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Cinemeccanica, consulenza a 360° per i cinema

Il business, l’evoluzione del lavoro, la situazione del mercato. Intervista a Pier Carlo Ottoni, direttore commerciale e marketing dell’azienda

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Cinemeccanica è una storica azienda di produzione di apparecchiature per sale cinematografiche, fondata nel 1920 e con sede a Milano. Nel corso dei decenni, ha accompagnato tutte le evoluzioni del settore, passando dall’era analogica a quella digitale, fino a diventare società di consulenza a 360° per gli esercenti. Come tutte le aziende della filiera, durante la pandemia ha subìto i contraccolpi che tutto il mondo cinematografico ha registrato. Ora, il lento ritorno alla normalità, ne sta rilanciando il business. Ne abbiamo parlato con Pier Carlo Ottoni, direttore commerciale e marketing di Cinemeccanica: «Il mercato oggi si sta riprendendo lentamente e sta tornando gradualmente a livelli pre pandemici. E questo vale sia per il box office che per gli investimenti da parte degli esercenti in adeguamento, innovazione e miglioramento delle sale. Da inizio 2009, come tutti, avevamo vissuto il boom della digitalizzazione che si era completato tra 2014 e 2015. Intorno al 2018-2019 le sale erano entrate nella fase degli aggiornamenti tecnologici dato che un proiettore, in media, ha una vita di dieci anni. L’arrivo della pandemia ha rallentato questo processo e, diminuendo le ore di lavoro per lo stop alle attività, il timing di vita dei macchinari si è allungato. Oggi vediamo proiettori funzionanti e in buono stato anche a dodici-tredici anni dalla loro installazione. Lentamente si sta comunque intensificando questa attività di manutenzione».

Il minor utilizzo dei proiettori è stato legato solo alla chiusura dei cinema durante il Covid?

«Sicuramente i lockdown e i lunghi mesi di inattività dei cinema hanno inciso. Nello stesso tempo abbiamo riscontrato anche una diminuzione di ore operative dei locali. Fatto salvo le grandi città dove gli schermi sono aperti anche nel pomeriggio, in molte aree d’Italia i cinema sono attivi prevalentemente di sera oppure osservano uno o due giorni di riposo. Tutto questo preserva il funzionamento delle macchine. Per un proiettore, la media italiana è sotto le 3.000 ore lavorative all’anno mentre in Francia, per fare un esempio, è intorno alle 5.000 ore annuali».

In quali ambiti Cinemeccanica opera maggiormente?

«Negli ultimi cinque o sei anni gli esercenti hanno dato la priorità principalmente alla riqualificazione estetica dei loro locali, concentrandosi soprattutto sulle poltrone, i foyer e sugli ambienti comuni. Hanno puntato meno sull’implementazione della parte audio-video delle strutture, che è il nostro core business. Negli ultimi dodici mesi abbiamo riscontrato una accelerazione anche in questo ambito, soprattutto da quando i costi dell’energia elettrica sono cresciuti molto per la pandemia e per la guerra in Ucraina. Si è sviluppato un nuovo interesse per il passaggio dal proiettore digitale con lampade tradizionali xenon alle lampade laser, o ai proiettori laser, che generano un dimezzamento di questi costi. Sono stati pubblicati bandi legati al Pnrr che agevolano questa transizione oppure le sale hanno la possibilità di ricevere un credito agevolato per l’introduzione di elementi tecnologici innovativi, come i proiettori o le lampade laser, come previsto dall’Industria 4.0».

Vedete quindi maggior dinamismo da parte dei gestori di sale?

«Assolutamente sì. Lo abbiamo notato già dalla seconda parte del 2022 e il bando legato al Pnrr è stato fondamentale in tal senso. Ha permesso agli esercenti, grazie ai 100 milioni di euro in dotazione, di programmare interventi sul risparmio energetico, quindi in particolare l’aggiornamento degli impianti di trattamento aria, ma anche quelli relativi alla proiezione. Abbiamo ricevuto numerose richieste, ma il vero scoglio è dovuto alla ridotta capacità finanziaria causata da un mercato non ancora tornato ai livelli del 2019 e questa situazione sta rallentando la transizione. Le prime proiezioni indicavano che queste operazioni di adeguamento si sarebbero concluse nel 2023 mentre oggi sappiamo che le domande del bando si esauriranno nel 2024 con qualche coda l’anno successivo».

Oltre a queste attività, in quali campi siete attivi?

