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La Francia si interroga sui problemi emersi nel 2022 in sala

I risultati dello studio “Cinema et regulation” dell’ex presidente Antitrust M.Bruno Lasserre fa il punto sulle criticità emerse l’anno scorso in particolare per il cinema nazionale malgrado il 40,9% di quota di mercato

Rinnovamento sale

Potrebbe sembrare strano che un mercato in cui l’anno scorso si sono superati i 150 milioni di presenze – come accaduto in Francia – e che è partito in modo forte nel 2023, possa essere posto sotto esame da istituzioni e operatori dato che la flessione rispetto al periodo pre pandemico è stata del 25% e il gap non è stato ancora recuperato. Per provare a dare alcune risposte, a inizio aprile è stato pubblicato un documento molto dettagliato intitolato “Cinema et regulation – Le cinéma à la recerche de nouveaux équilibres: relancer des outils, repenser la régulation”. L’autore è M. Bruno Lasserre, attuale presidente della Commissione di accesso ai documenti amministrativi, ex vicepresidente del Consiglio di Stato ed ex presidente dell’Antitrust, che ha avuto mandato dai ministri dell’economia e della cultura di redigere uno studio il cui scopo è stato quello di individuare alcune proposte per favorire il rilancio del settore, soprattutto su questi temi: impegni di programmazione e distribuzione, il cinema d’essai, le tessere illimitate di abbonamento e gli asset culturali strategici.

Nella prima parte, però, la ricerca analizza i dati del 2022 – in particolare del cinema francese – per capire se le difficoltà riscontrate siano da addebitare alla coda lunga della crisi pandemica o non siano piuttosto il risultato di trend che partono da lontano. Sotto esame soprattutto l’offerta cinematografica mentre si scrive chiaramente che fattori spesso citati, come la concorrenza dei servizi di streaming online, i cambiamenti nelle abitudini del pubblico o gli impatti a lungo termine della rivoluzione digitale nel settore della distribuzione, sembrano avere inciso di meno nel 2022.

I numeri generali

Nel 2022 la ripresa della frequentazione dei cinema con 152 milioni di presenze non ha mancato però di accendere alcuni interrogativi sulle tendenze a medio termine. Da una parte non manca chi sottolinea che questo numero di spettatori sia comunque positivo e che il 2023 sarà un anno importante per vedere se la ripresa continua. Dall’altra non manca chi evidenzia come la frequentazione sia stata ancora del -25% sugli anni pre pandemici. Mesi quali luglio, agosto, settembre e dicembre hanno registrato performance inferiori anche al 2021. Oltralpe ci si chiede quindi se si sia di fronte a una nuova normalità.

Il calo di partecipazione non ha riguardato tutte le fasce di età. I bambini e i giovani fino a 25 anni, fin dal 2021 hanno ripreso a frequentare le sale, grazie anche al Pass Cultura per i 15-18enni. Hanno fatto più fatica gli over 60 probabilmente spaventati ancora dalle conseguenze del Covid mentre per i 26-49enni, sulla minor frequentazione hanno inciso anche fattori economici o il diverso utilizzo del tempo libero.

I film sono usciti mediamente in un numero superiore di cinema, 178 contro i 141 del periodo pre pandemico, ma hanno avuto una tenitura inferiore; è calato il numero di film ancora presenti in sala dopo la quinta settimana dall’uscita. Questo trend ha penalizzato soprattutto i titoli indipendenti per i quali non sempre è riuscito a scattare il passaparola.

Le difficoltà del cinema nazionale

Le performance delle diverse tipologie di film non sono risultate omogenee. La frequenza nel 2022 ha diverse specificità rispetto alla fine degli anni 2010, legate a quelle dell’offerta cinematografica. Un numero sempre più ridotto di film americani (69 nel 2022 contro la media di 127 del triennio 2017-2019) è riuscito a mantenere alta l’affluenza in sala, mentre un’ampia offerta di film francesi si è divisa un pubblico ridotto.

L’esame delle presenze nel 2022 rivela un apparente paradosso. Da un lato, il cinema francese rappresenta il 40,9% delle presenze, una quota piuttosto alta con la media della quota di mercato dei film francesi tra il 2000 e il 2019 leggermente inferiore al 38%. Dall’altro, la frequentazione dei film francesi sembra deludente, nonostante i notevoli successi: i media però hanno ampiamente notato, alla fine del 2022, che i primi 10 film per ingressi non includevano alcun film francese, per la prima volta dal 1989.

