. Ecco quindi l’infografica che mostra i risultati di questi film, prima la versione animata e poi quella live action (l’anno indicato è quello dell’ultimo prodotto uscito, quindi quello live action):

Come si può vedere, il live action che è andato meglio rispetto a quello originale è La bella e la bestia, che ha quasi triplicato gli incassi del cartone. Aladdin invece li ha sostanzialmente raddoppiati, mentre Il re leone ha fatto un po’ meno del doppio. Il dato de La sirenetta (ho stimato cautelativamente che chiuda intorno ai 500M – ma sicuramente sarà qualcosa in più – al momento è a 472M) significa che si è fatto il 150% in più dell’originale, quindi una progressione che è inferiore solo a La bella e la bestia. Insomma, semplicemente La sirenetta non è una property così forte come qualcuno pensa, che sicuramente ha subito dei danni da campagna razziste in alcuni Paesi (soprattutto asiatici), ma che d’altronde ha probabilmente beneficiato della scelta fatta nel casting sul territorio nordamericano (dove potrebbe quasi triplicare gli incassi dell’originale), con un effetto simile a quello avuto da Black Panther.

E che dire invece dell’animazione Disney? Ecco, lì il discorso è meno confortante e non c’è dubbio che in questo momento i titoli di Illumination/Universal stiano ottenendo risultati decisamente migliori. Detto che non si può avere la controprova, a tanti analisti (compreso il sottoscritto) sembra proprio che la ripetuta scelta in questi anni di far uscire direttamente su Disney+ diversi prodotti (i pixariani Soul, Luca e Red, ma anche Raya e l’ultimo drago, senza contare un titolo Disney family come Hocus Pocus 2, che ha ottenuto risultati record in piattaforma) non abbia aiutato, così come anche per alcuni titoli arrivati al cinema (penso soprattutto a Encanto) si poteva magari lavorare meglio sulla promozione. E forse investire qualcosa in più, anche se è facile dirlo da una scrivania, mentre in quel periodo complicato anche uscire sul grande schermo non era certo scontato.

Inoltre, credo sia importante sottolineare come – mentre per altre tipologie di prodotti (che vedremo più sotto) – c’è stata un’inflazione di offerta, per i titoli family al cinema purtroppo c’è stata una gran carenza, che probabilmente ha spinto il pubblico delle famiglie ad ‘abituarsi’ a vedere certi titoli solo a casa, soprattutto se sono delle produzioni originali da ‘scoprire’ e non dei franchise già noti (anche l’evento di quest’anno, Super Mario Bros. – Il film, era un primo episodio, ma legato a un brand popolarissimo).

Faceva notare Poland, in questo senso, che dei 23 titoli di animazione (non considerando i prodotti Disney) usciti negli ultimi due anni e mezzo, solo uno è veramente ‘originale’, ossia The Bad Guys. Invece, dei sette titoli di animazione della Disney arrivati nello stesso periodo, ben cinque sono originali. Diciamo che erano sicuramente più difficili da vendere già di base, poi in particolare alcuni prodotti come Strange World ed Elemental forse non contenevano al loro interno delle ‘munizioni’ adatte alla ‘guerra’ del marketing che ci sarebbe stata. Peraltro, se il dato di Elemental negli Stati Uniti è il peggior esordio Pixar dai tempi del primo Toy Story (ma solo perché non consideriamo l’inflazione nei dati di quel film, che ormai è stato fatto più di 25 anni fa), i primi incassi italiani sono veramente molto interessanti, decisamente migliori di quelli ottenuti in patria.

Io sottolineo però anche un altro problema. Super Mario Bros. – Il film è costato circa 100 milioni di dollari, così come Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo. Stessa cifra (più o meno) per il grande successo recente Spider-Man: Across the Spider-Verse. Invece, le pellicole di animazione Disney sembrano essere sempre decisamente più costose. E’ ragionevole pensare che si debba provare a diminuire questi budget per risultare più competitivi?

E veniamo ai cinecomic, che ultimamente sono messi in discussione da molti e (questa è la novità recente, visto che di solito il problema era l’accoglienza dei critici) anche per i loro risultati economici. Inutile dire che l’arrivo deludente di The Flash non ha sicuramente aiutato a far cambiare idea agli scettici. Ma anche qui, è un problema del genere o degli specifici titoli che sono usciti?

