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Giometti Cinema, la qualità di un circuito Made in Italy

Il responsabile commerciale Massimiliano Giometti affronta diversi temi di attualità, dal caro bollette alla mancanza di pubblico nei cinema in questi mesi. Ingenti gli investimenti per realizzare un circuito all’insegna della tecnologia e del comfort

La famiglia Giometti è un’istituzione dell’esercizio da più generazioni con un circuito che comprende dodici multisale tra Toscana, Emilia Romagna e Marche. A Prato si trova il multiplex più importante, 14 sale per 3.500 posti, presso il centro commerciale OmniaCenter. In Emilia Romagna fanno parte del circuito i cinema Le Befane di Rimini e CinePalace di Riccione (RN); le altre nove strutture si trovano nelle Marche (Ancona, due a Pesaro, Fano (PU), Senigallia (AN), Porto Sant’Elpidio (FM), Matelica (MC), Tolentino (MC), Jesi (AN)). Complessivamente si tratta di 94 sale: «Rispetto ai circuiti principali, controllati da fondi – dichiara il responsabile commerciale Massimiliano Giometti – noi siamo proprietari degli immobili a parte i cinema di Rimini e Prato che sono all’interno di centri commerciali non nostri».

Siete molto presenti nelle Marche. I recenti disastri ambientali hanno riguardato anche i vostri cinema?

«Fortunatamente no. I nostri complessi sono relativamente recenti; non hanno più di vent’anni. Sono strutture moderne e costruite secondo criteri di massima sicurezza. A parte qualche infiltrazione non abbiamo avuto particolari danni. Invece la città di Senigallia è stata molto colpita. Nei giorni seguenti all’alluvione abbiamo tenuto aperto perché il comune non ha decretato la chiusura delle attività economiche ma, ovviamente, è stato solo un atto simbolico».

Siete possessori dei muri; avete sempre puntato sulla qualità delle strutture. Quali sono i vostri cinema premium?

«Secondo me tutti i nostri cinema lo sono perché sono ideati e progettati in un’ottica di qualità e di attenzione al dettaglio tipicamente italiane. Le nostre multisale hanno poltrone molto comode che vanno dai 58 ai 62 cm di larghezza e distanze tra le file di 120 cm; diversi cinema sono dotati di poltrone Frau, disegnate per noi all’insegna del Made in Italy. A livello tecnologico siamo stati dei precursori perché abbiamo aperto la prima multisala totalmente digitale nel 2004 a Prato, grazie a Cinemeccanica. Con i colleghi Piero Fumagalli e Gianantonio Furlan siamo stati in prima fila a credere nel digitale, e di questo andiamo orgogliosi. Siamo stati i primi, nel 2010 a Tolentino, ad inaugurare un cinema interamente in digitale 4K grazie a Sony Digital; i nostri proiettori 4K ora sono 56 in tutto il circuito. Siamo stati tra i primi a installare un proiettore laser 4K sempre della Sony al CinePalace di Riccione. Oltre all’attenzione per la tecnologia e il comfort, abbiamo curato in modo particolare tutti gli ambienti comuni, dai foyer ai corridoi fino alle casse. Quest’anno, che non è certo il periodo migliore per investire, abbiamo installato il sistema audio immersivo spagnolo Open Sound, sempre a Riccione: un intervento da 80mila euro».

Il multiplex di Tolentino (MC) inaugurato nel 2010; tutte le sale hanno sistemi di proiezione digitali 4K

Quanto si deve spendere per creare multisale premium come le vostre?

«Molto, decisamente. Mi ricordo che diversi anni fa si diceva che fosse necessario un milione di euro a sala; penso che le nostre non costino meno di 1,5 milioni di euro. Dipende molto dalle location. Ad esempio il nostro cinema di Pesaro di sei sale ci è costato 11 milioni di euro. Investimenti molto alti perché qualsiasi aspetto nei nostri multiplex è speciale. Abbiamo avuto partner e fornitori che hanno creduto in quello che facevamo e che sono stati ripagati».

Nel 2020 avete ripreso nel circuito i sei cinema che avevate dato in gestione a Uci.

«Nel 2011 avevamo dato in affitto sei cinema delle Marche a Uci. Nel 2020 il circuito non ha esercitato il diritto di rinnovo del contratto e i cinema sono tornati a noi. Abbiamo fatto investimenti di circa 200mila euro a cinema per rimodernarli. Inoltre, nei cinema di Pesaro e Ancona abbiamo creato la sala Giometti Plus, grazie alla collaborazione di Cinearredo, che ha preparato una poltrona su misura per noi, reclinabile, spaziosa e con tavolino annesso».