«Rimaniamo rivenditori delle marche più importanti di apparecchiature per le sale. Oltre a Barco, Christie, Dolby e JBL siamo specializzati anche nelle tecnologie di lampade laser RGB. Abbiamo sviluppato il nostro modello Lucilla Rack che si applica su proiettori serie 2 delle marche Barco, Christie e NEC e che permette agli esercenti di migliorare l’efficienza del loro proiettore con un investimento contenuto; siamo anche rivenditori di una lampada laser al fosforo che ha il vantaggio di costare meno di quella RGB. Inoltre, stiamo sviluppando servizi e prodotti a supporto delle sale come i software Theatre Management System, ovvero programmi che aiutano la gestione operativa dei cinema. Abbiamo esteso i servizi ai cinema: per esempio, insieme anche ad alcune banche, predisponiamo progetti per la cessione del credito di imposta, quando gli esercenti non sono in grado di operare in autonomia in quanto imprese di piccole dimensioni. Offriamo, quindi, una proposta di consulenza completa, tecnica e finanziaria e siamo operativi con servizi di post vendita con contratti di assistenza grazie al nostro Network Operation Center in grado di supportare i cinema per qualsiasi esigenza, dalle 9 alle 24».

Lampada Laser Cinemeccanica
La lampada Laser Cinemeccanica

Mediamente, un proiettore laser quanto costa oggi?

«Una macchina completa di server parte da 40-42mila euro per schermi di piccole dimensioni. Purtroppo è da rilevare negli ultimi anni un aumento dei prezzi dei proiettori e delle tecnologie intorno al 15-20%; parliamo in particolare delle schede elettroniche e dei costi cresciuti per le difficoltà di reperire alcuni componenti, provenienti magari dall’Estremo Oriente, soprattutto dal 2020».

Siete riusciti a non far ricadere questi aumenti sui vostri clienti?

«Parzialmente. Abbiamo cercato di assorbire i rincari legati alle domande del bando Pnrr per i quali i preventivi erano stati definiti prima dell’aumento dei prezzi. In altri casi abbiamo dialogato con gli esercenti che hanno capito la situazione e con i quali abbiamo trovato soluzioni alternative che hanno permesso loro, partecipando al bando, di andare comunque verso interventi di risparmio energetico con un investimento comunque contenuto».

Quanti sono i clienti di Cinemeccanica in Italia?

«Cinemeccanica serve il 35-40% degli schermi, suddivisi tra quelli che seguiamo direttamente e quelli affidati ai nostri partner regionali cui facciamo una formazione continua sulle tecnologie e che hanno il nostro supporto commerciale. Lavoriamo insieme su tutti gli aspetti e questo ci permette di avere una presenza capillare in Italia. Tra i nostri clienti vi sono monosale, multisale e circuiti tra cui cito solo alcuni come Anteo Spaziocinema, Arcadia, Movieplanet, IMG Cinemas e Circuito Cinema dove abbiamo cambiato tutti i proiettori con tecnologia laser. Grazie al network di partner autorizzati abbiamo una presenza completa da Nord a Sud».

Come immagina l’evoluzione del mercato e del vostro lavoro?

«Sarà importante riuscire a rimanere al passo con l’evoluzione delle tecnologie per capire quale sarà il prossimo step verso cui andrà l’industria. La proiezione oggi è ancora di tipo tradizionale effettuata con un proiettore ma un domani potrebbe essere con display led. Dovremo implementare i servizi per far concentrare l’esercente sul suo core business che è quello di proiettare al meglio i film e di offrire la miglior esperienza possibile agli spettatori. Immagino che si vada verso una esternalizzazione della gestione degli apparati tecnologici; un esercente dovrebbe interessarsi meno alla tecnologia e maggiormente alla sua attività principale. È vero che questo mercato è ancora molto aiutato dalle istituzioni ed è forte il concetto dell’acquisto del bene ma penso che, gradualmente, si passerà a un noleggio delle apparecchiature».

Rispetto al mercato che fa fatica a riprendersi, come vede i prossimi anni?

«Noto che la ripresa è stata più rapida in altri Paesi europei rispetto all’Italia ma lentamente si sta tornando ai livelli del 2019. In Europa il 2022 si è chiuso mediamente intorno al -35% sul periodo pre pandemico; tutti gli indicatori dicono che nel 2024 probabilmente il gap sarà recuperato fermo restando che servono film adeguati, investimenti nella produzione e comunicazione. L’Italia ha una sua fragilità strutturale; occorre un’azione congiunta di tutta la filiera, per tornare ai livelli del 2019. Sono fìducioso che questo accadrà».

 

 

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