La prima considerazione è di tipo contingente. Nessuna commedia francese ha ripetuto il successo di Non sposate le mie figlie (6,7 milioni di spettatori nel 2019) o di Les Tuche 3 nel 2018. D’altra parte le performance a inizio 2023 di Alibi.com 2 o Astérix & Obélix – Il regno di mezzo, lasciano pensare che non si sia di fronte a una disaffezione del pubblico francese per le commedie commerciali nazionali.

Asterix & Obelix
Asterix & Obelix – Il regno di mezzo è uno dei successi francesi del 2023

La seconda considerazione riguarda la difficoltà, per altri film francesi, di attrarre un pubblico sufficiente tanto da diventare grandi successi. Se si mettono a confronto film francesi e film americani, mentre il numero dei primi aumenta quello dei titoli di Hollywood diminuisce. I titoli americani reggono meglio al calo delle presenze: meno film si dividono in modo più efficace un minor numero di presenze. Allo stesso tempo, un numero sempre crescente di film francesi è “costretto” a dividersi gli spettatori di un mercato in contrazione. Questo trend – osserva la ricerca – non è nuovo. A partire dagli anni 2010 si è iniziato ad assistere a un calo costante degli incassi medi per film: da 1,7 milioni di euro nel 2012 a 1,2 milioni di euro nel 2019 e – nel difficilissimo biennio 2021-2022 – a uno shock negativo della domanda.

L’apparente sfortuna dei film francesi nel 2022 non è quindi il risultato di un’evoluzione del mercato che sarebbe stato indotto dalle conseguenze dell’epidemia di covid-19 ma nasce piuttosto dalla combinazione di un elemento congiunturale e di un’evoluzione di lungo periodo.

I film e i cinema d’essai

D’altra parte, la distribuzione dei film d’essai e dei film più fragili presenta diversi segnali preoccupanti, sottolinea lo studio. Il pubblico dei cinema d’essai in Francia ha registrato un netto calo nel 2022. Con solo 21 milioni di entrate, i film d’essai rappresentano circa il 15% del mercato, contro una media del 23,6% negli anni 2010 e del 26% negli anni 2000. Il calo osservato nel 2022 è infatti ampiamente spiegato dalla bassa resa di promettenti film d’essai americani. Questa tendenza potrebbe invertirsi quest’anno come dimostrano i successi di Babylon, Tár o The Fabelmans. I dati sulla distribuzione dei film sono più preoccupanti. Mostrano una diminuzione di numero di proiezioni per film e per cinema leggermente più marcato per i film d’essai (-17%) rispetto agli altri film (-15%). Soprattutto, i film che presentano un piano di lancio modesto o intermedio e i film di distributori poco dinamici subiscono un calo della loro presenza al cinema.

The Fabelmans
The Fabelmans, titolo d’autore americano che si è distinto quest’anno

D’altra parte, i cinema d’essai, cioè gli esercizi classificati come tali dal CNC, sono stati più resistenti rispetto al calo di presenze registrato dall’esercizio cinematografico in generale: i primi hanno avuto una flessione del 15,7% rispetto al periodo 2015 – 2019, mentre il mercato ha perso il 26,9%. Questa resilienza testimonia la vitalità di un certo modello di distribuzione e di esercizio indipendente, capace di promuovere un’esperienza unica di cinema.

Un 2023 di speranza

Tutti gli operatori – lungi dall’esporsi rispetto alle tendenze future della frequentazione in sala – concordano sul fatto che il 2023 rappresenta un test importante: la sua offerta cinematografica è più vicina al livello pre-crisi e, in un contesto sanitario stabilizzato, sarà possibile avere un’idea più precisa dell’eventuale calo di presenze e se si tratta di un trend strutturale o contingente legato alla pandemia. A questo proposito, le cifre delle presenze a inizio 2023, nettamente superiori a quelle del 2022 (+40% a gennaio e febbraio), pur rimanendo al di sotto di quelli pre-crisi, costituiscono un segnale incoraggiante.

 

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