Le sale Giometti Plus, con poltrone Cinearredo, si trovano nei cinema di Ancona e Pesaro

Il pubblico va sempre più alla ricerca del comfort.

«Riscontriamo anche nei nostri cinema questo trend. Puntare sulle poltrone è stata l’unica modifica che ci ha consentito di applicare un leggero aumento del prezzo del biglietto. Il pubblico apprezza la comodità quando viene al cinema e accetta questo rincaro. Invece, gli spettatori sono più indifferenti rispetto alla tecnologia, che si tratti di Dolby Atmos o digitale 4K. Nel 2006, per le proiezioni digitali avevamo applicato un rincaro di 50 centesimi. Spiegavamo al pubblico in cosa consistesse e la differenza con la pellicola; alla fine, però, gli spettatori non l’hanno recepita più di tanto; sono tecnologie difficili da far conoscere».

Come giudica Cinema in Festa che si è appena conclusa?

«Ritengo che avremmo avuto bisogno di un supporto da parte delle istituzioni per coprire la differenza tra costo del biglietto pieno e i 3,50 euro della promozione. Penso che sarebbero stati importanti anche contenuti più forti e attrattivi per il pubblico».

In questi mesi il caro energia si sta facendo sentire. Come affronterete questa emergenza?

«Difficile dire cosa potremo fare; viviamo alla giornata. Finché ce la facciamo, paghiamo e andiamo avanti. Al momento le bollette sono talmente alte che neanche con il 100% di sale piene riusciremmo a sostenerle. Ultimamente per risparmiare abbiamo rivisto i nostri orari di programmazione. Lo spettacolo delle 22.30 era praticamente frequentato da pochissimi spettatori e quindi abbiamo optato per un unico spettacolo serale alle 21.30. In alcuni casi un giorno alla settimana teniamo chiusi i cinema. Ora il rischio è quello di poterli tenere aperti solo nel fine settimana».

Una delle sale del multiplex di Tolentino (MC)

Sarebbe un brutto messaggio per il pubblico, però.

«Me ne rendo conto. Vorrebbe dire incentivare la gente – che sta facendo fatica a tornare in sala – a venire ancora meno al cinema. Il nostro scopo è quello di rimanere aperti tutti i giorni ma come si fa ad andare avanti in questa situazione economica? Il costo dell’energia elettrica è passato da 0,16 euro per kwh a 0,56 euro e ad agosto 0,66 euro; quindi per noi bollette praticamente quadruplicate. Una sala ci costa dai 100 ai 200 euro a proiezione; con il pubblico che abbiamo avuto in questi mesi non riusciamo lontanamente a coprire le spese».

Cosa pensa del nuovo credito di imposta per coprire i costi di gestione dei cinema?

«È un provvedimento importante ma che non serve però a pagare le bollette. Avremmo bisogno anche di interventi regionali che ci supportassero in questa fase e sostenessero i cinema. Vero che per il Covid abbiamo avuto i contributi pubblici, i cosiddetti ristori. Noi come circuito abbiamo ricevuto 900mila euro rispetto a un fatturato mancato di 27 milioni di euro. Si può capire che tipo di incidenza abbia avuto questo provvedimento. E lo abbiamo riutilizzato per rimodernare i cinema».

Come vede in prospettiva i prossimi mesi cinematografici?

«Dai listini si può ipotizzare un buon 2023. Se devo citare un film su cui conto molto a Natale è Avatar – La via dell’acqua; uno di quei prodotti che si esalta sul grande schermo e che ci differenzia dalla fruizione casalinga su piattaforme. Siamo senza protezione rispetto agli altri sfruttamenti dei film. La caduta del governo ha bloccato la discussione parlamentare sulle finestre di 90 giorni che, per me, sono ancora troppo pochi ma sono sempre meglio di niente».

I corridoi del multiplex Giometti di Ancona

 

Cosa si dovrebbe fare per riportare la gente al cinema?

«Proprio qualche giorno fa ascoltavo una trasmissione su Radio Deejay. Si parlava di un sondaggio che hanno fatto tra i loro ascoltatorie che, in media, hanno tra i 30 e i 50 anni, la fascia di pubblico che viene meno al cinema. Gli intervistati, alla domanda su cosa li farebbe tornare al cinema, hanno risposto: più film spettacolari e più talent in sala. Il solo film non è più sufficiente a far uscire la gente da casa. Ci vogliono film vissuti come eventi uniti, aggiungo io, al comfort dei cinema che accolgono gli spettatori».

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