Visto che abbiamo parlato di The Flash, iniziamo dalla DC Comics. Non c’è dubbio che gli ultimi film legati a questo universo abbiano deluso, considerando anche Black Adam (393M di incassi mondiali, non un brutto risultato di per sé, ma certo da The Rock si sperava qualcosina meglio, soprattutto considerando un budget da 190M, che qualcuno ritiene essere salito a 230-260M) e soprattutto Shazam: furia degli dei (solo 133M totali, conviene ricordare che il primo aveva conquistato invece 367M). Ma bisogna anche sottolineare, come fa Poland, che l’unico titolo Warner ad aver aperto oltre i 100M nel primo weekend in America dai tempi del primo It (2017), sia stato Batman l’anno scorso (peraltro, in un momento ancora non semplicissimo nelle sale). Nello stesso periodo, la Warner ha avuto 11 titoli sopra i 50M, e ben sette di questi erano film legati all’universo della DC Comics.

Insomma, anche qui sembra proprio una questione di film specifici che non hanno funzionato, non di cinecomic rifiutati dal pubblico a prescindere (anzi, sono stati tanti altri film, non cinecomic, a essere rifiutati). In effetti, non sono certo stati dei titoli amatissimi dagli appassionati, oltre a essere legati a personaggi che definire ‘minori’ sarebbe eufemistico (passi per Flash, che comunque non aveva mai avuto un film cinema dedicato, ma è ovvio che Shazam e Black Adam non sono certo notissimi agli spettatori generalisti).

Direi che questo discorso vale anche per diversi titoli Marvel recenti considerati ‘deludenti’. Ma deludenti rispetto a che cosa? Dopo l’uscita di Avengers: Endgame, che contende ad Avatar il titolo di maggior incasso di sempre (e con una riuscita fatta bene, lo supererebbe anche), molti film Marvel non sono certo stati incentrati su personaggi famosissimi.

Il primo Ant-Man aveva ottenuto nel mondo 519M nel 2015 (era uno dei due film Marvel usciti, altri tempi in questo senso), il secondo 622M nel 2018, mentre questo recente terzo, Quantumania, ne ha fatti 476M. Non è un dato entusiasmante, ma è veramente un indicatore della ‘crisi’ del settore, considerando che è stato massacrato da quasi tutti, con cali drastici dopo il primo weekend? Discorso anche più evidente per Thor: 449M per il primo nel 2011, 644M per il secondo nel 2013, 855M per il terzo nel 2017. Un quarto capitolo (il primo della saga ad arrivare dopo la pandemia) da 760M l’anno scorso dovrebbe essere considerato deludente? Ma proprio no.

Anche Guardiani della galassia non mi sembra certo da criticare. Il primo film ha conquistato 773M nel 2014, secondo da 863M nel 2017 e terzo (anche in questo caso, il primo della serie ad arrivare dopo la pandemia) da 823M nel 2023, quindi un sostanziale pareggio rispetto al titolo precedente. Più che altro, rendiamo merito a James Gunn di aver preso dei personaggi totalmente sconosciuti e ad averli resi degli incassi notevoli al cinema.

Black Widow (anche qui, personaggio non notissimo, anche se ovviamente Scarlett Johansson aiutava) invece si è ritrovato a dover fronteggiare un’uscita in day and date che è stata dannosa per tutti, tranne che per i pirati, come si è visto nel crollo durante il secondo weekend. A queste condizioni (mettiamoci anche delle sale che avevano riaperto realmente da poco) conquistare 380M è tutt’altro che un brutto risultato.

Non c’è dubbio che Eternals (comunque 402M, non certo un disastro) e Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli (432M, anche qui un dato da non sottovalutare assolutamente) non abbiano conquistato quanto sperato. Ma va ricordato che in entrambi i casi i film non sono usciti in Cina, cosa che ha creato un danno enorme, visto quanto sono legati a questa nazione. C’è poi da dire che Eternals, semplicemente, è forse il titolo Marvel meno amato in assoluto (e probabilmente quello in cui la distanza tra le intenzioni della regista e quelle dei produttori è sembrata più marcata).

In tutto questo, conviene ricordare che Spider-Man: No Way Home, con i suoi 1,9 miliardi di dollari, a fine 2021 ha praticamente da solo fatto cambiare idea a un mondo che era ormai convinto che le sale fossero morte e sepolte. E l’anno scorso è andato benissimo anche Doctor Strange nel multiverso della follia con 955M.

Ma, in generale, i cinecomic vanno peggio che in passato? Poland ha messo in evidenza come, negli ultimi cinque anni (escludendo ovviamente il 2020), i cinecomic che hanno superato i 300 milioni di dollari di incasso negli Stati Uniti hanno conquistato mediamente queste cifre:

2022 – $335M
2021 – $394M
2019 – $502M
2018 – $510M
2017 – $363M
2016 – $356M

Il confronto con il 2018-2019 è ovviamente fuorviante, visto che in quei due anni sono arrivati gli ultimi (ricchissimi) episodi di Avengers e il primo Black Panther, complessivamente tre titoli che da soli hanno conquistato 6,2 miliardi di dollari nel mondo. Non è certo un risultato che si può ottenere sempre, a meno di non fare un Avengers all’anno (rischiando però di danneggiare tutto il brand).

