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Come sta andando la Marvel?

Il Wall Street Journal e la newsletter Ankler mettono in discussione gli ultimi risultati e la strategia della Marvel. Ma hanno ragione?

Lo dico sempre, ogni tanto diamo per scontata una realtà senza analizzarla a fondo. Una delle realtà che ci sembrano essere inattaccabili, è il successo della Marvel.

Non la pensano così due giornalisti che scrivono per testate importanti. Iniziamo da Richard Rushfield della sempre più influente newsletter The Ankler, in un articolo (a pagamento) dal titolo “Who Killed the Marvel Juggernaut?”, ossia “Chi ha ucciso il colosso Marvel?”. Titolo che francamente è eccessivo, ma in un articolo che fornisce degli spunti comunque degni di discussione.

Intanto, Rushfield parte dagli ultimi titoli Marvel per dimostrare la sua tesi. Quali sono i film presi in considerazione? Qui sotto l’elenco, con l’opinione di Rushfield tra parentesi e sotto invece la mia:

Black Widow (“Delusione/problemi nell’uscita”)
Per me, su questo film ci potete mettere un asterisco. Semplicemente, l’uscita in day and date è stata talmente dannosa (anche se comprensibile in quel momento storico, ha sicuramente contribuito alla pirateria e a un crollo nel secondo fine settimana), da non potere valutare questo titolo con i soliti standard…

Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli (“E’ andato molto bene per gli standard di un periodo difficile”)
Concordo perfettamente. E credo che questo sia il classico prodotto Marvel che ovviamente non può partire forte con un primo episodio (visto che il personaggio non è molto conosciuto), ma che potrebbe portare, dopo essere stato recuperato sul piccolo schermo, a incassi molto superiori per un nuovo film (o comunque, a sostenere bene altri titoli in cui è presente questo personaggio)

The Eternals (“Decisamente un flop costoso”)
Sarei meno drastico, il film non ha funzionato (chiaramente regista e produttori volevano fare due cose diverse), ma stiamo comunque parlando di un gruppo di supereroi conosciuto solo dai fan…

Spider-Man: No Way Home (“Enorme successo, ma dai molti padri”)
Certo, il film è gestito da Sony Pictures, ma a parte le percentuali spettanti alla Marvel, è stato utilissimo per lanciare…

Doctor Strange nel multiverso della follia (“Successo”)
Il film non avrebbe mai incassato 954M nel mondo e non sarebbe diventato il terzo maggior incasso della pandemia senza il passaggio nel film di Spider-Man… Quindi, operazione congiunta sui due film assolutamente perfetta

Thor: Love and Thunder (“Delusione”)
Perché “delusione”? Il film attualmente è a 698 milioni di dollari di incasso, quindi sicuramente ancora distante dagli 853 milioni del suo predecessore, Thor: Ragnarok. Ma non è certo un risultato scontato (finirà sostanzialmente su cifre vicine a quelle di The Batman, che ha chiuso a 770M). E qui forse arriviamo al vero punto su cui non mi ritrovo molto con Rushfield, che scrive:

“Lo ripeto, per qualsiasi altra azienda, sarebbero dei risultati fantastici. Ma se hai la reputazione di essere un colosso inarrestabile, ecco, questi dati non lo dimostrano”

Il punto è: vogliamo veramente considerare questi dati e confrontarli con quelli di prima della pandemia? Il fatto che alcuni titoli come Spider-Man: No Way Home e Doctor Strange nel multiverso della follia abbiano ottenuto incassi degni del 2019, non significa che questo debba valere per tutti. A mio avviso, il vero confronto andrebbe fatto con una top ten mondiale dei maggiori incassi durante la pandemia (qui l’interattiva):

Quindi 4 film con protagonisti Marvel in classifica su 10, che è ovviamente un risultato ottimo. E’ vero, nel biennio 2018-2019 erano stati cinque (Avengers: Endgame, Avengers: Infinity War, Black Panther, Spider-Man: Far From Home, Captain Marvel) e tutti sopra al miliardo di dollari. Ma il punto è tutto qui: in un panorama mondiale in cui ovunque si incassa meno del prepandemia (chi in misura più accentuata, come in Italia, chi invece sembra sulla strada giusta per tornare forte come prima, per esempio la Francia), perché si pretendono dalla Marvel risultati degni del prepandemia?

Questo è lo stesso problema dell’analisi di Robbie WhelanFollow del Wall Street Journal. Si inizia subito in maniera ‘scorretta’ (o, almeno, superficiale):

“Dall’inizio del 2021, l’incasso medio mondiale dei sei film prodotti dalla Marvel è calato a 773,6 milioni di dollari, circa la metà della media dei sei film precedenti, ossia 1,5 miliardi”.

