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Il Signore degli Anelli: serie o film?

E’ iniziata la battaglia tra Amazon e Warner Bros., che annuncia nuovi film legati all’opera di Tolkien. Chi vincerà? Di sicuro, l’investimento di Amazon diventa sempre più azzardato…

Promette di essere lo scontro tra cinema e streaming, i film e la serie, la storia classica e il prequel. L’annuncio che Warner Bros. (assieme alla New Line) ha chiuso un accordo con Embracer Group per realizzare dei nuovi film sul Signore degli Anelli, è una notizia molto importante nel mondo dei franchise e dell’audiovisivo, come ha raccontato bene l’Hollywood Reporter.

In tutto questo, un ruolo fondamentale potrebbero averlo il regista Peter Jackson e le cosceneggiatrici dei precedenti film, Fran Walsh e Philippa Boyens, che hanno già affermato che “Warner Bros. ed Embracer ci hanno tenuti informati in ogni passo di questo cammino. Non vediamo l’ora di parlarci per conoscere la loro visione del franchise”.

A questo punto, è logico pensare che questo team creativo possa tornare operante nelle funzioni già ricoperte in precedenza. In ogni caso, sarei molto stupito se la triade almeno non avesse un ruolo di immagine, una sorta di ‘produttore creativo’, anche solo per il vantaggio (di Jackson&Co.) di poter lavorare ai nuovi film con la sua società di effetti speciali, la Weta, e per Warner Bros. di rassicurare i fan.

Peraltro, non è stata una mossa particolarmente brillante quella di Amazon, che circa 4-5 anni fa aveva monitorato l’interesse di Jackson a partecipare alla serie e gli aveva promesso di mandare le sceneggiature non appena pronte, cosa che però non è mai avvenuta. Amazon sostiene che questo sia dipeso dagli obblighi legali di mantenere la serie ‘staccata’ dai film, ma non è ben chiaro perché degli obblighi narrativi si dovrebbero estendere anche alle scelte legate a chi gestisce la realizzazione di un nuovo prodotto (per chi fosse interessato, questa vicenda curiosa è narrata qui).

A questo punto, se tutti abbiamo considerato eccessivo l’investimento per avere i diritti per fare una serie (250 milioni di dollari e questo solo per i diritti, la produzione della prima stagione è costata l’incredibile cifra di 465 milioni, quindi siamo già a 715 milioni spesi a fronte di un’unica stagione realizzata, aspettiamo i dati della seconda), con questa novità ‘cinematografica’ diventa veramente una decisione bizzarra e molto rischiosa, anche considerando che Amazon è obbligata a parlare di un’era che non riguarda direttamente le vicende raccontate ne Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, mentre la Warner Bros. può realizzare qualcosa che è più direttamente collegato alla trilogia di Tolkien e all’amatissimo lavoro cinematografico di Jackson & Co. Peraltro, questa situazione invita anche a una riflessione sullo sfruttamento intensivo di certe IP, come il caso Marvel dimostra (e non è un caso che Kevin Feige abbia annunciato che usciranno meno serie Marvel nei prossimi anni, rispetto al ritmo a cui siamo stati abituati).

Per capire meglio la posta in ballo, conviene anche segnalare i risultati ottenuti da questi prodotti, incominciando dagli incassi cinema de Il Signore degli Anelli e de Lo Hobbit:

Per quanto riguarda la serie Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere, Amazon ha comunicato alcune informazioni (come sempre in questi casi, senza confronti chiari con altri prodotti analoghi), sostenendo che si tratti del loro prodotto mondiale più visto di sempre (cosa di cui non dubito, ma che certo non permette di fare grandi paragoni). Si è detto anche che ha avuto 25 milioni di spettatori globali nel suo primo giorno di lancio e più di 100 milioni complessivi (ma quanto minutaggio di visione serve per essere considerato tale? Non lo sappiamo), che hanno dato vita a 24 miliardi di minuti visti complessivi (quindi, in media ognuno ha visto poco meno di 240 minuti della serie), oltre ad essere il prodotto di Prime Video che ha suscitato il maggior numero di iscrizioni (questo si è detto anche della prima partita NFL del Thursday Night, ma in quel caso ci si limitava solo agli Stati Uniti).

L’unica sicurezza è andare a guardare i numeri Nielsen e confrontare quindi Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere alle prime stagioni di altri prodotti (le classifiche Nielsen non dividono le serie per stagioni, come fa invece Netflix, quindi è meglio limitarci ai dati degli ‘esordienti’):

E’ vero che Netflix ha più persone che utilizzano l’abbonamento rispetto ad Amazon Prime (in realtà negli Stati Uniti ci sono molti più iscritti a Prime che a Netflix, ma che evidentemente non utilizzano il servizio Prime Video), ma d’altronde Gli Anelli del potere avrebbe dovuto aiutare a colmare questa differenza. Particolarmente negativa la ‘sconfitta’ contro House of the Dragon, considerando che quella serie può contare anche sulle visioni su HBO (non contabilizzate nelle rilevazioni streaming di Nielsen). Va detto comunque che Gli Anelli del Potere ha avuto un andamento regolare di settimana in settimana, segnale che chi lo ha iniziato a vedere ha in larga parte continuato.

Anche un utile metro di riferimento come IMDB, ha visto un voto medio (non straordinario) di 6,9 per Gli Anelli del potere (comunque, almeno gli oltre 320.000 voti ricevuti confermano come sia stata molto vista), mentre anche Lo Hobbit (meno amato della trilogia de Il Signore degli Anelli) ha ottenuto per tutti i tre film una media ben superiore al 7. Per onestà intellettuale, va detto che la serie di Amazon potrebbe anche aver subìto (almeno in parte) un boicottaggio di una cerchia di fan/razzisti che hanno abbassato volutamente il voto per le scelte inclusive sul casting. In ogni caso, il gradimento del pubblico (appassionati o semplici spettatori) sarà fondamentale per il successo di questi nuovi prodotti.

In ogni caso, per ora in questa battaglia c’è un sicuro vincitore, ossia la Embracer, che negli anni scorsi ha preso il controllo di questi diritti di adattamento dei libri di Tolkien dalla Saul Zaentz Company e che sta guadagnando un sacco di soldi, grazie a questo periodo di spese folli per quanto riguarda le IP. Vedremo se anche Amazon e Warner Bros. potranno essere soddisfatti di questi accordi. Certo che, con Zaslav ad avere l’ultima parola, possiamo stare tranquilli sul fatto che gli investimenti di Warner saranno più in linea con il Mercato…

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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