Ma, direte voi, e i cinecomic che sono rimasti sotto i 300M? Questo l’elenco diviso per anno:

2023 – The Flash, Ant-Man 3
2022 – Black Adam
2021 – Shang-Chi, Venom 2, Black Widow, Eternals
2019 – Shazam
2018 – Ant-Man 2, Venom, Spider-Man: Into the Spiderverse
2017 – Justice League, Lego Batman
2016 – Dr Strange

A parte il drammatico 2021 (ma che ovviamente era tutto tranne che un anno normale) non direi che nel 2022 e nel 2023 finora ci siano notizie così sconfortanti. Anche perché conviene ricordare che nel 2023, grazie agli arrivi di Blue Beetle, Kraven The Hunter, The Marvels e Aquaman 2, si batterà il record di cinecomic usciti in un anno.

E qui ovviamente possiamo anche riflettere sull’inflazione di titoli (Marvel e non) di questi anni, anche considerando che per quanto riguarda la realtà che fa a capo a Disney, sono uscite tante (direi anche troppe, soprattutto molto a ridosso l’una dell’altra) serie su Disney+. Non è un caso che, tra i tanti cambiamenti recenti apportati da Bob Iger (ma probabilmente sarebbero arrivati comunque) c’è stata una diminuzione di serie Marvel che usciranno nei prossimi anni (o meglio, arriveranno magari gli stessi prodotti che erano già stati preventivati, ma più ‘diluiti’ nel tempo).

D’altro canto, la questione è semplice. Ci sono film Marvel che vengono visti da un pubblico amplissimo (Avengers, in particolare). Ma ci sono anche titoli che sono decisamente rivolti a una platea più ristretta (comunque in grado di portare risultati molto significativi). Nel 2018, per esempio, sono arrivati Black Panther (1,3 miliardi), Avengers: Infinity War (2 miliardi) e Ant-Man and the Wasp (622M), è ovvio che c’è una bella differenza tra gli incassi dei primi due e quelli del terzo, che non è riuscito ad allargarsi come i suoi ‘colleghi’ (ma comunque ha ottenuto un bel risultato).

Ma allora, in generale, il problema è che ci sono dei risultati deludenti perché il botteghino cinematografico non si è ancora ripreso rispetto al prepandemia? Discorso interessante, ma non tanto per i blockbuster. Come sottolinea Poland, fino a oggi nel 2023 abbiamo avuto 10 titoli che hanno aperto negli Stati Uniti oltre i 50 milioni (e sì, alla fine anche The Flash, per quanto si possa essere delusi, più o meno giustamente). Nell’analogo periodo del 2019, erano solo 8. Questione ancora più interessante, quest’anno abbiamo già avuto 4 titoli sopra i 100M nell’esordio nordamericano, nel 2019 solo due.

E se parliamo di film che sono riusciti a superare la soglia dei 300M nel solito mercato ‘domestic’, l’anno scorso erano otto (di cui tre cinecomic), nel 2019 erano nove (quasi la metà, quattro, erano cinecomic), anche se va detto che nel 2019 due titoli erano sopra i 500M, nel 2022 solo uno. Quest’anno sono già due i film che hanno oltrepassato questa soglia dei 300M e una volta che Spider-Man: Across the Spider-Verse ci riuscirà, ci saranno due cinecomic (l’altro è Guardiani della galassia, mentre il primo titolo in assoluto è ovviamente Super-Mario Bros.).

La realtà è che, come ricordo fino allo sfinimento, la differenza vera tra il Mercato attuale e quello prepandemico non lo fanno i blockbuster, ma gli altri titoli medio/piccoli (e, più che altro, la flessione di offerta in tal senso). Questo significa semplicemente che, piuttosto che fasciarsi la testa sui cinecomic (come se la loro presunta ‘crisi’ fosse il problema), bisognerebbe ampliare la proposta di tanti titoli variegati.

Altrimenti, si rischia di finire nei guai. Volete un esempio semplicissimo? Pensate a quali erano le vostre aspettative qualche settimana fa per il Mercato italiano nel 2024. Scegliete il numero che più vi sembra probabile, non importa quale sia. Fatto? Ecco, adesso sottraete circa il 4-6% a quel totale. E’ il risultato dello spostamento del terzo Avatar dal 2024 al 2025. Insomma, siete sicuri che volete dipendere solo e soltanto dagli enormi blockbuster americani?

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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