Peccato che tra i “sei film precedenti” ci fossero due pellicole degli Avengers, che già da sole avevano ottenuto quasi 5 miliardi. E se iniziamo a lamentarci di una media (media!) di 773 milioni in questo periodo storico, siamo impazziti. Stesso tenore in un’altra frase:

“Alcuni dei più recenti film della Marvel, tra cui Eternals (402,3 milioni di incasso totale), Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli” (420,7 milioni) e Black Widow (373 milioni) sono stati dei flop notevoli, almeno per gli standard alti delle precedenti prove dei film della Marvel”.

Ovviamente non sono assolutamente d’accordo, per le ragioni scritte sopra. Aggiungo anche un’altra cosa su Shang-Chi, film che chiaramente è stato realizzato per il mercato cinese (e avrebbe sicuramente ottenuto centinaia di milioni di dollari in quel Paese)… peccato che poi non sia stato autorizzato a uscire. Direi che è un ‘piccolo particolare’ di cui tenere conto, prima di chiudere l’analisi parlando di “superhero fatigue”.

C’è invece una preoccupazione dell’analisi di Rushfield su cui invece posso concordare:

“C’è stato un tempo in cui Kevin Feige supervisionava un paio di film all’anno. Ora sta cercando di tenere sotto controllo cinque o sei film, più altrettante serie televisive, ed è coinvolto nei fumetti, per non parlare di giocattoli, attrazioni nei parchi e a tempo perso si occupa anche del suo progetto collaterale alla Lucasfilm”.

Ma qui è veramente difficile fare una valutazione, non stando all’interno della ‘macchina’ Marvel. Se, insomma, Feige si è circondato di ottimi collaboratori in grado di gestire le cose in autonomia, alla fine il suo ruolo non sarebbe molto diverso (e, anzi, potenzialmente anche meno ‘carico’) di un CEO di una major, che deve supervisionare anche 15-20 film all’anno. Un altro discorso è quello dell’eccesso di produzioni Marvel:

“Per il resto del mondo, dove il segreto, ora più che mai, è convincere il pubblico che questo nuovo film sia un evento degno di uscire di casa, che impatto ha la disponibilità costante di nuovo materiale Marvel? Un esempio: se la Illumination avesse fatto 50 serie televisive dei Minions dopo il secondo film di Cattivissimo me, quasi sicuramente non avremmo visto il settimo film basato su questi personaggi, che ancora ottiene risultati straordinari”.

E allora uno sguardo ai risultati della Marvel con le sue serie su Disney+ va dato. Qui, non è facile fare paragoni, considerando le differenze per quanto riguarda numero di episodi, budget e personaggi (hanno già avuto un ruolo importante nei precedenti film cinema della Marvel? O vengono sostanzialmente presentati nelle serie?).

Andando a vedere i dati Nielsen negli Stati Uniti (l’unico modo che abbiamo per avere un po’ di numeri precisi sui prodotti Disney+), possiamo sicuramente dire che Loki ha portato a un bel risultato ed è decisamente la prima serie Marvel sulla piattaforma, seguita da Wandavision, che fa leggermente meglio di The Falcon and the Winter Soldier (ma Wandavision aveva tre episodi in più a suo favore). Seguono poi, a brevissima distanza, Hawkeye e Moon Knight, segno probabilmente di un pubblico Marvel molto fedele per qualsiasi property…

… a parte l’ultimissima uscita, Ms Marvel, che è andato decisamente male, ed è uscita dalle classifiche Nielsen dopo soltanto una settimana di permanenza. Lo dobbiamo interpretare come un segnale di “Marvel fatigue”? Personalmente, non credo, la serie per diverse ragioni non era facile (e peraltro ha anche subìto un boicottaggio, ma è difficile capire quanto abbia avuto peso). Ma non c’è dubbio che aspettiamo tutti l’imminente She-Hulk (in arrivo su Disney+ il 18 agosto) per avere un’idea migliore. Così come sarà interessante vedere i risultati in sala del sequel di Black Panther a novembre.

Insomma, per ora non sembrano esserci motivi veramente validi per preoccuparsi. E d’altronde, se si deve preoccupare la Marvel, gli altri produttori che fanno? Cambiano mestiere?

Robert Bernocchi
E' stato Head of productions a Onemore Pictures e Data and Business Analyst at Cineguru.biz & BoxOffice.Ninja. In passato, responsabile marketing e acquisizioni presso Microcinema Distribuzione, marketing e acquisizioni presso MyMovies.
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